Foto Epa, via Ansa

ciclismo

L'incredibile Filippo Ganna

Giovanni Battistuzzi

L'italiano ha vinto l'oro nell'inseguimento individuale nei Mondiali di ciclismo ribaltando una corsa che l'inglese Daniel Bigham sembrava avere già vinto

Filippo Ganna aveva perso la finale per l’oro mondiale dell’inseguimento su pista. Filippo Ganna ha vinto la finale per l’oro mondiale dell’inseguimento su pista. Recuperare oltre un secondo in due giri di velodromo a Daniel Bigham era qualcosa di improbabile, Filippo Ganna c’è riuscito. Era improbabile sia per il pregresso della specialità, sia per la forza dell’avversario, argento agli ultimi Europei su pista e secondo tempo della storia sull’Ora (il record è di Filippo Ganna).

Filippo Ganna ha ribaltato una gara già persa, perché sembrava impossibile ribaltare un simile svantaggio. L’inglese aveva superato i due secondi di vantaggio, che nell’inseguimento individuale sono una specie di oceano da superare.

Non poteva succedere, è successo. Ci credeva Filippo Ganna, talmente tranquillo della sua forza da non guardare solamente la linea che doveva percorrere, ma da concedere un’occhiata al commissario tecnico della pista, Marco Villa, quasi a dirgli: “Tranquillo che adesso faccio il numero pazzesco”. Il numero pazzesco è stato realizzato. Medaglia d’oro.

Non è da tutti fare il miglior tempo dell’ovale all’ultimo giro. Filippo Ganna c’è riuscito, al modo che riusciva a Fausto Coppi e a Jacques Anquetil.

Diceva Ferdi Kubler, raffinatissimo corridore da inseguimento (oltre che vincitore di due Liegi-Bastogne-Liegi e un Tour de France), che “riuscire a migliorarsi negli ultimi cinquecento metri di una prova di inseguimento, vuol dire dimostrare di avere un motore aggiuntivo, di superare le capacità dei forti e arrivare a quelle dei campioni”. Perse molti inseguimenti contro Fausto Coppi, diversi contro Jacques Anquetil (ma già con qualche anno di troppo sulle gambe).

Filippo Ganna ha vinto nel modo dei grandi campioni e non ci si deve stupire. Perché Filippo Ganna è un grande campione della pista, del ciclismo. E non si deve cercare di fare il trucchetto della divisione tra strada e pista, non ha senso d’essere. Pedalare è lo stesso sia su pista e su strada. Filippo Ganna se la cava benissimo su entrambe. Due Mondiali a cronometro e una tappa al Giro d’Italia sono la dimostrazione di questo. E se si aggiunge tutto il lavoro di gregariato nei grandi giri di tre settimane ecco la dimensione completa del suo valore.

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