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qatar 2022 - facce da mondiale

Andries Noppert è rientrato in porta

Francesco Gottardi

Tra infortuni, incomprensioni, scelte discutibili il portiere olandese sembrava destinato a non vestire mai la maglia della Nazionale. Quest’anno all’Heerenveen conta più presenze che gol subiti, poi van Gaal ha deciso di dargli fiducia

A inizio 2021, Andries Noppert era un ragazzo contento. Contento di fare il secondo portiere nel Go Ahead Eagles, club di seconda divisione olandese. Mica aveva torto: dopo l’ennesimo infortunio, parola sua, l’alternativa sarebbe stata entrare in polizia o in fabbrica. Oggi però Noppert è il titolare della Nazionale che sfiderà l’Argentina nei quarti di finale di Coppa del Mondo. Sorpresa fra gli Oranje, giocatore più alto – 2,03 metri – di Qatar 2022. Il principio di realtà sfuggito di mano in diciotto mesi. E di colpo l’eco mediatica attorno a quel 28enne sbocciato come d’incanto. O per tocco magico di Louis van Gaal, che in odor di Mondiali – zero ko in dieci gare, record e scongiuri – trasforma in oro un po’ tutto. “Io e il ct siamo simili, ci capiamo al volo”, conviene Noppert. “Sognavo questo momento fin da bambino: poteva realizzarsi soltanto con lui”. La precondizione però è la lungimiranza di Kees van Wonderen. Che seminò bene. E ironia della sorte, un tempo era il vice di Ronald Koeman nell’Olanda prima di van Gaal.

   

Riavvolgiamo il nastro all’anno scorso. Da Doha a Deventer, dove Noppert tira un sospiro di sollievo per quel nuovo contratto da professionista tutt’altro che scontato. Per sei mesi era rimasto senza squadra. Al Dordrecht, la stagione precedente, aveva giocato la miseria di due partite. Colpa di un rognoso infortunio al menisco e relative ricadute. Ma van Wonderen, che ora allena il Go Ahead Eagles, gli dà una possibilità. “Il problema”, ha rivelato in una recente intervista a Sky Sports, “è che Andries sembrava soddisfatto di fare la riserva. Un bravo ragazzo”, forse non abituato alla fame agonistica. Ma con tutte le qualità necessarie. “L’aspetto tecnico su cui ci premeva intervenire era il suo raggio d’azione: complice la statura, Noppert aveva l’abitudine di uscire su ogni palla alta”. Fin troppo. “Pian piano l’abbiamo riportato sulla linea di porta. E appena è arrivato il suo momento non se l’è fatto scappare”. Letteralmente.

 

Il Go Ahead viene promosso in Eredivisie, il portiere debutta il 23 gennaio 2022 e da lì in poi titolare sempre. La molla è scattata. In estate bussa alla porta il più blasonato Heerenveen: per Noppert la Frisia è aria di casa, impossibile dire no. È cresciuto in quel club dal 2005 al 2014, senza mai riuscire a fare il salto in prima squadra. Ci torna dopo otto anni imponderabili. Gli inizi al Breda, dove gioca pochissimo – 7 gare in tre anni e mezzo – e viene ricordato al più per qualche stravaganza, come le vittorie festeggiate a ritmo di polonaise. Poi la parentesi nella nostra Serie B, su richiamo di Giovanni Stroppa che giocò nel grande Milan degli olandesi. Ma Andries a Foggia prende 12 gol in 8 partite, gli rubano un’Audi A6 nuova di zecca e si ritrova due bombe carta nel giardino di casa. Una notte, lui e la fidanzata decidono di dormire in hotel “perché non ci sentivamo sicuri dopo una sconfitta”. Alla faccia del sogno italiano. Cibo compreso: Noppert mangia pasta tutti i giorni e il fisico ne risente. “Cambiare dieta e affidarmi a un fisioterapista specializzato”, Paul Jongmans, ex decatleta di livello europeo, “sono stati due passi decisivi per la mia carriera”.

  

Fino a diventare il ‘Grattacielo di Joure’, epiteto tra stazza e città natale – sulla mole proverbiale dei popoli frisoni si pronunciò pure Dante (Inferno, Canto XXXI). I centimetri non sono tutto per un portiere. Anzi, ben poco in termini di riflessi. Ma Noppert ha dalla sua una storia famigliare polisportiva: mamma cestista, papà calciatore, lui che fino ai 14 anni pratica ginnastica artistica a livello regionale. Così, anche quando finisce tra i pali, non risentirà mai del baricentro alto. Andries è reattivo, affidabile. Quest’anno all’Heerenveen conta più presenze che gol subiti. Un po’ a sorpresa, van Gaal lo porta ai Mondiali senza nemmeno un assaggio di amichevole. E invece dentro, subito. L’apice contro gli Stati Uniti: Pulisic in avvio ha la palla dell’1-0 ma Noppert fa un intervento super, indirizzando gli ottavi di finale perché di lì a poco segnerà Depay.

 

Resta una grande domanda: com’è possibile che un giocatore del genere, alla soglia dei trent’anni, abbia disputato soltanto una cinquantina di partite fra i professionisti? “Nei Paesi Bassi ci si lamenta di non avere buoni interpreti”, dice Noppert, e di certo il ricambio generazionale lo ha aiutato. “Ma i ragazzi hanno bisogno di un’opportunità. E osare, senza paura, a prescindere dall’età”. Durante Senegal-Olanda, all’esordio, in varie situazioni di gioco gli Oranje avrebbero potuto appoggiarsi sul portiere eppure non l’hanno fatto. Vuoi per sfiducia, o per non mettergli pressione. Ma così non va. A fine primo tempo, il debuttante va da Daley Blind, 98 gettoni in Nazionale, e glielo fa presente: “Mi ha colpito”, ammette il veterano. “È stata una conversazione utile per capire quali aspettative avere l’uno dall’altro”. A furia di azzerarle, Noppert è arrivato di fronte a Messi.