DIALOGHI MONDIALI /13
Nonostante il Giappone, a Qatar 2022 la Spagna di Enrique resta favorita
A prendere peggio la sconfitta contro i giapponesi è proprio l'allenatore spagnolo, che odia perdere. Ma ora il calendario è agevole e lo spavento può motivare la nazionale a fare meglio
“Dialoghi mondiali” accompagnerà ogni giorno di Qatar 2022. Un dialogo quotidiano tra il calcio e il faceto tra Fulvio Paglialunga e Giuseppe Pastore sui temi di giornata, o forse no, dei primi Mondiali invernali della storia.
Giuseppe - Non è una bella pagina di calcio quella che abbiamo visto scrivere ieri sera. Massima simpatia per il coraggioso Giappone che riesce nell'impresa di fare 6 punti contro Spagna e Germania e perdere dalla Costarica, ma il secondo tempo della Spagna autorizza i peggiori sospetti sui ragazzi di Luis Enrique. Si sono fatti i loro calcoli, hanno scelto la metà (apparentemente) più comoda di tabellone, lontani dal Brasile ai quarti e col Marocco invece che la Croazia, e hanno fatto fuori la Germania. Tutto lecito. Luis Enrique avrà molti meno argomenti per portare avanti la propria seducente filosofia. Tu che ne pensi?
Fulvio - Che quello che l’ha presa peggio, secondo me, è proprio Luis Enrique, che non voleva perderla e generalmente non vuole perdere mai. Però ti devo dire che i cattivi pensieri non hanno avuto molto tempo per stabilizzarsi durante il gran casino che c’è stato. A un certo punto c’erano Costa Rica e Giappone agli ottavi, la classifica è cambiata di continuo, alla fine la sorpresa c’è stata. Ma poteva essere un cataclisma, perché anche se fai i tuoi calcoli non puoi fare sempre i conti con il calcio.
Giuseppe - Sì, le due partite sono decisamente sfuggite di mano dal pareggio del Giappone in avanti. Ad ogni modo, la Germania esce giocando un gran bel calcio e paga i 10 minuti di follia nella prima partita: un'eliminazione sconcertante perché va contro l'idea di Germania che abbiamo da 50 anni. La Spagna rimane una seria favorita per il titolo, ancora di più perché avrà un ottavo e un quarto di finale più morbidi di quelli che le sarebbero toccati da prima nel girone: secondo me la partita di stasera non ha alcun valore tecnico né tattico. Il Giappone festeggia un ottavo davvero rocambolesco e potrebbe mettere in difficoltà una Croazia ancora altalenante, che brilla più in difesa che in attacco.
Fulvio - Però il Giappone non lo abbandonerei così, ai calcoli della Spagna. Un po’ per quella simpatia che nasce quando eravamo piccoli e il calcio giapponese era un cartone animato, ma anche perché sono convinto che abbia dei numeri e, soprattutto, un allenatore che indovina tutti i cambi. Lo aveva fatto contro la Germania e anche ieri. Poi vedremo, magari come non hanno saputo gestire il successo di apertura non riescono nemmeno con questo, però se lo sono meritati, fin qui. La Spagna invece resta forte e sì, ora ha un calendario agevole. Diciamo che ha avuto qualche minuto di spavento che può servire più di una vittoria. Come quando una madre agita la ciabatta: se non te la lancia, comunque hai capito.
Giuseppe - La Germania non so come prenderla: ha giocato generalmente bene, a tratti anche molto bene come nel secondo tempo contro la Germania e per 70 minuti contro il Giappone, ma va a casa quasi inspiegabilmente. Non so nemmeno cosa rimproverare a Flick, se non l'assurdo black-out del match iniziale: la difesa non è stata all'altezza, ma la batteria di mediani e trequartisti era di prim'ordine. Andava chiusa prima con il Giappone, questo sì, ma la trovo una delle eliminazioni più sconcertanti della prima fase, in un Mondiale in cui vanno avanti Australia e Polonia...
