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Studio di Oxford clamoroso: c'è correlazione tra stagioni calde e aumento delle nascite

Giuseppe De Filippi

Secondo i ricercatori dell'università britannica il vento caldo dell’estate funziona per favorire la riproduzione, a condizione di non esagerare. Ragioni per offrire un apposito turismo italiano

La rimozione del sudore (altolà al sudore!) è un tratto della modernità che scade nella fissazione. Una fisima generalizzata, un luogo in cui si nascondono altre repulsioni, magari qualche mania igienista (o moralista) anti sessuale, di quelle che intellettualmente e socialmente non si portano più. Ma per fortuna c’è il metodo scientifico a rimettere a posto le cose. Lo hanno applicato gli studiosi di Oxford, approfondendo e sistematizzando i dati sull’andamento delle nascite dopo le recenti stagioni estive caldissime. Diciamo subito che va accettata l’idea di una correlazione tra i nati a 9 mesi di distanza di uno specifico intervallo di tempo e il totale dei rapporti sessuali in una comunità. Qualche obiezione sarebbe possibile, ma almeno come approssimazione di una tendenza possiamo certamente dar credito all’ipotesi degli studiosi oxoniani.

 

I risultati statistici esposti sono chiari, con un costante e regolare incremento dei nati specialmente nei paesi caldi ma temperati trascorsi 10 mesi dall’inizio della stagione estiva. Il vento caldo dell’estate funziona per favorire la riproduzione a condizione di non esagerare. Sopra i 40 gradi si potrebbe dire “oxonià, fa caldo”. Ma tra i 30 e i 40, sostengono gli autori dello studio, la produzione di ormoni e la loro messa in circolazione grazie alla pelle scoperta e al già citato sudore creano condizioni di attuazione e desiderio maggiori di quanto si creda che ne venga annullato, nella vulgata igienista e pubblicitaria, dalla repulsione e dal disprezzo culturale per il corpo accaldato. In più ci sono la vita di mare o in generale all’aria aperta a favorire. Non solo per la banale stimolazione visiva. Pare, per esempio, che anche camminare a piedi nudi, possibilmente sulla battigia, dia quel friccico di pruritino associato a un miglioramento della circolazione del sangue. E da cosa nasce cosa.

 

Dal lato scientifico, c’è da ricordare, come ha fatto El Pais in un documentato servizio sul tema, che già nel 2018 un’università californiana era arrivata alla stessa conclusione, indicando evidenze di un collegamento positivo tra stagioni calde e aumento delle nascite. Due studi non fanno una teoria certa e affermata ma almeno indicano che, una volta tanto, gli scienziati non correlano un leggero incremento delle temperature medie all’estinzione dell’umanità ma a qualcosa di opposto (almeno nella nostra visione ingenua). El Pais forse aveva anche interesse a presentare le vacanze nella calda Spagna come una possibilità di turismo riproduttivo. E sarebbe bene che anche le autorità italiane del settore si attivino, per una campagna su una specifica branca del made in Italy. Senza nulla togliere all’apposito ministero, “I concepiti in Italy” potrebbero diventare un’occasione di sviluppo economico, con una lunga stagione calda, ma quasi sempre temperata, da offrire ai turisti.

Agli studiosi di Oxford suggeriamo poi un corollario. D’estate sì principalmente fa caldo, ma è anche il momento delle vacanze, giorni in cui i bambini sono presenti, visibili, sono tra noi. Il tempo libero degli adulti serve poi a togliere scuse, come il peso del lavoro e altri pensieri. Ed evidentemente, per quanto scalmanati e poco adatti alla vita conversativa, i piccoli fanno a loro stessi una buona pubblicità, mettendo in giro, tra spiagge e escursioni, voglia di farne altri di bambini. Forse succede qualcosa di simile, malgrado il freddo, durante le feste natalizie. Chi scrive è nato a settembre, probabile figlio del capodanno o giù di lì, e da una personale rilevazione, meno sistematica di quella di Oxford, può affermare che è un periodo denso di compleanni.

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