Simon e Halajie Barije, papà gambiano e mamma milanese, avversari in Milan-Monza  

Il Foglio sportivo

Dal Gambia a Milan-Monza. Il derby della famiglia Barjie

Stefano Arosio

Simon è il preparatore atletico dei brianzoli, Halajie è invece Head of corporate communication dei rossoneri. “Abbiamo gioito per i gol di Schillaci a Italia 90 davanti alla tv in Gambia. La contaminazione di idee e culture ci ha dato tanto, permettendoci di essere eclettici”

Bakau, piccola località affacciata sull’oceano, culla una delle tre piscine sacre di coccodrilli del Gambia. È lì che il 12 ottobre 2003 Simon ha sfidato con la maglia della Nazionale gambiana la Liberia, da poco orfana sul campo del suo simbolo George Weah, in una partita di qualificazione ai Mondiali 2006. Quelli di Berlino, Grosso e Materazzi. Difensori come lui, Simon, che a quei tempi vestiva la maglia del Monza: 156 partite e 3 gol in Serie C da sinistro di difesa, che allora ancora si chiamava terzino. Simon di cognome fa Barjie e il campo con Weah lo ha poi diviso per la partita celebrativa dell’ex Pallone d’oro africano, al Velodrome di Marsiglia: “Da milanista, fu un’emozione enorme”, dice oggi. Lui che è nato a Milano come il fratello Halajie e ha doppia cittadinanza grazie a papà Sulayman e mamma Daniela, milanese di piazza V Giornate, dove nonno Edo gestiva la trattoria toscana con balera cara anche a Rivera e Mazzola. Un melting pot di esperienze, coltivate nell’infanzia spesa nel paese centrafricano più tenace nell’affacciarsi al mare, stretto com’è tra le braccia del Senegal. Di quegli anni tra il lodge turistico di famiglia a Kartong e la casa nel sobborgo Banjul, “ricordo le grandi libertà”, spiega Halajie, Head of corporate communication del Milan. Lasciandosi alle spalle i campi polverosi d’Africa, Simon ha invece messo radici in quelli del professionismo italiano: dopo il calcio giocato, preparatore delle giovanili della Sampdoria, poi Como e dal 2017 il ritorno in Brianza. “A volte i sogni si realizzano in modo diverso. Da giocatore, con il Monza ho perso due finali playoff per la B, ma poi sono arrivato in A”, spiega Simon, 45 anni. “Quando giocavo, al mattino studiavo in università e facevo corsi di massofisioterapia alla sera”. E oggi è uno dei preparatori atletici dei biancorossi di Palladino.

La favola di Simon e Halajie si compie il 23 ottobre 2022. Milano, stadio Meazza: il Milan con il tricolore sul petto sfida il Monza, neopromossa in A dopo 110 anni nelle categorie minori. È la partita del ritorno di Galliani a San Siro, con Silvio Berlusconi che preferisce guardarla in tv: in quello stadio, in rossonero, hanno ottenuto 29 titoli, di cui 13 internazionali. Meazza e U-Power Stadium distano poco più di 20 chilometri e tanti tra i tifosi dei brianzoli hanno pure fede milanista. Per Halajie e Simon è sì un derby di famiglia, ma soprattutto il coronamento di un sogno: “Minuscola, ma allo stesso tempo così grande da farmi vibrare il cuore, emozionarmi tremendamente. È la nostra, Simon. Una bella storia. Una delle cinque o sei fotografie che uno si porta in tasca, in questo affascinante e matto giro di giostra che è la vita”, scrive in quei momenti Halajie sui social, disegnando il momento con tre cuoricini. Nero, rosso e bianco, iconografia propria anche degli emoticons di Galliani, nei messaggi di quei giorni.

Di riunioni familiari sui 105 metri di un campo da calcio ce ne sono state altre. I Baresi e i Maldera, i Paganin e i DeBoer e Filippini, i Frey, ma tra gli altri pure i Boateng, i Neville e i tre Esposito di Samp-Spezia a fine novembre. O gli Hernandez di Milan-Psg in Champions, il mese scorso. Nel Monza del figlio d’arte Birindelli e di Samuele Vignato, fratello dell’Emanuel del Pisa, anche il sardo Andrea Carboni e gli argentini Franco e Valentin, Carboni come papà Ezequiel, ex del Catania e oggi allenatore delle giovanili biancorosse. “Sì, il calcio è fatto di storie piccole e grandi”, sorride oggi Hala, come lo chiama chi teme di inciampare in qualche lettera dimenticata. “Il calcio è espressione della vita” e quel giorno ha ripagato “i sacrifici di Simon”, passato anche da Milan Lab. “Abbiamo gioito per i gol di Schillaci a Italia 90 davanti alla tv in Gambia. La contaminazione di idee e culture ci ha dato tanto, permettendoci di essere eclettici”.

In Milan-Monza, Simon e Halajie si ritrovano. Non contro, ma insieme. E papà Sulayman, scomparso nel novembre 2018, “ne sarebbe orgoglioso. In nome suo, forniamo supporto alimentare e attrezzature alla comunità locale in Gambia”, chiude Simon. “Quando papà morì non eravamo lì e questo rammarico oggi fortifica in noi il senso di appartenenza a tutto il paese”.

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