Elaborazione grafica Enrico Cicchetti

il foglio sportivo

Da San Siro al Bahrein passando per Auckland. Parla l'ad di Pirelli

“Azionariato popolare? Sì, ma non basta”. Il futuro dell'Inter, l'orgoglio per la vela e l'attesa per la Ferrari

Umberto Zapelloni

Aspettando Luna Rossa e la Formula 1, Tronchetti Provera crede allo scudetto dell’Inter (ma dice addio alla maglia)

È quasi una beffa. L’unico anno senza il mitico Calendario si sta trasformando in qualcosa di memorabile per Pirelli e le passioni sportive del suo amministratore delegato. Marco Tronchetti Provera sente la mancanza di San Siro, avrebbe voglia di volare a Auckland per assistere alla finale di Coppa America e poi magari fermarsi in Bahrain per il primo Gran Premio della stagione di Formula 1, invece si è dovuto trasformare in un tifoso da divano e televisione. “Per un amante del calcio non andare allo stadio è una sofferenza, come lo è vedere le partite in stadi vuoti. Però va riconosciuto che, polemiche a parte, Federazione e Lega hanno lavorato bene per far ripartire il campionato”.

   

Un campionato che sta prendendo la piega sperata da Tronchetti che, prima di esserne sponsor, è grande tifoso dell’Inter. “Ci sono momenti in cui lo sport offre grandi soddisfazioni. L’Inter al momento gioca un buon calcio, ha dei giocatori forti ed è messa in campo bene… Ci stiamo divertendo”. Un divertimento cominciato dopo l’eliminazione dall’Europa. Uno snodo decisivo per la stagione nerazzurra. “Quando siamo usciti dall’Europa ero certo che Conte avrebbe reagito con uno scatto di orgoglio. Lo si vedeva dalla sua reattività in quel periodo, era un uomo che stava soffrendo e doveva in qualche modo venirne fuori. E c’erano solo due strade, uscire dal progetto o vincere”.

  

L’Inter e il suo allenatore hanno imboccato la seconda e ora volano. Tronchetti ci credeva: “Mi aspettavo che i risultati potessero arrivare perché la squadra è buona e l’allenatore un uomo di successo che ha vinto dovunque sia andato, dalla Juve alla Nazionale e anche in Inghilterra. Mi ha colpito l’evoluzione di alcuni giocatori che sono andati al di là delle attese. Dallo stesso Lukaku, pur bravissimo, non mi aspettavo così tanto. Ma penso anche a Barella, a Bastoni. È rientrato in gioco anche Erikssen. È stato bravo Conte a trovare le giuste motivazioni e il giusto assetto per esprimere del buon calcio. E poi mi piace vedere come tutti abbiano voglia di giocare fino all’ultimo minuto”.

  

La voglia di vincere, la disponibilità al sacrificio, sono gli aspetti di quest’Inter che hanno colpito di più l’amministratore delegato di Pirelli: “Mi ha colpito vedere la disponibilità di Perisic nelle ultime  partite, vedere la squadra cercare il gol fino al novantesimo anche quando sta vincendo 2-0. Ha uno spirito che è quello della squadra del Triplete. Sono caratteristiche di una squadra di successo, capace di mantenere la stessa tensione per 90 minuiti”. Il paragone, seppur velato con la squadra del Triplete, ne chiama un altro. Quello tra Conte e Mourinho, da sempre l’allenatore preferito di Tronchetti. “Mourinho, per chi ha vissuto certi momenti certa passione, è stato qualcosa di particolare. Arrivò in un’Inter proiettata a vincere tutto. Era un interista al cento per cento, lo abbiamo visto soffrire con la squadra e poi esaltarsi. Conte è un professionista capace e poi vedremo, il suo percorso vincente deve ancora cominciare. Al momento il record di Mourinho nell’Inter è superiore”.  