Fulvio - Però otto anni fa, quando la Germania vinse in Brasile, celebravamo il modello tedesco, e dobbiamo chiederci perché in due Mondiali è andato in frantumi. Ho la sensazione che sia un po' un'immagine dell'Europa calcistica: essere convinti che ancora basti il nome, mentre le altre realtà, che un tempo erano casuali protagonista di qualche partita, ora si stanno consolidando. Perché, ad esempio, proprio in questo girone il Giappone passa da prima, ma quella che per me è la vera sorpresa è il Costa Rica, che è stato in corsa quasi fino all'ultimo nonostante il 7-0 della prima giornata. E che in un Mondiale noi ci ricordiamo bene, peraltro.
Giuseppe - Stasera intanto si chiude la prima fase, il che vuol dire che siamo già arrivati al 75% delle partite del Mondiale. Brasile-Camerun interessa soprattutto per capire se anche le riserve verdeoro si riveleranno impenetrabili come i titolari: zero tiri in porta subiti contro Serbia e Svizzera, e il confronto tra la difesa della Seleçao contro i super-uomini Messi, Mbappé eccetera è uno dei temi più stuzzicanti della seconda fase. Guarderò più volentieri Serbia-Svizzera, rivincita del 2018 con i serbi che non riescono a non essere serbi nemmeno stavolta, tra pigrizia, indolenza e gossippaccio della peggior specie ad auto-sabotargli la vigilia.
Fulvio - Non avendo ancora avversari in grado di fermarlo, sembra che per il Brasile in questo momento il nemico peggiore sia l'aria condizionata: almeno, sentendo Antony, che ha saltato alcuni allenamenti perché ammalatosi per colpa del sistema di raffreddamento degli stadi. Cosa che richiamerebbe la genialata di un Mondiale dove fa così caldo. Ma vabbè, parliamo delle partite che si giocano, seppure al fresco. Certo, il Brasile farà bene a giocare le riserve come ha già fatto la Francia, ma il Camerun, che ha fatto un gran casino con Onana, non mi sembra in grado di approfittare. Tanto più che la Svizzera parte in vantaggio. Ecco, la partita da seguire oggi, in questo girone, è Serbia-Svizzera. Ma non sono sicuro di poter rinunciare al Brasile.
Giuseppe - Il Brasile lo ritroveremo più avanti così come il Portogallo: uno dei pochi motivi d'interesse della partita di oggi è scoprire se Cristiano Ronaldo diventerà il primo uomo a segnare ai Mondiali sia alla Corea del Nord che alla Corea del Sud. Il Portogallo continua ad avanzare a fari spenti, giocando con furbizia sul cliché della Ronaldo-dipendenza: a me sembra più il contrario, e cioè che in questa fase declinante della sua carriera sia Cristiano ad avere un disperato bisogno dei Bruno Fernandes, dei Bernardo Silva, dei Joao Felix, gente che gli consente sia di correre poco che di concentrarsi esclusivamente sull'area di rigore, ovvero con ciò che gli preme di più dalla notte dei tempi: fare gol. Infatti è tornato a sorridere, e non mi sembra un'espressione di facciata.
Fulvio - Io invece voglio scoprire se Cristiano Ronaldo è capace di attribuirsi qualche altro gol. Ho trovato surreale la discussione di questi giorni, sulla punizione di Bruno Fernandes, ma è anche significativo di come Ronaldo sia il capo della nazionale portoghese. Pensa che lo stesso Bruno Fernandes ha detto che forse il pallone è stato toccato, per omaggiare il re. Ma è lo stesso Bruno Fernandes che qualche giorno prima era protagonista di un video virale in cui a stento saluta Ronaldo nello spogliatoio, perché entrambi giocano nel Manchester United e lì non tira buona aria. Fa sorridere che Cristiano Ronaldo, l'uomo quasi bionico, sia stato smentito da un pallone ipertecnologico, che è un po' come il detto del "più puro che ti epura". Nell'altra partita vedo bene il Ghana, e voglio seguire con attenzione particolare Kudus, che è in questo momento una sorta di eroe nazionale e se passano il turno anche di più. Nel caso dovesse passare il Ghana, però, spero che lo staff tecnico si controlli un po’: dopo la vittoria contro la Corea del Sud sono andati per consolare Son che era in lacrime, ma visto che c’erano ne hanno approfittato per scattarsi un selfie. Una specie di turismo del dolore.
