Foto di Mathieu Pattier, AP Photo, via LaPresse 

Il foglio sportivo -that win the best

Che tenerezza tanta eccitazione per i tre gol di Di Maria

Jack O'Malley

L’Europa League è troppo sottovalutata, ma non perché la Champions League è un incubo per le inglesi. Preoccupa il Liverpool di Klopp, si brindi al Napoli di Spalletti

Ma non pensate anche voi che l’Europa League sia una competizione troppo sottovalutata? Io ne sono fan da tempi insospettabili – chi mi legge lo sa – non è che la esalto ora soltanto perché le inglesi in Champions League hanno giocato degli ottavi d’andata da incubo e potrebbero salutare tutte (tranne forse il Manchester City, che però è inglese tanto quando il baronetto Beppe Severgnini). Sono ancora sbronzo per la doppia sfida tra Manchester United e Barcellona: vedere gli eredi di Pep e Messi illudersi, lamentarsi, provare a buttarla sulla rissa e poi perdere malamente è stato un vero piacere. Ora tocca far fuori un’altra spagnola, il Betis, mentre l’Arsenal dovrà liberarsi dello Sporting Lisbona. Non so se sia stato l’addio di Cristiano Ronaldo o le cene di Ten Hag con Alex Ferguson, fatto sta che il manager olandese sta trasformando i Red Devils in una cazzutissima squadra sempre pronta a dare il sangue. 

 

Vedo invece molto entusiasmo dalle vostre parti, e confesso di provare non poca tenerezza nei vostri confronti, che vi eccitate per Di Maria che fa tre gol a una squadra di dopolavoristi che partecipano a uno dei pochi campionati meno credibili della Lega Saudita in cui sverna CR7, o vi commuovete per il 2-0 della Roma a una squadra col nome di una bibita che tiene svegli dopo due bottiglie di rosso. “Possiamo provare a vincere Europa e Conference League”, scriveva ieri la Gazzetta dopo avere fatto girare delle canne in redazione. Una volta spezzate le reni a Nantes, Salisburgo, Cluj e Braga, in effetti, cosa potrebbe andare storto? Chi mi preoccupa, oltre al semicommissariamento del governo inglese sulla Premier League (quando lo stato dice “ci penso io” non finisce mai bene), è il Liverpool di Klopp. Dopo la sconfitta contro Ancelotti nella finale della scorsa Champions League, i Reds sono diventati la caricatura di loro stessi: insicuri, pasticcioni, scarsi, in balia degli eventi. Apprezzo la volontà di andare a Madrid a giocarsela, ma nemmeno da sobrio direi che il Liverpool possa passare il turno, è più probabile che Cassano azzecchi un pronostico o che il Napoli perda lo scudetto. 

 

A proposito di Napoli, fatemi brindare alla squadra allenata da Spalletti. Lo so, a inizio stagione avevo detto che sarebbe crollata, che avrebbe fallito a dare il colpo di grazia al campionato, che Maradona, il Vesuvio, il complotto del nord, le pastarelle, la pizza… E invece eccola là in cima, oggettivamente bellissima da vedere e dolorosissima da incontrare. Brindo meno al suo presidente, però, che si è messo a fare il bullo dicendo che non c’è niente di cui stupirsi, dato che il Napoli è sempre stato competitivo e “il più onesto”. Ora io capisco che avete trasformato la Serie A in una puntata di “Un giorno in pretura”, e che da quel che leggo sui vostri giornali ogni giorno salta fuori qualche nuova carta che dimostrerebbe qualche porcheria che Juventus e società amiche avrebbero fatto, ma fare le verginelle in un sistema in cui il più pulito ha la rogna (vero Manchester City e Barcellona?) è meno credibile di me che ordino acqua naturale invece che birra al pub. Per me sempre e solo la mia bionda (ma sia chiaro che mi piace anche scura).

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