Foto di Darko Vojinovic, via AP, via LaPresse 

il foglio sportivo

Quella di Giannis Antetokounmpo è una storia da film

Roberto Gotta

Il racconto della vita del cestista dei Milwaukee Bucks, tra l'apolidia e il sogno, è cinema dentro la realtà, ma le esperienze del regista e degli interpreti di Rise non hanno nulla da invidiare

"Ci hanno chiesto di fare un provino per vedere se avessimo un’intesa scenica da fratelli, ma noi SIAMO fratelli!”. Uche e Ral Agada se la ridono, presentando al mondo la propria partecipazione al film sulla storia – da film, appunto – della stella Nba Giannis Antetokounmpo e della sua famiglia, Rise, prodotto dalla Disney e disponibile da giugno su Disney+. Uche interpreta proprio Giannis, mentre Ral ha la parte di Thanasis, uno degli altri fratelli.

 

E se la vicenda personale della famiglia Antetokounmpo sembra sfiorare i confini dell’irreale, soprattutto per il lieto fine che la sta caratterizzando, quella dei due Agada, pure loro nigeriani di origine, non è poi così distante: Uche lavorava infatti in un fastfood del New Jersey quando vide su Instagram un post di Giannis con l’inserzione per la ricerca di un “volto nuovo e fresco” che lo interpretasse. Preso un permesso dal lavoro, ottenne la parte e consigliò Ral per quella di Thanasis, fino a che non si arrivò a quella surreale richiesta di una prova di affiatamento sul set, prova superata alla grande perché fratelli erano, e fratelli dovevano interpretare.

 

C’è qualcosa di davvero particolare nella genesi e nello sviluppo di Rise, dunque, qualcosa che a sua volta forse meriterebbe la celebrazione in un film: che dire per esempio di Akin Otomoso, il regista? Classe 1974, nigeriano pure lui ma cresciuto in Sudafrica, famiglia già inserita nel mondo dello spettacolo, nel 2013 aveva letto un articolo del settimanale Sports illustrated sulla vicenda di Giannis e aveva pensato “un giorno dirigerò un film sulla vita di questo ragazzo”. Auspici che magari si dicono e si pensano, ma che per Otomoso divennero un’ossessione: “Tenni quell’articolo sul comodino della stanza da letto per anni, a ricordarmi che non avrei mollato fino a che non fossi riuscito nel mio intento. E quando nel 2019 seppi che la Disney aveva approvato l’idea di Giannis dissi al mio agente ‘devi a tutti i costi farmi avere un incontro con loro, voglio che ascoltino la mia proposta di come dovrebbe essere fatto il film'”.

 

Una sorta di doppio miracolo, rievocato con emozione da quasi tutti i componenti della famiglia Antetokounmpo presenti al lancio: perché la signora Veronica, che con il marito Charles, scomparso nel 2017, aveva lasciato Lagos per arrivare ad Atene dopo un lungo percorso, si è commossa nel rivedere le vicende della propria vita, e ancora di più lo ha fatto Giannis. Che citando – senza svelare ulteriori dettagli, per lasciare un margine di sorpresa anche in una vicenda ormai ben nota – ha detto “mi ha fatto molto effetto vedere la paura negli occhi dei miei genitori, nel film, quando erano in Turchia. Avevano 26, 27 anni, la stessa età che ho io ora, e sono padre di due bambini per cui posso capire ancora di più… Anche se ovviamente conosco bene la loro storia, e il percorso che hanno fatto, vederlo così, sullo schermo, ti fa un effetto davvero particolare”.

 

Girato tra l’aprile e il luglio del 2021 ad Atene, nei luoghi dove quattro dei cinque figli di Charles e Veronica dovettero arrangiarsi in mille modi – compresa la vendita da ambulanti di prodotti di vario genere – per dare una mano, il film ovviamente si concentra molto sulla fase di vita nella quale ha cominciato a germogliare il successo di Giannis e quello, minore ma non trascurabile, di Thanasis, Kostas e Alex. Inizialmente appassionati di calcio, come il padre, ma notati da un allenatore locale che vedendo statura e movenze intuì il terrificante potenziale soprattutto di Giannis.

 

Che, come noto, è stato sostanzialmente apolide per gran parte della sua vita: come clandestino, non poteva avere né la cittadinanza greca pur essendo nato ad Atene, né quella nigeriana, dato che Charles e Veronica erano partiti senza documenti. Cittadinanza e passaporto arrivarono solo poche settimane prima del Draft Nba del 2013, quello nel quale Giannis venne scelto al numero 13 dai Milwaukee Bucks, squadra con la quale ha poi vinto il titolo nel 2020, anno in cui ha ottenuto il suo secondo riconoscimento consecutivo come miglior giocatore della lega. Una trama già fatta e finita, quasi senza bisogno di sceneggiatori.

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