Giuseppe - E poi ieri nel giorno del suo 70° compleanno, Romelu Lukaku decide di omaggiare lo sciagurato Egidio Calloni. Trovo che abbia fatto una prestazione sportivamente drammatica, con pochissimi eguali nella storia dei Mondiali, e reggono poco la scusa della scarsa condizione per chi fallisce almeno tre gol colossali a porta vuota. Si vede che doveva andare a finire così questa generazione in fin dei conti ben poco dorata per il Belgio, che alla fine ha vissuto la sua supremazia quadriennale nel ranking FIFA più come un beffardo fardello. Anche oggi scelte tardive e sconclusionate del ct Martinez, come partire con Mertens o sguinzagliare il pimpante Doku nell'ultimo quarto d'ora: l'inabissamento del Belgio 2022 mi ha ricordato la tristissima Italia di Sudafrica 2010, anch'essa eliminata tra le pernacchie di giovedì pomeriggio.
Fulvio - Mi sono convinto che quello fosse il cugino di Lukaku, magari che non aveva mai giocato a calcio prima di ieri. È incredibile quello che ha sbagliato, ma è incredibile l’intero Mondiale del Belgio, che abbiamo dileggiato a sufficienza ma che ha fatto molto da solo. Non fosse per il finale disperato che ha portato agli errori di Lukaku è stata una squadra spenta. La Croazia ha controllato, nonostante lo choc per un rigore annullato per fuorigioco forse di dito.
Giuseppe - La Croazia è stata assalita dalla paura nell'ultima mezz'ora, come la Polonia ieri, come anche il Marocco che faticava a superare la metà campo oggi nella ripresa: il tema della pressione psicologica per me è sempre più importante soprattutto in un Mondiale, dove ragazzi giovani si ritrovano a fronteggiare situazioni che non hanno mai vissuto in una carriera intera. Però non hanno perso nemmeno una partita, si sono distratti solo per cinque minuti contro il Canada e in generale avevano risorse e stimoli superiori al Belgio. Segnalo un'altra eccellente partita di Gvardiol, al momento il miglior difensore del torneo.
Fulvio - Però il Marocco ha subito un gol solo in tre partite e se l’è fatto da sé. Non mi pare un dato da poco e mi sembra una squadra piuttosto compatta. Insomma, nel girone che doveva portare avanti i vecchi talenti di un tempo ne abbiamo scoperto qualcuno nuovo. Il Canada, invece, non aveva nessuna aspettativa e ha finito senza mai averne avuta una. Tutto sommato coerente.
Giuseppe - Sul Marocco sfondi un portone aperto, è una delle migliori 5 squadre della prima fase: armonioso, brillante, furbo, preparato tatticamente. Complimenti al suo giovane ct Regragui anche nella preparazione della partita: pensavo che la partita "facile" sarebbe stata la più complicata per una squadra con la qualificazione a un passo, specialmente nei primi minuti in cui il Canada ha espresso le cose migliori, invece li hanno aggrediti con una veemenza da grande squadra. Bravissimi.
Fulvio - A proposito di portoni, sfondo quello delle storie, perché a inizio Mondiale avevi parlato dell'ecuadoriano Djorkaeff Reasco, che ha quel nome di battesimo perché il padre era una grande fan di Youri Djorkaeff. Non possiamo farlo andare via dal Qatar senza raccontare che l'altro giorno i due Djorkaeff si sono incontrati. Lo ha voluto Youri, che è stato campione del mondo con la Francia l'anno prima che Reasco nascesse. E si sono scattati una foto come quel meme dei due Uomo Ragno che indicano l'altro sé stesso. Stavo aspettando questo momento da quando lo hai scritto.
Giuseppe - Chissà cosa si prova, a dare il proprio nome a un oscuro attaccante ecuadoregno.
Fulvio - Lo scopriremo quando troverai un attaccante che di nome farà Pastore.
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