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Il risveglio

Il bronzo del Setterosa è una bella storia di rinascita

Francesco Caligaris

Due anni fa la nazionale italiana di pallanuoto femminile assisteva da spettatrice all’Olimpiade di Tokyo, adesso è sul podio mondiale dopo una storica impresa contro gli Stati Uniti e con un gruppo giovane e pieno di esordienti

Di norma non siamo scaramantici, ma nello sport un po’ sì: se la medaglia numero 13 per l’Italia al Mondiale di nuoto di Fukuoka si è fatta attendere più di due giorni, in cui tra l’altro tutto quello che poteva andare male è andato peggio (l’ultimo posto di Gregorio Paltrinieri negli 800 stile libero, la caduta del record del mondo di Federica Pellegrini nei 200 stile libero, il quinto posto di Nicolò Martinenghi nei 50 rana, varie eliminazioni dalle finali per pochi centesimi, infine ancora Paltrinieri che abbandona i 1500 stile libero e torna in Italia perché fuori condizione), allora magari non è vero ma ci credo. È stato un allenatore napoletano a interrompere la maledizione: Carlo Silipo, il ct della nazionale di pallanuoto femminile che questa mattina all’alba italiana ha vinto la medaglia di bronzo battendo 16-14 l’Australia ed è tornata sul podio mondiale otto anni dopo l’ultima volta. La finale per il terzo posto è stata intensa e combattuta, decisa da sei gol di Roberta Bianconi dopo il 10-10 all’intervallo e quattro minuti di inferiorità numerica per le azzurre a cavallo tra il secondo e il terzo tempo. Un parziale di 3-1 nella penultima frazione di gioco ha indirizzato la partita.   

Ma di questa campagna giapponese del Setterosa resterà per sempre nella memoria il successo nei quarti di finale contro gli Stati Uniti d’America. Sembrava una sconfitta annunciata, dopo il ko nei gironi contro la Grecia (16-12), quella contro la nazionale vincitrice degli ultimi tre ori olimpici e degli ultimi quattro ori mondiali consecutivi. Gli Usa quest’anno avevano battuto l’Italia due volte, entrambe ad aprile, 14-13 e 10-6. A voler essere maliziosi a Fukuoka hanno goduto anche di qualche fischio di troppo da parte degli arbitri: 15 superiorità numeriche, tre rigori a favore. Eppure è passato il Setterosa, 8-7, con due palombelle nel quarto tempo di Domitilla Picozzi e Chiara Tabani e le parate di Caterina Banchelli, che è uscita dalla piscina senza voce. “Se incroceremo gli Stati Uniti”, aveva detto Silipo prima del Mondiale, “non dovremo avere paura perché non avremo nulla da perdere, e in precedenti occasioni abbiamo anche giocato alla pari”.

La corsa dell’Italia è poi terminata in semifinale contro i Paesi Bassi, in una partita punto su punto (5-6, 6-7, 7-8 e 8-9, il risultato conclusivo) in cui Dafne Bettini ha colpito una traversa a cinque secondi dalla sirena. Il Setterosa ha mancato il pass per l’Olimpiade di Parigi 2024 (si qualificavano solo le due finaliste), ma finalmente ha dimostrato di poterci stare, a questi livelli. Nel 2021 infatti l’Italia non si era neanche qualificata per Tokyo, e ha dovuto ripartire quasi da zero con un gruppo giovane e cinque debuttanti al Mondiale (Lucrezia Cergol, Veronica Gant, Agnese Cocchiere, Aurora Condorelli e la stessa Bettini). Carlo Silipo ha fatto un capolavoro: “È una medaglia pesante. Adesso non ci dobbiamo accontentare. Dobbiamo ricordarci che stiamo effettuando un percorso che deve portarci all’Olimpiade”. All’Europeo del prossimo gennaio a Netanya (Israele), o alla peggio al bizzarro Mondiale che si disputerà solamente sei mesi dopo questo (a febbraio a Doha, in Qatar), la qualificazione ai Giochi dovrebbe essere poco più che una formalità.

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