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la mobilitazione
Sciopero nazionale per Gaza: disagi nel trasporto locale, porti, ferrovie e università. Cortei e blocchi in 75 città
La protesta è stata organizzata dai sindacati di base. In atto blocchi e presidi per fermare le merci destinate a Israele nei porti. A Torino e Roma gli studenti hanno chiuso gli accessi ai campus. Disagi alla stazione Termini nella Capitale. Salvini: “Adesione sotto il 7 per cento. Numeri in calo rispetto alle ultime mobilitazioni”
Disagi ferroviari, cortei e studenti che bloccano l'accesso ai campus. È iniziata stamattina una nuova giornata mobilitazione, uno sciopero generale nazionale, indetta dai sindacati di base per chiedere la fine delle ostilità nella Striscia di Gaza e sostenere la missione umanitaria della Global Sumud Flotilla.
La mobilitazione coinvolge il trasporto pubblico locale, le ferrovie, i porti, le scuola, le università e la sanità, e interessa almeno 75 città italiane, tra cui Roma, Milano, Napoli, Bologna, Torino, Firenze, Ancona, Bari, Palermo e Genova. Allo sciopero hanno aderito Usb, Cub, Sgb, Adl Varese, Orsa, Confsai, Cisle, Conalpe e altre sigle del sindacalismo di base. Non hanno invece partecipato le principali confederazioni, Cgil, Cisl e Uil. La Cgil aveva promosso una mobilitazione separata lo scorso venerdì, 19 settembre.
Numerose le manifestazioni in programma nelle principali città. A Milano il corteo è partito alle 10 da piazza Cadorna, mentre a Napoli sono previste due iniziative: una al mattino da piazza Garibaldi, l’altra nel pomeriggio dall’ex base Nato di Bagnoli.
A Roma, gli studenti della Sapienza hanno iniziato a manifestare fin dalle prime ore del mattino e hanno sbarrato tre ingressi principali dell’università — piazzale Aldo Moro, via De Lollis e viale dell’Università. “La Sapienza è al fianco della Global Sumud Flotilla” è lo slogan lanciato dai collettivi universitari e dal movimento Cambiare Rotta. Alle 10 gli studenti si sono mossi in corteo verso piazza dei Cinquecento, dove si tiene il presidio centrale della giornata. Si registrano disagi anche a Termini, i manifestanti hanno tentato di bloccare la stazione, la cui funzionalità della stazione attraverso varchi controllati. Secondo le prime stime sarebbero circa 20 mila le persone in piazza.
A Torino, gli studenti hanno bloccato l’ingresso del Campus universitario Einaudi, e sit-in sono programmati anche in altre sedi scolastiche e universitarie.
La protesta però non si limita alle università: nei porti di Genova, Trieste, Livorno, Ravenna, Ancona e Piombino sono in corso blocchi e presidi per impedire il transito di merci dirette in Israele. A Genova, in particolare, il sindacato ha segnalato l’arrivo della nave Joanna Borchard al terminal Spinelli, e ha dichiarato che lo sciopero servirà anche a vigilare su eventuali operazioni di carico. A Ravenna, nei giorni scorsi, due container destinati a Israele erano già stati bloccati dai lavoratori.
Anche il settore ferroviario è fortemente coinvolto: hanno aderito allo sciopero i dipendenti del Gruppo Fs con Trenitalia (a eccezione della Calabria), insieme al personale di Italo e Trenord. Lo stop è in vigore dalle 00:00 alle 23:00, con possibili cancellazioni e ritardi in tutta la rete nazionale.
Le forze dell’ordine stanno monitorando con attenzione obiettivi sensibili e siti collegati a Israele. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, ha parlato di un’adesione allo sciopero “sotto il 7 per cento” e ha invocato una revisione delle norme sul diritto di sciopero. Secondo i dati da lui riportati, per quanto riguarda l’alta velocità, ci sarebbe stata la soppressione di un solo treno, mentre sui convogli regionali si registrerebbe un blocco del servizio pari al 25 per cento. Il ministro ha poi ricordato che la prossima settimana sono in programma 44 scioperi: 23 di carattere nazionale, su cui il governo non può intervenire direttamente, e 21 a livello locale. Nonostante ciò, ha sottolineato come i numeri siano in calo rispetto alle precedenti mobilitazioni. “Vigiliamo affinché ogni proclamazione sia conforme alle regole vigenti, ma occorre aprire un confronto costruttivo per rivedere l’attuale disciplina. Nessuno vuole limitare il diritto allo sciopero ma è il momento di riflettere seriamente sul suo funzionamento”, ha detto.