Roberto Mancini (foto Ansa)

l'innamorato fisso

Il Mancio in cima al mondo

Maurizio Milani

E’ l’eroe di questo campionato europeo. Da Putin a Wall Street, le grandi potenze  lo cercano per assegnargli incarichi di prestigio, non solo sportivi. Draghi, dice l’Innamorato fisso, può riportarlo alla sua vera vocazione

Dopo la finale di Wembley definita la la più bella partita della storia (di tutti gli sport), Roberto Mancini entra nella classifica degli uomini più famosi del pianeta. Il governo decide di quotare la Nazionale azzurra a Wall Street. Prima squadra di una nazione a intraprendere questa strada. Presto seguiranno: Brasile, Argentina, Malta, Messico, Bermuda, Tobago. Il presidente della Consob si dimette per protesta: non era contro l’iniziativa, Anzi… Voleva che gli azzurri fossero quotati alla Borsa di Milano. Dimissioni respinte dopo una cordiale telefonata con il “Mancio” che lo convince a rimanere al suo posto. In cambio Mancini gli promette: “A Milano faremo quotare la Under 21 e la Nazionale femminile”. Il presidente Consob più che soddisfatto riprendere con più slancio il suo ruolo. E aggiunge: “Mister! Farò in modo che tutte le partecipate dello stato abbiano in portafoglio azioni delle nostre nazionali”. 

Inutile dire che il Consiglio dei ministri nomina amministratore delegato Roberto Mancini delle seguenti società: 
- Soccer Italy Wall Street
- Italia Under 21 Piazza Affari
- Nazionale calcio a cinquecento (Shangai bag)
- Nazionale azzurra femminile (Borsa valori di Stoccolma).
Ripeto, nomina: Roberto Mancini, classe 1964 da Jesi (AN) a.d. di tutto. Da un’idea di Claudio Borghi (deputato ed economista). 

Viene lanciata una massiccia campagna pubblicitaria internazionale per acquistare azioni e titoli di stato della Nazionale azzurra. Dimenticavo: insieme alle azioni vengono messe sul mercato anche obbligazioni della Nazionale di calcio italiana al tasso del 25 per cento annuo. In progetto anche azioni di Berettini (tennis) garantite dal Tesoro e Bankitalia. Inutile dire che questa valanga di offerte al pubblico risparmio avranno un unico testimonial: Roberto Mancini, regia di Gabriele Salvatores. Spot di trenta secondi su tutte le televisioni (area Schengen) e pagine sui quotidiani (tranne il Fatto! Dispiace dirlo). 

Sui social girano già dei fotomontaggi con Mancini che sul palco di Wall Street suona la campanella di inizio contrattazioni, azioni degli azzurri (con grafici in salita del 500 per cento). Vero è che Rocco Commisso, presidente viola e dei Cosmos, ha ingaggiato Mancini per lanciare finalmente il calcio in Usa. Già la Nazionale americana femminile è la più forte del pianeta. Commisso, tramite l’appeal del nostro ct, vuole far diventare il calcio lo sport più popolare degli States. Cosa che verrà attuata relegando il Super Bowl in seconda serata, con crollo dei costi per gli spot, a beneficio della finale dello “scudetto” Usa. Cosmos NY-Gladiator Laredo 3-1. Share cento per cento. Massimo il Super Bowl arrivava al 79 per cento. Inutile dire che Roberto Mancini viene nominato presidente Fifa, senza dover rinunciare al ruolo di commissario tecnico degli azzurri (alcuni membri della Fifa per questo conflitto d’interesse si dimettono. Dimissioni accetate dal nuovo segretario generale della Fifa Gabriele Oriali). 

Mancini approva diversi emendamenti agli albi d’oro, sia Fifa che Uefa. Viene preso in considerazione il merito, oltre che il punteggio. Per cui si delibera: che alla Nazionale italiana di Bearzot del Mondiale 1978 venga assegnata (d’ufficio) la Coppa del mondo. Ex aequo con la vincitrice. Motivando il premio con il gioco di squadra più bello mai visto in un torneo calcistico.
Seconda delibera Fifa (a presidenza Mancini): viene assegnata la “Coppa Rimet” all’Italia ex aequo con il Brasile (Mexico 1970) per il magnifico mondiale disputato dalla squadra allenata da Valcareggi. Il più grande ct della storia, Ferruccio Valcareggi. Il nuovo stadio a Roma dove giocherà esclusivamente la Nazionale sarà a lui dedicato. 

