L'intervento

Il social ban australiano? Per la Lega è una misura troppo drastica

"Non credo che il divieto totale sia lo strumento migliore: il potere decisionale dovrebbe restare nelle mani dei genitori, che possono modulare l’accesso ai social in base all’età e alla maturità", scrive il parlamentare del Carroccio Rossano Sasso.

La decisione del governo australiano di vietare l’utilizzo dei social ai minori di 16 anni è una misura drastica, forse inevitabile. La tossicità digitale che colpisce gli adolescenti è evidente: ore chiusi in cameretta a scorrere video rappresentano un danno alla socialità, allo sviluppo, alle relazioni tra pari e alla dimensione sportiva e ricreativa. A ciò si aggiungono i rischi di un uso inconsapevole e la mancanza di un’educazione digitale adeguata. Detto questo, non credo che il divieto totale sia lo strumento migliore: il potere decisionale dovrebbe restare nelle mani dei genitori, che possono modulare l’accesso ai social in base all’età e alla maturità. Un genitore saggio non fa utilizzare nemmeno il telefono, altro che i social, se il figlio non ha nemmeno 10 anni. Se però lo stato interviene con una misura così incisiva, significa che la famiglia ha fallito come agenzia educativa. Non so se il modello familiare australiano giustifichi un intervento simile, ma da genitori italiani dovremmo almeno chiederci se stiamo facendo abbastanza per la salute mentale dei nostri figli.

 

Rossano Sasso, parlamentare della Lega

 

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