Lo stadio San Siro di Milano (Ansa)

Editoriali

Un San Siro tutto verde

Redazione

Lo stop allo stadio riguarda tutto il modello Milano di Sala, e della sinistra

La brusca frenata imposta al progetto del nuovo stadio di Milano dal sindaco Beppe Sala (“Penso che finché in particolare l’Inter non chiarirà il suo destino per noi le cose devono essere necessariamente ferme”), che ha provocato una indispettita risposta della proprietà cinese del club (“FC Internazionale Milano ha una storia gloriosa ultracentenaria. Esisteva prima del sindaco Sala e continuerà ad esistere anche al termine del suo mandato”) con minaccia tra le righe di fare altre scelte sono oggetto di un intrigo che appassiona i tifosi, gli analisti finanziari e in generale i cittadini, chiamati al voto in autunno. Si vedrà allora se la scelta dell’amministrazione, in realtà chiara da tempo anche proprio per la scadenza elettorale, sarà stata vincente. Il destino del Meazza è un argomento divisivo in grado di spostare voti.

 

Le preoccupazioni finanziarie e progettuali di Sala – “Un progetto in cui metà dell’investimento è sullo stadio e metà è su altre cose che portano a comporre il futuro di quell’area” – sono ovviamente legittime. C’è però un altro aspetto che è interessante considerare, perché la sua portata incide non solo sul mondo del calcio ma sulla visione più complessiva della città. Il sindaco ha recentemente aderito ai Verdi. A Milano, i Verdi sono da sempre contrari all’operazione immobiliare e urbanistica su San Siro. In generale, con il M5s e altre parti della sinistra e dello stesso Pd, sono fortemente contrari a una visione sviluppista e trasformativa della città – visione che prevede anche una forte partecipazione di capitali stranieri – e perseguono un pensiero a metà tra il “nimby” e la decrescita felice. Con una predilezione per le aree verdi e di “bene comune”. Bloccare, almeno fino al prossimo anno, un’operazione di grande impatto come il nuovo stadio può insomma significare anche dire addio al modello Milano perseguito da Sala e dalle giunte precedenti. Quel modello, causa Covid, è in grave crisi. Ritirarsi a giocare in un prato tutto verde (e tenendosi uno stadio di proprietà pubblica ma inadeguato) può non essere la soluzione.

 

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