Roberto Mancini in versione professore non lo avevamo mai visto. In campo, in panchina lo conosciamo, lo conoscete. Ma eccolo sul palco di una convention aziendale a trasmettere i valori su cui ha costruito una vita di successo. Di fronte al ct azzurro ci sono i manager di Petronas, lo sponsor principale della Mercedes di Lewis Hamilton e George Russell, un’azienda malese (avete presente le torri gemelle di Kuala Lumpur) che ha la sua base per la ricerca avanzata dalle parti di Torino. Il convegno, organizzato da Factory Group, si intitola “Perspectives for a thriving future”, prospettive per un futuro florido, prosperoso. Quello che viene chiamato discorso motivazionale lo ha tenuto Roberto Mancini ripercorrendo la sua carriera e trasformando episodi di vita vissuta, aneddoti e battute in lezioni di management. Di fronte ha una platea internazionale. Non è un problema per chi ha allenato in Inghilterra, Turchia, Russia e vinto un Europeo con gli Azzurri battendo gli inglesi a casa loro. Mancini è il professore che tutti avremmo voluto. Racconta, stimola, insegna senza salire in cattedra. Parte dalla Sampdoria e arriva a Wembley, all’abbraccio con Vialli che avrà sempre nel cuore. La sua idea di leadership si basa sul coraggio, sull’amicizia, sulla sincerità. Racconta come si gestisce la pressione, come si controlla l’euforia, come si ribalta un pronostico vincendo da sfavoriti, ma anche come si riparte dopo una sconfitta che fa male e un dolore che fa ancora peggio, come la perdita di Sinisa e Luca, un amico e un fratello.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE