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Una pessima annata. Come sta il Barcellona che incontrerà il Napoli in Champions

Federico Giustini

I blaugrana rischiano di chiudere la stagione senza trofei, eventualità che non si verifica dalla stagione 2007/08. Dissidi interni, liti societarie e il dubbio Messi

A gennaio 2015 Josep Maria Bartomeu convocò le elezioni anticipate. Era diventato presidente da un anno, da quando Sandro Rosell si dimise perché accusato di aver dichiarato un costo più basso per l’acquisto di Neymar. Il Barcellona era in crisi tecnica e societaria: il Tas aveva appena confermato la sentenza che stabiliva il blocco di un anno del mercato per il trasferimento illegale di giocatori minorenni; il direttore sportivo Zubizarreta era stato licenziato dopo una sconfitta sul campo della Real Sociedad; lo spogliatoio era descritto da tutti come una polveriera. Nessuno poteva immaginare che la stagione si sarebbe poi conclusa con la conquista del triplete. Nemmeno Bartomeu probabilmente, che a giugno, dopo la finale di Berlino, verrà poi rieletto.

 

Le prossime elezioni si terranno tra marzo e giugno del 2021 e, sebbene l’attuale presidente del Barcellona non possa ricandidarsi, vincere un'altra Champions gli consentirebbe di continuare a pesare, magari sostenendo la causa di un candidato continuista. L’attuale stagione del Barcellona ha però ampiamente superato ogni aspettativa negativa possibile in quanto a risultati e conflittualità interna. A gennaio, dopo 17 anni dall’ultima volta, è stato esonerato un allenatore a stagione in corso: Setién è subentrato a Valverde in seguito all’eliminazione in semifinale di Supercoppa, ma soprattutto dopo le due brucianti sconfitte di Roma e Liverpool in Champions League nelle due precedenti edizioni. Stavolta però il Barça rischia di chiudere la stagione senza trofei, eventualità che non si verifica dalla stagione 2007/08. Eliminati ai quarti di Coppa del Re dall’Athletic Bilbao, rimontati in testa al campionato dal Real Madrid, gli avversari di stasera del Napoli hanno stentato in particolar modo sul piano del gioco.

 

Le difficoltà ambientali hanno reso le cose ancora più difficili. A febbraio il direttore sportivo Eric Abidal ha accusato i calciatori di aver propiziato l’allontanamento di Valverde con il loro scarso impegno. Ad Abidal ha risposto Messi su Instagram, invitando il ds a fare i nomi dei colpevoli e ad assumersi le sue responsabilità. Leader dello spogliatoio come Piqué, Busquets e Rakitic, hanno invece criticato pubblicamente le scelte della società in sede di campagna acquisti.

 

Due settimane più tardi si è scoperto che la I3 Ventures, azienda scelta dalla dirigenza per monitorare la reputazione social del club, aveva creato sei account Facebook per screditare personaggi come Messi, Piqué, Guardiola, Xavi e Puyol, ma anche soci del club e possibili candidati alle elezioni per la presidenza come Victor Font, Jaume Roures e Joan Laporta. Un audit voluto da Bartomeu e realizzato da Price Waterhouse smentirebbe l’esistenza di una volontà da parte del club di diffamare esponenti del mondo Barça, anche se Victor Font, ufficialmente candidato già da mesi, ha fatto notare l’impossibilità di accedere al documento integrale.

 

Molto vicino a Font è l’ex bandiera Xavi. L’attuale tecnico dell’Al Sadd ha rifiutato già a gennaio, così come Ronald Koeman, la panchina del Barcellona nonostante l’idea di allenare i blaugrana rappresenti il suo sogno. Xavi sarebbe in attesa di un cambio al vertice e intanto ha rinnovato per un altro anno con la squadra qatariota. Lo scenario più gradito, e al momento più verosimile, sembra essere quello di una candidatura congiunta tra Font e Joan Laporta, già presidente dal 2003 al 2010, desideroso di tornare al comando e avanti nei sondaggi.

 

Nei momenti di crisi il settore giovanile ha sempre rappresentato una risorsa per i blaugrana. Meno in questi ultimi anni, quando talenti come Eric García, Dani Olmo e Marc Cucurella hanno preso strade diverse. Le speranze future sono affidate alle qualità del giovane canterano Riqui Puig, mezzala dai piedi buoni a cui Setién stasera si affiderà almeno a partita in corso. Investimenti monstre come quelli realizzati per Coutinho e Dembelé, acquisti raffazzonati come quello del danese Braithwaite, così come la fretta con cui si è deciso di congedare il brasiliano Arthur hanno testimoniato qualche limite di troppo nella pianificazione del futuro di un collettivo che potrebbe essere giunto a fine ciclo. Non a caso per la prima volta si è iniziato a parlare seriamente di un possibile addio di Messi, il cui contratto scade a giugno 2021.

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