Il Foglio sportivo - il ritratto di bonanza

Paulo Dybala, fantasista in libertà

Alessandro Bonan

Il numero 10 della Juventus non ha mai completamente accettato la supremazia calcistica e d’immagine di Cristiano Ronaldo. Ma adesso che il portoghese ha lasciato Torino ha trovato il giusto grado di libertà per scatenare il suo estro e per fare la differenza

Non si capisce mai quale sia lo scopo di un fantasista, se la vittoria, una palla in fondo al sacco oppure, semplicemente, la libertà. L’obiettivo del fantasista Cristiano Ronaldo pare ormai abbastanza certo. Il portoghese intende perpetuare se stesso, prolungare il suo mito fino all’eternità. Che poi questa ambizione coincida con il risultato della squadra in cui si trova è un altro discorso, che depone a favore sia del giocatore che della squadra. In sintesi, chi ha Ronaldo possiede un fenomeno il cui narcisismo si specchia nella vittoria del gruppo. A Torino lo specchio davanti a CR7 non rifletteva più, squadra e giocatore non si amavano quel tanto che serve per stare insieme. Il ritorno di Allegri, uomo improntato alla chiarezza, ne ha favorito l’addio, del resto ampiamente giustificata sul piano finanziario. Su quello tecnico il livornese ha fatto una scommessa che cominciava da un assunto psicologico: la sofferenza di Dybala nei confronti di Ronaldo


Il 10 juventino non ha mai completamente accettato la supremazia calcistica e d’immagine di CR7, e ne è rimasto schiacciato, interpretando troppo a lungo quel ruolo di comprimario che mal si addice a un argentino fiero come lui. Complici numerosi infortuni – ma chi ci dice che il corpo non segua la mente? – ha iniziato a spegnersi fino a quando, con la partenza del “rivale”, Allegri lo ha rimesso al centro del villaggio, togliendo anche a Chiesa, e il gioco di parole è puramente casuale, lo scettro di re della scena. Lentamente Dybala ha cominciato a rispondere, prima con timidi segnali, poi alzando sempre di più il tono della voce, fino a gridare, storia di questi giorni.


Dal punto di vista squisitamente tecnico Allegri ha chiesto al suo talento di non guardare il sole durante il gioco, ma la porta. In qualsiasi zona del campo si trovi, girarsi verso il portiere avversario e partire con dribbling, scambi rapidi, conclusioni, fuori e dentro l’area di rigore. Il tutto, senza preoccuparsi della posizione. Anzi giocando esattamente sulla sottrazione di uno schema. Dybala è un senza ruolo, la negazione di un teorema. Non è un leader, un capo in campo, non è come Ronaldo, una statua di cera nella galleria degli immortali. È solo un calciatore speciale che ha bisogno di libertà per scatenare il suo estro. Vince quando nessuno gli chiede di farlo, il suo destino è fare la differenza suo malgrado. Se gioca senza vincoli, combatte con successo, altrimenti soccombe. È il fantasista che non può esistere senza uno spazio di libertà.