Il Foglio sportivo

È un'Italia olimpica che punta sulle sue donne d'oro

Umberto Zapelloni

Da Tokyo a Pechino per continuare la festa: gli azzurri sognano di vincere almeno 10 medaglie

Gli azzurri si sono avvolti nel tricolore. Una mantella che vuole essere una bandiera da sfoggiare con orgoglio. Il regalo di Giorgio Armani per la nostra squadra olimpica che a Pechino comincia la sua corsa all’oro. In Cina è l’anno della Tigre e ce lo fanno sapere in ogni modo, ma soprattutto vogliono far sapere al mondo che la Cina non è più soltanto Storia. Oggi è tecnologia, è futuro. È quasi un avviso ai naviganti che osservano il “Nido d’uccello”, lo stadio che già ospitò l’inaugurazione dei Giochi estivi del 2008, cercando possibili segni di guerra tra i potenti presenti (e i tanti assenti).

Il presidente del Cio Bach cerca di tenere lontana la politica, il suo è un messaggio di pace ispirato a John Lennon e al suo “Give peace a chance”: “La missione olimpica è questa: unirci in una competizione pacifica, costruendo sempre ponti, mai erigendo muri. Unendo l’umanità in tutte le sue diversità. In questo spirito olimpico di pace mi appello a tutte le autorità politiche del mondo, affinché si impegnino in questa tregua olimpica”. Il riferimento a quanto sta accadendo sul confine tra Russia e Ucraina è chiaramente voluto anche perché in tribuna c’è Putin.

Non sarà semplice tenere la politica lontana dai Giochi, un po’ come non è semplice tenere il virus fuori dai cinque cerchi olimpici. Il Covid ha messo in quarantena atleti favoriti, portabandiera designati e dirigenti come Giovanni Malagò che si è emozionato davanti alla tv da un Covid Hotel che ha definito comunque dignitoso e che ancora non ci ha mostrato del tutto dai suoi profili social. Il suo obbiettivo, quello dichiarato ufficialmente alla Gazzetta è di “Vincere più di 10 medaglie e più di tre ori”. Applaudirebbero anche Mattarella e Draghi, già pronti ad aprire le porte ai medagliati azzurri. Nelle ultime tre edizioni dei Giochi invernali le cose non erano andate benissimo: 5 medaglie a Vancouver, 8 (senza un oro) a Sochi e 10 a Pyeongchang. ma comunque il trend è sempre stato in crescita. L’obbiettivo minimo di Pechino è superare quota 10. Il sogno arrivare a 14. Le previsioni di Gracenote ce ne assegnano 13 (2 ori, 5 argenti, 6 bronzi), quelle di BestSports 11, ma con 3 ori, 4 argenti e 4 bronzi. Nella sua storia olimpica invernale l’Italia ha conquistato più di tre ori solo nel 1968, 1992, 1994, 2002 e 2006.

La corsa all’oro degli azzurri è una corsa molto femminile. I nostri sogni d’oro sono legati soprattutto alle ragazze. Aspettando Sofia Goggia, lo sci alpino si affida a Federica Brignone e Marta Bassino che arrivano in Cina gasatissime dalle ultime gare europee. Almeno un oro dovrebbe arrivare: rispecchierebbe i valori espressi durante la stagione. Ma sappiamo che ai Giochi le sorprese fanno spesso saltare il banco. È un attimo entrare da favoriti e uscire delusi. Ci vuole una forza interiore enorme per reggere la pressione. Quella che ha certamente Michela Moioli, la portabandiera, la favorita dello snowboard dove grazie al misto raddoppia le speranze di medaglia. Dallo sci alpino potrebbe arrivare anche una medaglia maschile con Dominik Paris che già domenica sarà in pista in discesa.

Le altre facce da medaglia sono quelle di Dorothea Wierer anche se il vento potrebbe darle molto fastidio e di Arianna Fontana che è già a quota otto (un oro, due argenti e cinque bronzi) e non ha l’età per sentirsi già vecchia tanto che ha ripetuto di voler restare sul ghiaccio fino a Milano-Cortina. Possono entrambe puntare all’oro. Al podio possono aspirare Francesca Lollobrigida nel pattinaggio, Federico Pellegrino nel fondo, dove tornerà alla tecnica libera, Dominik Fischnaller (il cugino di Kevin fermato ieri dal Covid) nello slittino dopo che in Corea ci rimase giù  per 2 millesimi, Martina Valcepina che nello short track proverà a battere la Fontana, Valentina Margaglio nello skeleton, Luca De Aliprandini nel gigante. E come non citare la coppia del curling che ha già vinto quattro partite su quattro, Stefania Constantini e Amos Mosaner? Insomma meno di 10 medaglie sarebbe una delusione. E poi dai, il presidente Sergio Mattarella vi sta già aspettando.

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