Umberto Gandini in una foto d'archivio (Ansa)

Il Foglio sportivo

“La Serie A riconquista i giovani, ora la sfida all'audience”. Parla Gandini

Umberto Zapelloni

Il presidente della Lega di pallacanestro alla vigilia delle Final Eight di Torino che inizieranno il prossimo 15 febbraio: "Il mio obiettivo è quello di allargare i confini del basket"

C’è voglia di basket. Anche se a prima vista non sembrerebbe, considerando il disinteresse della tv generalista e di certi quotidiani, pare proprio che qualcosa sotto canestro stia cominciando a muoversi. Lo raccontano i trenta mila biglietti venduti per le Final eight di Coppa Italia che si svolgeranno al Pala Alpitour di Torino dal 15 al 19 febbraio e lo conferma Umberto Gandini, il presidente della Lega Basket: “Se guardo alle sedici società di Serie A posso dire che il basket italiano gode di buona salute, non stiamo attraversando un momento epocale, ma venendo da un anno a porte chiuse e un altro a capienza limitata, posso dire che stiamo ricevendo dei segnali positivi”.Il dato più significativo, tra quelli che ci racconta Gandini, è quello relativo al pubblico. Quando si entra in un palazzo si vedono sempre le stesse facce. Quelle che erano lì quando tutti eravamo ragazzi. Manca il ricambio generazionale dei tifosi si dice sempre. I ragazzi preferiscono l’Nba. Non seguono il nostro basket anche se magari ci giocano. Gandini con in mano i dati dell’ultima ricerca smentisce quello che era diventato un luogo comune: “La cosa più importante è che il nostro pubblico si sta ringiovanendo. Da un paio d’anni, compatibilmente alle chiusure per la pandemia, stiamo cercando di lavorare sui canali che intercettano di più i favori dei ragazzi. Stiamo cercando di cambiare un po’ la narrativa della pallacanestro cercando di intercettare un pubblico differente con interessi trasversali rispetto al basket. Ci stiamo privando muovendoci con la musica, il fashion, l’urban street e facendo una grande attività con i mezzi più vicini ai giovani come i social”.

 

Parole che si trasformano in cifre: “Abbiamo avuto un aumento nella fascia fino ai 35 anni. In un momento in cui tutti gli sport in Italia stanno vivendo un invecchiamento dei loro spettatori, noi del basket stiamo andando un po’ controcorrente. All’inizio della stagione 2022-23 il bacino di interessati al basket di Serie A registra un significativo rialzo: il pubblico dai 14 ai 64 anni che ha dichiarato di seguire almeno saltuariamente il campionato italiano ha superato quota 16 milioni con un incremento del 7 per cento rispetto al giugno dell’anno precedente. Ed è cresciuta la quota femminile (dal 28 al 39) e nella fascia dai 14 ai 24 anni c’è stato un incremento dal 16 al 20 per cento tra coloro che seguono regolarmente il basket e anche nella fascia dai 20 ai 33 anni siamo saliti dal 20 al 23 per cento  negli ultimi due anni. Qualcosa succede…”. “Il mio obiettivo è quello di allargare i confini del basket – racconta Gandini che era entrato in carica pochi mesi prima della chiusura per Covid del campionato –  E i confini si stanno pian piano dilatando. Il prossimo step è quello di trasformare il maggior interesse in una maggior partecipazione, anche se ci confrontiamo con dei limiti strutturali evidenti con palazzetti da 3.500 spettatori. Prima della pandemia avevano una percentuale di riempimento del 72 per cento, ma in Serie A avevamo piazze con palazzetti importanti sempre pieni. Oggi con tanti palazzetti ancora piccoli, abbiamo comunque avuto quasi mezzo milione di spettatori nel girone d’andata con un trend positivo rispetto all’ultima stagione a capienza piena prima dello stop per Covid”.

 

Una nicchia che può farsi sentire. Viene spontaneo il paragone con il volley: “La rivalità con il volley non esiste. Lavorando sugli stessi impianti abbiamo molti interessi comuni ma un pubblico diverso: non ci rubiamo quote di mercato. Diverso il discorso agonistico dove può essere vero che ci si contenda i giovani migliori con il volley che a livello scolastico è messo in antitesi al basket, soprattutto a livello femminile. Il problema è lì, ma poi a livello di spettatori il volley non fa un milione di spettatori a stagione come noi. A livello di praticanti, se sommiamo il movimento maschile a quello femminile ci ammazzano è vero, ma il volley femminile è dominante, il basket femminile inesistente”. Da mercoledì il basket è a Torino per le Final eight tra le prime otto del girone d’andata. Olimpia Milano e Virtus Bologna sono le finaliste annunciate, ma quest’anno potrebbero esserci sorprese con Venezia che ha appena cambiato tecnico, Tortona che ormai è una realtà e un gruppo di squadre che senza nulla da perdere potrebbe inventarsi la partita perfetta come Brescia, Varese, Pesaro e Trento. “ Per la Lega Basket è il prodotto principale, dopo Pesaro e Milano volevo provare a dimostrare che il grande basket può aver successo anche fuori dalle piazze storiche. A Torino, anche se non ha una squadra in Serie A c’è una tradizione, abbiamo trovato una collaborazione straordinaria dalla Regione, dal comune e dalla Camera di commercio”.

 

Resta il grande cruccio di un’audience tv che non sale. Gandini prova a spiegarlo: “L’audience televisivo è in contrazione dappertutto. Tutti gli sport meno il calcio oggi sono sport visti in streaming, addirittura le Olimpiadi nella loro interezza vanno in streaming. Il problema è che c’è molta meno gente davanti alla televisione. La pallacanestro ha un pubblico di nicchia che paga per vedere e quando andiamo sulle reti generaliste soffriamo. Dobbiamo lavorare perché la gente interessata sappia dove può vedere il basket in chiaro. Dopo 10 anni di Rai Sport siamo andati sul Nove. Gli ascolti sono in linea con Rai Sport ma è aumentato il numero della gente che passa su quel canale mentre trasmette il basket. La sfida adesso è quella di trattenerla. Quando una partita come Bologna-Milano di campionato fa quasi 300 mila persone di ascolto medio, ma ha un milione e 800 mila persone che ci passano sopra vuol dire che dobbiamo lavorare lì. Non possiamo risolverlo dalla sera alla mattina, ma è il nostro obbiettivo a medio termine”. Il basket prova a riaccendere la tv. È la sfida del futuro in attesa di poter giocare in palazzetti nuovi come quello che sta arrivando a Tortona.

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