Terza delibera Fifa (era Mancini): viene assegnata all’Italia la Coppa del mondo del 1994 per le lodevoli prestazioni della squadra di Arrigo Sacchi. Non si toglie il trofeo al Brasile. Si fa un ex aequo. Come nel pugilato, dove sul podio ci sono due medaglie di bronzo. Anche per non farli picchiare un’altra volta per il terzo posto. Hanno già preso un sacco di legnate nei match prima, è giusto dare un ex aequo. 
Quarta delibera a firma Roby Mancini. Assegnata all’Italia la Coppa del mondo di Italia 90. Vicini e Schillaci sono ancora oggi nel cuore degli italiani. E’ giusto darla ex aequo senza togliere il titolo alla Germania di Lothar Matthäus, “il più grande giocatore mai visto su un campo di calcio”, conclude la delibera. 
Essendo Mancini numero uno della Fifa, ha competenza anche sulla Uefa. Ecco le delibere appena firmate. Viene assegnato all’Italia il titolo di campione d’Europa (anno 2000) ex aequo con la Francia. Il golden gol di Trezeguet ha falsato i regolari tempi supplementari, giustamente poi ristabiliti nei classici due tempi da quindici minuti cadauno. Nella stessa delibera viene assegnato anche il titolo continentale del 2008, Nazionale targata Prandelli. Titolo in condivisione con la Spagna, giustamente.

Ricordiamo a questo punto il palmares della Nazionale italiana: sette campionati del mondo (Coppa Rimet compresa ed esposta sull’isola d’Elba), cinque campionati d’Europa. 
Bertelli, gran organizzatore della Coppa America (vela), telefona a Mancini. Ecco l’intercettazione abusiva: “Ciao Roberto! Ho una proposta, non dirmi di no! Mi offendo”.
Mancini: “Dimmi Patrizio”.
Bertelli: “Sai che il mio sogno è vincere la Coppa America e portarla in Italia, dove voglio fonderla e farla sparire per sempre”. 
Mancini: “Seguivo sempre le regate di Luna rossa ecc. Anche ai tempi di Azzurra…”.
Bertelli: “Sto mettendo su un team dei migliori mai visti su una barca, in più avremo un natante progettato ma Musk. Una Tesla da 150 nodi”.
Mancini: “A più di 300 orari è facile ribaltarsi”.
Bertelli: “No! E’ più stabile di una piroga dell’Amazzonia, insomma Roberto, inutile girarci intorno, ti voglio come skipper”. 
Mancini: “Grazie Patrizio! Sono lusingato! Ma pur sapendo andare in barca a vela, non saprei usare una monoposto F1”.
Bertelli: “Non preoccuparti, fanno tutto gli altri componenti dell’equipaggio. Non è che Woody Allen quando recita e firma la regia è dietro la macchina da presa. C’è un prestanome”. 
Mancini: “Patrizio fammi riflettere un attimo, così non riesco a darti una risposta. Comunque grazie mille, mi hai commosso”.
Bertelli: “Adesso non esagerare! Siamo qui per divertirci. Ciao, grazie. Se riesci, fai dare un rigore a favore della Dinamo Ginevra contro la Young Boys”.
Mancini: “Vedrò cosa posso fare, ciao!”.
Per strana coincidenza appena dopo telefona il patron della scuderia Red Bull: “Mister Mancini, saremmo onorati di averla come primo pilota nel prossimo mondiale…”.

Altra telefonata al ct da non credere: “Le passo Vladimir Putin!”.
Mancini: “Presidente! Che onore!”.
Putin: “Piacere mio! L’ho disturbata per chiederle una cortesia: allenare la Russia. Ma non solo per il calcio, per tutto. Il pratica il Coni russo ma con più poteri. Lei sarebbe ct di calcio! Basket! Hockey, atletica leggera, atletica pesante…”.
Mancini: “Per alcune discipline posso avere la consulenza di Yuri Chechi?”.
Putin: “Ma certo! La stimo tanto! Quello che decide lei va bene. La farei entrare anche come ministro dello sport alla Duma”.
Mancini: “Devo rinunciare alla cittadinanza italiana”.
Putin: “No, scherza? Avrebbe doppio passaporto!”.
Mancini: “Presidente grazie! Rifletto un attimo e la chiamo stasera!”.
Putin. “Certo, amico mio! Certo! Un caro saluto. Per lei al Cremlino è pronta una grande cerimonia”. 

Alla fine Mancini chiude il telefono. Troppo stress anche per un campione abituato come il ct. Il giorno dopo lo riaccende. Voleva cambiare numero, ma sarebbe uguale, verrebbe contattato al nuovo. Non può crederci: risultano 1.300 chiamate di cui venti dalla Casa bianca, diverse da Christine Lagarde. E poi: Beyoncé, Jennifer Lopez, il direttore di Playboy, Steven Spielberg (vedere elenco completo sul sito del Foglio). Mancini risponde a tutti tramite Whatsapp. Manda la figura del pallone e di una racchetta da tennis, le due cose che ama di più (Di quelle meno importanti). Jennifer Lopez gli scrive: love for you Roberto. 
A quel punto interviene Draghi che consegna a Mancini un telefonino non in commercio (della Alenia Spazio). Ecco la lettera scritta a biro di accompagnamento su carta intestata “presidenza del Consiglio dei ministri”: “Ciao! Roberto, ancora complimenti. Ti mando questo apparecchio telefonico. Puoi telefonare a chi vuoi ma puoi ricevere solo telefonate da me. Così sei più concentrato sul tuo primo e unico lavoro: ct azzurro. Ciao!”. 
 

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.