Foto Ansa

Il Foglio sportivo

Dopo la Formula 1 Liberty media vuole MotoGp: così i motori conquistano gli Stati Uniti

Umberto Zapelloni

L'agenzia di comunicazione americana pensa di acquistare anche i diritti di trasmissione per le due ruote. Ma il rischio che il business si mangi l'amore dello sport è dietro l'angolo

E pensare che agli americani una volta i motori all’europea proprio non interessavano. Loro avevano le loro gare a stelle e strisce, i loro campionati sui circuiti ovali dove le auto rischiavano di diventare dei criceti impazziti, le loro gare di auto o di moto sulla terra battuta, le dirty track che da noi hanno sempre avuto meno appeal di Dirty Dancing. Da quando nel 2016 Liberty Media ha acquistato la Formula 1 per 8 miliardi di dollari tutto è cambiato. Lo sport si è americanizzato, lo show si è ingrandito, Netflix e la sua serie "Drive to Survive" ha fatto da amplificatore e l’America ha cominciato ad amare la Formula 1 arrivando ad avere ben tre gran premi in calendario tra Austin, Miami e Las Vegas. Anche se definirli gran premi è riduttivo perché sono dei veri show all’americana, tre mini super bowl in un calendario diventato Extra Large con addirittura 24 gare in una stagione che va da febbraio a dicembre.
 

Riuscito il business Formula 1, Liberty che l’anno scorso ha respinto una richiesta degli arabi che volevano comprarsi il giochino ha deciso di raddoppiare. Non lascia, raddoppia. Ed ecco che sta per finalizzare l’acquisto della Dorna di Carmelo Ezpeleta, l’Ecclestone delle due ruote, per comprarsi anche la MotoGp. La società con a capo il miliardario delle telecomunicazioni e dell’intrattenimento John Malone, che in Formula 1 ha al comando come presidente e a.d. Stefano Domenicali, sta per concludere una trattativa partita oltre un anno fa, per acquistare la MotoGP da Bridgepoint, società di private equity, e con il fondo pensionistico canadese, Canada Pension Plan Investment Board, a una cifra che supererebbe i 4 miliardi di euro, debiti compresi. La Dorna si era messa sul mercato da tempo. Il business delle due ruote dopo il ritiro di Valentino, ha sofferto una crisi di popolarità mondiale tanto che per cercare di ravvivare lo show aveva pensato di scimmiottare la Formula 1 introducendo le gare Sprint. Solo che la Formula 1 ne ha messe in calendario 6 a stagione, la MotoGp ha pensato bene di metterne una a weekend con dei risultati che all’inizio hanno moltiplicato gli infortuni dei piloti più che gli spettatori.  Carmelo Ezpeleta guida il Moto Mondiale da più di 30 anni, ma adesso che si sta avvicinando agli 80 (ne ha 78) ha deciso di lasciare al figlio un’eredità diversa, soprattutto senza i debiti che la Dorna stava accumulando. L’Ecclestone delle due ruote aveva cominciato negli Anni 70 come direttore di circuito, prima a Calafat e poi a Jarama. Alla fine degli Anni 80 aveva poi contribuito alla costruzione del circuito di Catalunya a pochi chilometri da una Barcellona che si stava trasformando per ospitare le Olimpiadi.
 

Diventato direttore sportivo del Real Automobile Club ha anche supportato la carriera di Carlos Sainz senior, il papà del ferrarista, due volte campione del mondo dei rally e pluri vincitore della Dakar. Nel 1991 è entrato in Dorna, diventandone a.d., Managing Director e poi azionista. Ha contribuito alla trasformazione del moto mondiale, esattamente come Ecclestone aveva fatto con la Formula 1. Poi arriva il momento in cui anche uomini geniali come loro devono farsi da parte. Stanno arrivando gli americani. Alla Formula 1 hanno dato un boost importante, magari esagerando un po’ in certi eventi, ma riuscendo per ore a tenere un buon equilibrio tra sport e business, tra gare come Miami e Las Vegas e gare come quelle di Silverstone e Monza. Se faranno lo stesso anche con la MotoGp il business potrebbe tornare a crescere. Magari arriveranno anche a organizzare qualche mega evento in cui mischieranno auto e moto. Prepariamoci a vedere quello che non abbiamo mai visto prima, augurandoci che lo sport riesca a sopravvivere al business.

Di più su questi argomenti: