FOTO Google Creative Commons
numeri
Salute, sicurezza e costi dell'abitare: in cosa va meglio l'Italia rispetto alla media europea
L'Istat presenta la nuova edizione del rapporto sul benessere equo e sostenibile. Ci sono molti spunti per migliorare, per esempio sull'occupazione, nonostante i record nazionali. Ma anche alcune buone notizie
L'Istat ha presentato oggi la dodicesima edizione del rapporto sul benessere equo e sostenibile (Bes). Il rapporto offre una lettura approfondita dei livelli, delle tendenze e delle disuguaglianze di benessere in vari campi: salute, lavoro, sicurezza, costi dell'abitazione, innovazione, formazione ed economia. Lo fa in parte mettendo in relazione la situazione italiana con la media europea e in parte confrontando la fotografia attuale con quella degli anni precedenti. E se è vero, come hanno titolato molti giornali riprendendo i dati, che l'indicatore sul rischio povertà in Italia è maggiore della media europea (di 2,7 punti percentuali, ma il dato nazionale non è peggiorato bensì rimasto stabile negli ultimi 10 anni), è vero anche che nel quadro complessivo ci sono alcuni spunti positivi.
Se guardiamo i 137 indicatori Bes per i quali è possibile il confronto con l'anno precedente (su 152 totali), il 34,3 per cento registra un miglioramento, rimane stabile il 39,4 per cento mentre peggiora il 26,3 per cento. Rispetto all'Europa (media Ue27) è invece possibile confrontare solo 39 indicatori su 152: 18 vedono l'Italia in posizione di svantaggio, mentre per 11 i dati sono positivi.
In Italia l'aspettativa di vita è più alta della media europea
Nel 2024 la speranza di vita alla nascita raggiunge un massimo di 83,4 anni (81,4 anni per gli uomini e 85,5 per le donne). Rimane stabile rispetto al 2023 ed è molto maggiore rispetto al 2014, quando si attestava a 82,6 anni. In Europa, l'Italia è in una posizione favorevole: la speranza di vita alla nascita supera di oltre 2 anni quella media dei 27 paesi Ue. Dati positivi anche per la mortalità evitabile, 17,6 per cento rispetto al 25,8 per cento per 10mila abitanti della media europea.
Sugli incidenti che coinvolgono i giovani alla guida non ci sono miglioramenti. Nel 2024, infatti, la mortalità per incidente stradale tra i giovani di 15-34 anni è di 0,6 decessi per 10mila residenti, un dato che resta stabile rispetto all'anno precedente. Infine, per quanto riguarda il consumo di tabacco e alcool delle persone di 14 anni e più, la quota del primo è in lieve aumento (20,5 per cento) rispetto al 2023 (19,9 per cento), mentre per il secondo, nonostante le oscillazioni tra il 2020 e il 2022, il fenomeno si è stabilizzato al 16 per cento, su livelli simili al 2014 (15,9 per cento).
Luci e ombre sul mercato del lavoro
Rispetto all'Unione europea, l'Italia presenta un tasso di occupazione (al 67,1 per cento) più basso di 8,7 punti percentuali. In realtà, nel 2024, il tasso di occupazione in Italia tra i 20 e i 64 anni continua a crescere, +0,8 punti percentuali. Non solo, si riduce il lavoro a tempo determinato e cresce l'occupazione delle donne con figli tra 0 e 5 anni (+1,8 per cento). Cala lo smartworking: la quota di occupati che hanno lavorato da casa nelle quattro settimane precedenti l'intervista scende dal 12 percento del 2023 al 10,3 per cento del 2024, sono circa 2,5 milioni di persone, -360mila rispetto all'anno precedente. Infine, gli italiani si sentono più sicuri sul posto di lavoro, si riduce infatti la quota di chi ritiene probabile perdere il lavoro entro sei mesi e improbabile trovarne uno simili (dal 4,1 per cento nel 2023 al 3,2 per cento nel 2024).
Gli omicidi reali e la sicurezza percepita
Il tasso di omicidi in Italia è tra i più bassi in Europa (0,6 rispetto a 0,9 per 100mila abitanti in Ue27). Tuttavia la sicurezza percepita segue traiettorie diverse. Così, nel 2024 la quota di persone di 14 anni e più che si sentono molto o abbastanza sicure camminando di notte da sole nella zona in cui vivono è pari al 56,7 per cento, un dato significativo ma in calo di 5,3 punti percentuali rispetto al 2023. Facendo il confronto con dieci anni fa, la quota di popolazione che, nella zona in cui abita, vede spesso elementi di degrado sociale o ambientale come persone che si drogano o prostitute in cerca di clienti, diminuisce del 2 per cento, anche se registra un +0,9 per cento rispetto al 2023, passando dal 6,8 al 7,7 per cento.
C'è poi una preoccupazione percepita che riguarda la violenza sessuale, con la quota di persone che dichiarano di temere, per se stesse o per un familiare, una violenza di questo tipo che sale dal 28,7 per cento del 2016 al 35,7 per cento del 2023.
In Italia i costi dell'abitazione sono inferiori rispetto alla media Ue
Il sovraccarico del costo dell'abitazione indica la situazione in cui una famiglia o una persona spende una quota troppo alta del proprio reddito per l'abitazione, cioè affitto o mutuo più le spese collegate (condominio, bollette, tasse locali). L'Italia è sotto di 3,1 punti percentuali rispetto alla media europea (8,2 per cento). Ciò avviene anche per gli indicatori relativi alla deprivazione materiale e sociale e alla difficoltà ad arrivare a fine mese.
Il gap italiano su ricerca e sviluppo
L'Italia investe meno in ricerca e sviluppo rispetto all'Europa: l'1,37 per cento del pil, contro una media del 2,22 per cento. Anche la percentuale di lavoratori con formazione universitaria nelle professioni scientifiche-tecnologiche è inferiore di 7,4 punti in confronto alla media europea. Rispetto al 2014, l'intensità di ricerca registra un aumento modesto, dall'1,33 all'1,37 per cento del pil, con un impegno crescente delle imprese, che passano dallo 0,75 per cento del pil allo 0,80 per cento nel 2023.