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La sparizione di New York dagli albi d'oro dello sport americano

Stefano Vegliani

Kniks e Nets nel basket, Yankees e Mets nel baseball, Giants e Jets nel football, Rangers e Islander nell’hockey. Viaggio nelle delusioni sportive della Grande mela che aspetta derby da playoff per esaltarsi

New York. New York, con Los Angeles, è l’unica città degli Stati Unii ad avere due squadre in tutti i campionati professionistici. Per questo i derby in città si sprecano, ma non pensiamo ci sia la stessa febbre che c’è per le stracittadine di casa nostra. Tutto cambia nel caso il match sia decisivo per avanzare nella fase playoff perché durante la regular season i derby sono di assoluta routine, non infiammano il tifo più di tanto. Noi in Italia seguiamo soprattutto il basket che tra gli sport americani è il più popolare, ma le gerarchie qui sono diverse: nell’interesse del pubblico comandano football e baseball.

   

Rimanendo focalizzati sul basket che è nel pieno della stagione Kniks e Nets si sono incontrati sabato sera per la seconda volta dall’inizio del campionato. Brooklyn ha vinto dominando gran parte della partita, con un vantaggio massimo di 20 punti, ma nel quarto tempo sarebbe finita diversamente senza la performance dell’ex reietto Kyrie Irving. Irving, quello che non ha potuto giocare a lungo a New York perché non si era vaccinato e che all’inizio della stagione è stato sospeso per un tweet dai chiari connotati antisemiti, ha realizzato 20 dei suoi 31 punti nel quarto tempo permettendo ai Nets di vincere 122 a 115. A novembre avevano vinto sempre i Nets 112 a 85, proprio quando Irving era fuori squadra, ma era ancora in formazione Kevin Durant oggi fermo per infotunio. Brooklyn è quarta nella classifica Est con 30 vittorie e 19 sconfitte, New York è settima (27-24) e quindi per adesso fuori di un soffio dall’accesso diretto alla fase finale della Eastern Conference.

   

Da quando i Nets sono diventati newyorkesi nel 2012 trasferendosi dal New Jersey solo due volte entrambe le formazioni si sono qualificate per i playoff. Va detto che i Kniks negli ultimi vent’anni sono andati alla fase finale solo sei volte, hanno vinto l’anello l’ultima volta nel 1972. Insomma non hanno proprio brillato, simbolo di una città che nello sport non ha la rilevanza che si potrebbe supporre.

   

Perché c’è poco da dire, la città più cara, e quindi anche la più ricca, del mondo non riesce ad essere autorevole nello sport. New York oltre a Kniks e Nets nel basket, ha due franchigie nel baseball, Yankees e Mets, Giants e Jets nel football, Rangers e Islander nell’hockey. Il titolo più recente tra tutti i campionati è quello dei Giants nel 2011. La Nfl è arrivata nel momento cluo con il Superbowl in programma ilo 12 febbraio a Glendale in Arizona, dove l’attesa è grande anche le la performance di Rihanna nello show di metà partita. New York, dopo una stagione da protagonista è stata eliminata in modo netto nella semifinale di divisione da Philadelphia. Un match sintesi della rivalità tra due città vicine, tanto che (contrariamente al derby di regular season del basket) le news hanno dato grande risalto alla vigilia e, purtroppo per New York, anche al risultato finale di 38 a 7. Nella notte italiana si sono qualificate per la finale sportiva più seguita del pianeta I Philadelphia Eagle che hanno annientato i San Francisco 49ers e Kansas City Chiefs che hanno battuto i Cincinnati Bengals con un calcio a tre secondi dalla fine. Finale inedita per il Superbowl.

     

Non tutti sanno però che il primo campionato di uno sport di squadra in Nord America è stato l’Hockey nato nel 1893, all’inizio c’erano solo formazioni canadesi, ma presto si è allargato a tutti gli Stati Uniti. Dal 1915 chi vince porta a casa la Stanley Cup. Il campionato è cominciato a ottobre e la finale dei play off è in programma dall’8 al 18 gennaio al meglio delle cinque partite. I Rangers hanno vinto l’ultimo dei quattro titoli nel 1994, gli Islander sono stati dominatori nei primi Ottanta con quattro vittorie consecutive.

  

La delusione recente più grande per la città resta quella del baseball. Gli Yankees dopo essere stata protagonista nella regular season accompagnati dal record di sessantadue fuoricampo in una sola stagione, stabilito da Aaaron Judge, sono crollati nella semifinale contro Huston, che poi ha vinto le World Series, deludendo le aspettative dei tifosi della squadra più amata della città. Anche la più gloriosa, con i suoi ventisette titoli su quaranta finali, ma che non vince dal 2009. Non sono più i tempi di Babe Ruth e Joe di Maggio.

 

Los Angeles, San Francisco, Boston, Chicago, Houston hanno cucito più scudetti sulle maglie negli anni recenti. Essere ricchi non basta per vincere.

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