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il foglio sportivo

La meravigliosa truffa del calciomercato di gennaio

Roberto Perrone

Gli acquisti invernali non sono quasi mai decisivi, ma ci distraggono dai flop estivi e ci fanno sognare

Nel 1980 Julien Temple realizzò un falso docu-film, diremmo adesso, dal titolo “La grande truffa del rock ’n’ roll”. Insomma anche la storia della storia era una balla. Il film era dedicato al fenomeno Sex Pistols, irriverente, oltraggiosa e disperata band punk che impazzò per qualche anno e poi scomparve (qualcuno di loro, come Sid Vicious, proprio fisicamente con una fatale e classica overdose), salvo l’immancabile reunion malinconica di combattenti e reduci in tempi successivi. A creare la band, anzi il fenomeno, fu Malcom McLaren che gestiva un negozio di vestiti e chincaglierie in King’s Road, con la sua compagna Vivienne Westwood. Per vendere magliette con tagli e scritte oltraggiose, si inventò un movimento musicale, a partire da un gruppo di giovinastri borderline e con scarse attitudini musicali. Li chiamò Sex (il nome del negozio) Pistols. Il resto è storia.

 

La lunga premessa serve a introdurre questo falso docu-articolo sul tema “La grande truffa del calciomercato di gennaio”. Come i Sex Pistols, il calciomercato di gennaio è una balla colossale ma di grande successo che riempie le nostre giornate, ci fa discutere, crea dipendenza, riempie pagine, di giornali e web, palinsesti, di radio e tv, perché vogliamo sapere che cosa sta succedendo alle nostre squadre del cuore, quelle che puntano in alto, quelle che puntano all’Europa (solo la Champions, l’interesse per l’Europa League è un’altra truffa), quelle che puntano a sfangarla. Il calciomercato di gennaio è una truffa con i truffati consenzienti, quindi non scatterà la denuncia. Ci divertiamo, insomma e in fondo lo sappiamo che il mercato di gennaio, a parte rinverdire le speranze estive tradite in autunno-inverno, è finto. Gli affari più importanti si fanno ora per giugno. A parte Enrico Preziosi, chi cede i giocatori che possono fare la differenza? Nessuno.

 

Illustrazione di Jorge Cuadal Calle© (trovi tutte le illustrazioni del Foglio Sportivo qui)


 

Il calciomercato di gennaio è stato inventato dai club, non solo quelli italiani, per vendere l’equivalente delle magliette con i tagli. In definitiva per rifiatare, sviando per un mese l’attenzione dai fallimenti estivi, quelli che fanno la differenza nel bene e nel male. A metà stagione, per un mese, veniamo riportati al clima estivo, quando “le magnifiche sorti e progressive” avviluppano ogni tifoseria e tutti sognano in grande. In realtà nel mercato ci vuole bravura, certo, ma anche una buona dose di fortuna. Uno dei migliori dirigenti dell’ultimo decennio, Fabio Paratici, sostiene che “se prendi quattro giocatori e uno è un fenomeno, uno bravo, uno così così e uno è una pippa, hai fatto un grande mercato”.

  

I migliori, a gennaio fanno poco, al massimo si portano avanti. E non dico solo chi sta in cima alla classifica. La Lazio ci sta, ma anche se fosse più in giù, non farebbe nulla. Lotito e Tare si ingegnano con inserimenti mirati, un pezzo alla volta. Chi lavora male in estate, chi non sa programmare, deve ricorrere alla grande truffa del mercato di gennaio, deve far sognare i tifosi inviperiti. Il Milan un anno fa ingaggiò Piatek e Paquetà. Dovevano far svoltare la squadra allenata da Rino Gattuso che alla 19esima giornata (29/12/2018), quando i due arrivarono, era quinta. Alla 38esima (26/05/2019), i rossoneri erano ancora quinti. Quest’anno è stato ingaggiato Zlatan Ibrahimovic. Speriamo che faccia sfracelli perché sarebbe divertente. Per chi ama il grande spettacolo del calcio, Ibra che rivitalizza il Milan è una storia sensazionale. Comunque, a gennaio del 2019, l’Atalanta, ottava, non prese nessuno e arrivò terza.

  

A sostegno della tesi che il mercato di gennaio è una grande e meravigliosa truffa dei club, c’è il fatto che questi, sovente, comprano i giocatori “contro” gli allenatori. O non li avvisano, o non li capiscono, oppure non gli interessa nulla. Due esempi clamorosi. Nicolas Anelka servito (parametro zero, almeno) da Beppe Marotta e Fabio Paratici ad Antonio Conte nel gennaio del 2013 e Leonardo Pavoletti (18 milioni) preso da Aurelio de Laurentiis nel gennaio del 2017. Il presidente del Grifo Preziosi non aveva mancato neanche in quell’occasione la cessione del suo principale attaccante, ma questa è un’altra storia. Anelka collezionò due presenze in campionato e una in Champions a Glasgow contro il Celtic. Lo ricordo benissimo perché, da quando la Juve lo prese, formulai due o tre volte la stessa domanda, nei miei articoli: perché l’avete ingaggiato se non gioca mai? Dopo la partita a Celtic Park, in cui Anelka era entrato al 40’ del secondo tempo sul 3-0 per i bianconeri, sono in piedi vicino all’uscita della sala stampa. Conte finisce la conferenza e quando mi passa accanto, fa un sorrisetto e sussurra: “Sei contento che ho fatto giocare Anelka?”. Almeno il francese era sul viale del tramonto, ma Pavoletti no, come ha dimostrato, iella a parte. Sarri gli regalò 6 presenze (con zero gol). A giugno venne spedito via.

 

Certo, ogni tanto qualche giocatore si dimostra decisivo. C’è sempre un’eccezione, nella grande truffa del calcio mercato di gennaio. Giuseppe “Pepito” Rossi, con i suoi 9 gol in 19 presenze da gennaio a giugno 2007 contribuì alla salvezza del Parma preso in corsa da Claudio Ranieri. E anche Edgar Davids, arrivato alla Juventus dal Milan nel mercato di riparazione 1997-98 e diventato uno dei pilastri bianconeri. E ce ne sono altri. Ma non dite Mario Balotelli al Milan, 12 gol in 13 partite gennaio-giugno 2013. In quella squadra c’era El Shaarawy che di reti, da settembre a gennaio ne aveva fatte 14. Con l’arrivo di SuperMario ne segnò solo due in più. Preso uno, perso l’altro. I colpi veramente riusciti hanno una percentuale molto bassa. Del resto, più che a cambiare il corso della storia di una stagione, gli acquisti della grande truffa del calciomercato di gennaio servono per alimentare la speranza, far diminuire l’acredine dei tifosi, prendere tempo. Parafrasando la celebre battuta di Nereo Rocco (“Vai in campo e colpisci tutto quello che passa, se è anche il pallone, pazienza”) si potrebbe dire: “Se l’acquisto di gennaio gioca bene, pazienza, comunque è servito allo scopo”.

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