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Non se ne può più del ritiro-non-ritiro di Buffon

Jack O'Malley

Le parole di Dino Zoff sul futuro del portiere della Juventus, mentre il calcio italiano impazzisce per la neve e il sopravvalutato Arsenal

Londra. “Con l’Arsenal sarà dura, ma bisogna pensare in grande”, ha detto Franco Baresi commentando il sorteggio in Europa League del Milan, che agli ottavi incontrerà i Gunners, ovvero una delle squadre inglesi più sopravvalutate dell’ultimo decennio. Stiano tranquilli i rossoneri, la difesa messa in campo da Wenger è perforabile persino da André Silva, senza stare a scomodare Cutrone o Calabria, che ha dimostrato come per fare certi gol non serva essere Messi. Meno male che ci sono le squadre inglesi, però, così tutti trovano qualcosa di intelligente da dire parlando di calcio. O quantomeno di più interessante rispetto alla solita crisi dell’Inter, alla Roma che alterna grandi prestazioni ad altre mediocri, al Milan di Gattuso che finalmente gioca bene, al Napoli che si lamenta perché la Juve gioca sempre prima e poi tutti che si lamentano perché la Juve gioca dopo.

 

A proposito: ma il famoso campo ipermoderno con milioni di tubi sotterranei che riscaldano l’erba allo Stadium, non doveva servire a giocare anche con la neve? Oppure lo spettro di Virginia Raggi si è impossessato di Marotta e dell’arbitro di Juventus-Atalanta domenica sera? Che poi, lo ammetto, quando ho visto l’allarme maltempo sulla vostra penisola ho brindato: un weekend senza serie A è una benedizione per gli occhi.

 


Non fatevi ingannare: Viktoria Odintcova legge tutti i libri recensiti dalla Fogliata di libri (nella seconda foto cerca il segnalibro che le è caduto in mare)


 

Ma dato che in Italia quando parlate di calcio non potete fare a meno di parlare dei bianconeri, noto con orrore che non potendo commentare una loro partita si parla di quello che fa il loro anziano capitano. Sarà lo spirito affine (lui è friulano, della zona delle vigne, amerà bere come me), ma mi sento di condividere le parole di Dino Zoff sulla scelta di Gigi Buffon di continuare a giocare in Nazionale: deciditi, il tira e molla non ha senso. Da consumato attore, Buffon si era preso la scena dopo l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale: lacrime in diretta tv, popolo italiano commosso e riconoscente, commentatori spaesati, conduttrici di programmi sportivi pomeridiani in lutto, lunghi editoriali sul significato dell’addio delle bandiere, sulla necessità di rinnovare il calcio italiano… e poi ecco che tutto viene buttato nel cesso: Gigi verrà convocato da Di Biagio, probabilmente ve lo troverete tra i pali anche per il suo cinquantesimo compleanno (anche perché la Juventus quest’anno vincerà la Champions, e lui ha promesso di continuare in caso di vittoria). Ecco, tutto questo pensavo ieri. Poi ho letto su Gazzetta.it (ci vado per riprendermi dalle sbronze, lo shock è sempre salutare) che “il web non perdona” Buffon, e ho subito cambiato idea: Gigi fa benissimo a tornare in Nazionale.

 

Meno male che ci sono le squadre inglesi, dicevamo, dove spero non vada a finire Usain Bolt: il campione giamaicano con simpatie per il Manchester United ha annunciato di avere firmato per una squadra di calcio, il cui nome verrà svelato questa mattina. La storia puzza di trovata commerciale, e spero per lui che non abbia seriamente intenzione di giocare in un top club: l’uomo più veloce del mondo non può fare la fine di Gene Gnocchi. Non posso finire senza parlare di Mourinho, che è riuscito finalmente a battere Antonio Conte e il Chelsea: stretta di mano a inizio e fine partita, con tanto di carezza dello Special One sul capello sintetico del manager italiano. In conferenza stampa Mou ha parlato di rispetto e necessità di lasciarsi gli scazzi alle spalle. Facile, dopo una vittoria in rimonta. Rimonta arrivata nonostante la presenza in campo di Pogba, su cui ha detto tutto Rio Ferdinand: “Gli avrei urlato contro pesantemente se fossi stato un suo compagno di squadra, sarei stato il suo incubo”. In mancanza di questo, Pogba si segnala per balletti, pettinature e video divertenti sui social.

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