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Editoriali

Non sono i giovani fuori mercato

Redazione

Il calo demografico ridurrà la forza lavoro giovanile ma aumenterà la loro forza contrattuale. Aziende, sveglia: bisogna adattarsi a un cambiamento ormai inevitabile

La vicenda del giovane romano che ha postato su TikTok la sua rivolta sdegnata contro lo sfruttamento di un contratto di lavoro estivo nel turismo che, a conti fatti, gli avrebbe fatto guadagnare tre euro all’ora ha tenuto banco nei giorni scorsi. Un po’ perché perfetta per la bolla social, coi suoi risvolti grotteschi, un po’ perché il tema che indirettamente poneva – le retribuzioni inadeguate e lo “sfruttamento” dei giovani al primo contratto – è invece reale. Ma è importante, non solo per i giovani ma per il bene e il futuro del nostro paese, impostare la questione evitando le semplificazioni da social media. Due diversi editoriali, ieri, aiutano. Sul Corriere Carlo Cottarelli è tornato sui dati demografici pubblicati dall’Istat: meno 30 mila nati previsti nel 2025 rispetto al 2024: “Una riduzione di queste dimensioni non si era mai osservata da almeno due decenni”.

Del disastro, non solo di welfare ma anche economico, derivante da questi trend demografici siamo ormai avvertiti. E anche Cottarelli indica due strade da percorrere per rimediare, e maledettamente in fretta: “una strategia di lungo periodo per un programma di immigrazione regolare” ma anche una strategia per contrastare la denatalità. Sulla Stampa, Tommaso Nannicini ha sviluppato un argomento solo apparentemente differente. I trend demografici e le scelte di vita delle nuove generazioni (e anche una comfort zone spesso garantita dai beni  accantonati dalle famiglie) offrono e offriranno sempre meno platea occupabile alle imprese italiane. Le persone giovani disposte a entrare nel mondo del lavoro saranno sempre meno, dunque più ricercate, dunque anche più in grado di contrattare condizioni di lavoro e di retribuzione migliori. Ma qui si pone un altro problema: o le nostre imprese, soprattutto le piccole, le artigianali e i settori con meno redditività (il turismo è fra questi) si adeguano, e in fretta, a migliorare le loro performance e dunque la capacità retributiva, o soccomberanno. Ad essere fuori mercato non sono i giovani, sono le aziende non adeguate al nuovo assetto sociale.

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