L'ultima di Valentino Rossi, la festa nei box per il "Dottore"

L'addio alle moto dopo l'ultimo gp in sella alla Yamaha a Valencia 

Redazione

Cori da stadio e tanto baccano nei box per il "Dottore". Valentino Rossi domenica ha dato l'addio alle moto dopo l'ultimo gp in sella alla Yamaha a Valencia e la sua compagna Francesca Sofia Mondello ha condiviso il video dei festeggiamenti sul suo profilo Instagram. Il campione di Tavullia sa che questa volta non sarà un arrivederci. Lo aveva già chiaro in testa da quando aveva annunciato il ritiro, e per la sua ultima gara a Misano, davanti ai suoi tifosi, nel circuito che dista poche decine di chilometri da casa sua. 

 

 

"Dopo venticinque anni in cui ha dato tutto al suo sport non si riesce mica a immaginare questo posto senza Valentino Rossi", ha scritto sul Foglio Guido Meda, che ha accompagnato con le sue telecronache la maggior parte delle gare del "Dottore" nel motomondiale prima a Mediaset e poi a Sky. "Il fatto è che Vale si porta addosso la capacità innata di lasciare il segno, proprio quello che vuole lui. E certi momenti della sua carriera ne hanno scavato uno talmente profondo da distorcere nel pubblico la percezione del tempo che è passato. Pensateci: il 90 per cento degli italiani associano a Valentino le scenette con cui festeggiava vittorie e titoli fino a ieri, quando sono quasi vent’anni che di scenette lui e il suo comitato creativo di amici goliardi non ne producono più. Perché a un bel momento, quando ti vedi cresciuto abbastanza, è virtuoso se sai mettere un punto e adeguarti alle nuove responsabilità. Lo ha fatto, ed è stato facile come girare una pagina. Così va a finire che lo ricordi come uno allegro e cazzaro, ma anche maturo e professionale. Ecco fatto".

  

   

"Non rivederlo con tuta e casco dopo 26 anni farà un certo effetto, ma le leggende non spariscono, restano lì come termine di paragone per tutti", ha scritto nel Foglio Sportivo Umberto Zapelloni. "Valentino è uno di quei rari campioni che hanno saputo andare oltre il loro sport, far sedere davanti alla televisione i nonni e i nipoti. Ma non solo quelli nati come lui in Italia. Valentino è un campione extraterritoriale, è la bandiera olimpica del suo sport, il manifesto che in tutto il mondo è andato ad arredare le camerette di milioni di bambini, diventati ragazzi e poi qualcuno anche suo avversario in pista. Tra i piloti che oggi sono i suoi rivali sono pochi quelli che da bambini non hanno cercato di avere una foto insieme a lui, un autografo da tenere sul comodino. Valentino è stato per le moto quello che Pelé e Maradona sono stati per il calcio, quello che Michael Jordan è stato per il basket".