   

Quando comincerà a vincere, magari le cose cambieranno. Intanto viene voglia di scomodare altri paragoni importanti come quello tra Lukaku, il nuovo profeta, e Ronaldo, quello vero, quello che faceva cantare San Siro come oggi Ibra fa cantare Sanremo: “Lukaku è sorprendente nell’utilizzo intelligente della sua potenza non solo come trascinatore, ma per come sa appoggiare la palla e integrarsi con i compagni. È un giocatore straordinario, cresciuto tantissimo, però Ronaldo avrà sempre un posto speciale nel cuore di noi interisti”. Chissà, un giorno potrebbe finire sul Corcovado come Ronie in una delle pubblicità più famose della Pirelli. Lo slogan “l’utilizzo intelligente della sua potenza” ci sarebbe già. Intanto a fine stagione Pirelli lascerà le maglie dell’Inter. Accanto allo scudetto l’anno prossimo non ci sarà più un logo diventato famigliare per i tifosi nerazzurri. “Dopo 27 anni era normale uscirne. Era una decisione presa da tempo. Era naturale che ci fossero sponsor interessati e anche disposti potenzialmente a investire più di noi. E comunque ci sentiamo parte della storia dell’Inter. Per questo manterremo il legame”. 

  
Il futuro dell’Inter per ora è un punto interrogativo legato alla proprietà cinese. Tronchetti che con la Cina è in affari da tempo, si affida alle notizie ufficiali: “Stando a quanto si legge, credo che Suning intenda sostenere l’Inter oggi cercando dei partner. L’Inter ha comunque un appeal per degli investitori, vedremo se minoritari o no”. Ogni volta che si parla di nuova proprietà a Milano tornano a circolare le voci di un azionariato popolare che coinvolgerebbe tifosi eccellenti come Massimo Moratti e ovviamente Marco Tronchetti. “Ci sono formule di varia natura come l’azionariato diffuso del Bayern dove però ci sono sponsor forti come Allianz che danno garanzie… c’è bisogno di investitori solidi che mettano a disposizione cifre importanti per gestire una squadra di calcio e quelle cifre non può garantirle un azionariato popolare. Ci può essere una partecipazione di questo tipo, ma non una proprietà suddivisa tra tanti piccoli soci”.
   

Un azionariato di sostegno a un socio importante. Ecco l’unica strada percorribile secondo Tronchetti. Poi si vedrà che cosa fare dello stadio. “Io ho un legame particolare con San Siro e penso che possa esserci lo spazio per due stadi a Milano. Mi è più difficile, anche se capisco la logica economica, immaginare uno stadio solo che ogni settimana cambia colore con una dimensione diversa da San Siro. Ma questo dipende da chi investirà nell’Inter e nel Milan”.  Meglio pensare a come andrà a finire il campionato. Tronchetti poi si sbilancia: “Con le dovute cautele scaramantiche mi sorprenderebbe un calo della Pazza Inter. In altre occasioni soffrivo perché sentivo che poteva succedere. Quest’anno sarei molto sorpreso se accadesse. Se guardo all’organico la Juventus è strutturata e completa, il Milan ha una forte motivazione e riesce a esprimere una voglia di vincere che è un elemento di forza”. Ma se l’Inter non fa la pazza non ce n’è per nessuno.

  
Così ci si può concentrare su Luna Rossa, che in Nuova Zelanda ha già vinto la Prada Cup e ora sogna l’America’s Cup: “In un momento delicato come questo per la pandemia avere un equipaggio e una barca italiana che stanno facendo onore alla nostra bandiera ha un grande significato,  questa coppa è uno spettacolo anche per i non appassionati di vela. L’equipaggio di Luna Rossa è composto da gente brava, competente, di grande passione che ha tutte le carte in regola per avere successo”. Tronchetti è un velista appassionato. “Senza dubbio i catamarani sono oggetti straordinari dal punto di vista tecnologico, ma personalmente rimango legato ai monoscafi, barche che risalgono il vento. Queste regate ci ripropongono il vero senso della sfida di Coppa America”. Un velista che sognerebbe di salire a bordo della Luna di Bertelli e Max Sirena: “Mi piacerebbe molto salire a bordo, ma solamente come membro dell’equipaggio. Sono barche complesse. Mi è capitato di provare a timonare con il simulatore e, fossi stato in mare, avrei affondato, la barca tre o quattro volte. E comunque su Luna Rossa i timonieri sono già due…”.

  
Il rapporto di Pirelli con Luna Rossa va al di là della semplice sponsorizzazione: “La nostra soddisfazione è quella di supportare un equipaggio italiano che è ai vertici della vela mondiale in regate con una tradizione di 170 anni che hanno fatto la storia dello sport, non solo della vela. Credo sia una grande soddisfazione per tutti gli sportivi. Con Luna Rossa abbiamo una vera collaborazione tecnologica. Abbiamo lavorato sui materiali, sulle gomme naturali e sintetiche; sullo studio dei foil; abbiamo collaborato anche sull’aerodinamica e sull’idrodinamica grazie alle competenze che abbiamo per gli studi sofisticati che facciamo sui pneumatici. In Formula 1 lavoriamo nelle condizioni più estreme con l’opportunità di realizzare molti test e fare sperimentazione continua”.

  
La Formula 1, dove Pirelli è in pista dal 2011 con un contratto già firmato fino al 2023, è l’altro grande impegno sportivo dell’azienda milanese. Un rapporto lungo e importante: “La Formula 1 è un laboratorio a cielo aperto per testare materiali e strutture,  abbiamo un rapporto lungo (Pirelli è presente dal 2011 e ci resterà come fornitore unico almeno fino al 2023) e con un significato diverso. La vela è molto legata alla dimensione del brand, la F1 unisce il brand alla tecnologia ed è l’apice del mondo dell’automobile, un po’ come la Coppa America per la vela. Per noi è naturale essere in tutte e due le realtà”. Da quando è tornata a calzare le monoposto di tutti i team, Pirelli non è ancora riuscita a vincere un Mondiale con la Ferrari: “La Formula 1 è un laboratorio a cielo aperto per testare materiali e strutture, abbiamo un rapporto lungo (Pirelli è presente dal 2011 e ci resterà come fornitore unico almeno fino  al 2023) e con un significato diverso. La vela è molto legata alla dimensione del brand, la F1 unisce il brand alla tecnologia ed è l’apice del mondo dell’automobile, un po’ come la Coppa America per la vela. Per noi è naturale essere in tutti e due i mondi”. Da quando è tornata a calzare le monoposto di tutti i team, Pirelli non è ancora riuscita a vincere un Mondiale con la Ferrari: “Noi siamo neutrali, ma una Ferrari competitiva sarebbe un bene per tutta la Formula 1. Arriverà il momento in cui potremo vincere un Mondiale anche con loro. Negli ultimi anni ha vinto sempre la Mercedes, ma abbiamo visto dei gran premi interessanti, mai scontati”. 

 

Dal 2022 la Formula 1 cambierà le regole del gioco. Nuove monoposto e nuovissime gomme: “Passare a gomme da 18 pollici ci avvicina quello che è il nostro mercato di riferimento per le auto di prestigio e maggiore potenza, quindi il cambio regolamentare rappresenta una sfida per le case, ma anche per noi che dovremo usare tecnologie ancora più sofisticate per produrre pneumatici sempre più performanti”. Se poi si svegliasse la Ferrari sarebbe meglio per tutti. Intanto Tronchetti fa una promessa. Nel 2022 tornerà il Calendario più glamour del mondo: “Lo vogliamo fare. Abbiamo avuto un anno in cui ci sembrava inappropriato pubblicarlo. Ora che gradualmente si va verso una ripartenza il Calendario ci sarà”. Per segnare altri giorni memorabili.