“Ed era una tale rivelazione che una donna potesse essere tollerante e schietta come un uomo…”. Tilda Swinton in “Orlando” (1992) da Virginia Woolf 

Femminismo in progress

Simonetta Sciandivasci

Con le parole le donne cambiano il mondo. Non con i numeri né con le quote rosa che tanto fanno arrossire il Pd. Da Assorbente a Zitella, piccolo dizionario per seguire l’evoluzione di una lotta non sempre felice e concludente

Mentre il Pd fa lo cunto de li conti, accorgendosi, per l’ennesima drammatica grottesca volta in ritardo, che in fatto di donne e rappresentanza femminile predica bene e razzola male, e in attesa che il paese delineato da Mario Draghi nei suoi discorsi alle Camere assomigli anche solo lontanamente a un sedicesimo dei suoi auspici e delle sue intenzioni, pubblichiamo qui un divertito glossario che tiene conto di alcuni dei cambiamenti che, nel linguaggio, i nuovi femminismi hanno avuto il merito di apportare. 

 
Assorbente 
Ma sei pazza? Hai idea di quanto inquini? Prendi la coppetta, è comodissima, economica, dinamica, lavabile, riutilizzabile e molto sobria. Non ti fa il lavaggio del cervello, non pretende di insegnarti in che modo le fasi lunari influiscono sul tuo ciclo, come invece fanno le confezioni dei Lines, quelli che sotto Eboli qualcuno chiama ancora “pannolini”, riflesso di antiche credenze popolari che ti avrebbero ritenuta infetta, allontanandoti dalla città per tutta la durata delle mestruazioni – non ti sembra un’idea completamente da buttare, ma non dirlo a nessuno. 

 
Asterisco 
Desinenza che ha preso a sostituire quelle classiche che designano il genere, dal momento che il genere è un arbitrio, un artificio al soldo della cultura dominante, e non contempla la varietà di varianti umane. In attesa che il linguaggio s’adatti, rigeneri, ripulisca, lo interpoliamo. 


Bbl
Acronimo di Brazilian butt lift, il lipofilling ai glutei. E’ una delle poche operazioni di chirurgia estetica universalmente ammesse, non divide in favorevoli e contrari ai canoni estetici e nemmeno in favorevoli e contrari all’autodeterminazione estetica. Accrescersi il culetto è (ancora) un atto di pionierismo figurativo. 

  
Bellezza 
Dipenda da chi guarda. 


Brutta 
Guarda meglio. 

  
Calma 
Imperativo sessista. Il maschio che dice alla donna di stare calma non le riconosce il diritto di arrabbiarsi, la riconduce all’irrealistico ideale di angelo del focolare costantemente servizievole amorevole svenevole cedevole, assai probabilmente aggiunge anche: ma hai le tue cose? E così facendo sottolinea che una donna che s’incazza non ha altre ragioni che un isterismo congenito e soprattutto che se s’incazza è colpa sua, sua e di nessun altro. Al primo “stai calma” che vi rifila un maschio, ragazze, fate ciò che saggiamente Natalia Aspesi consigliava di fare al cospetto di uno che si dichiarasse femminista: su le mutande e scappare.


Ciccì 
Diminutivo affettuoso di cancel culture. 

 
Cancel Culture 
“Repubblica ha scritto che cancel culture significa ‘cancellazione della cultura’. Sono stati molto irrisi; si sono scusati; hanno chiarito che significa invece cultura della cancellazione. Ma io non credo fosse un errore. Credo fosse Freud che dalla tomba rideva di noi e ci faceva balenare il sospetto che sia esattamente quel che è in atto: la cancellazione della cultura. Della cultura del dibattito animato, della cultura del non essere d’accordo, della cultura del non pensarla tutti allo stesso modo. Dell’unica cultura degna di dirsi tale” (Guia Soncini). 

 
Cicciottella 
Correva l’anno 2016, era estate, e Giuseppe Tassi, il direttore del supplemento sportivo del Resto del Carlino, perse il lavoro per aver pubblicato un articolo sulle atlete olimpiche italiane di tiro dell’arco Lucilla Boari, Claudia Mandia e Guendalina Sartori, così titolato: “Il trio delle cicciottelle sfiora il miracolo”. 

 
Consenso 
Quando una donna dice sì, non basta che dica semplicemente sì: deve dirlo con entusiasmo, occhi lucidi, tonalità alte, braccia e gambe non incrociate, una buona settimana alle spalle. In mancanza anche solo di uno di questi elementi, qualsiasi consenso è da ritenersi falsato, quindi tieni le mani dove sia possibile vederle e chiamami un taxi. 

 
Nei primi mesi del #metoo, il comico Aziz Ansari venne accusato di essere un molestatore per aver baciato una ragazza che era uscita a cena con lui, capendo dopo svariati minuti di insistenze sul divano che lei voleva solamente tornarsene a casa. Perse il lavoro. Al suo ritorno in scena, dopo mesi di contrizione e oblio, era smunto e indossava una maglietta slavata degli Iron Maiden. Lui che adorava gli smoking. Sulla labilità e problematicità del consenso, si legga “Cat Person” di Kristen Roupenian (Einaudi). 

 
Culona 
Riconoscimento al valore. Fat-bottomed girls you make the rocking world go round, cantarono i Queen, ma la cosa non produsse effetti significativi, non inorgoglì le destinatarie della lirica: le rallegrò, certo, ma non eliminò lo stigma, né il terrore di ingrassare proprio lì. Quando Silvio Berlusconi diede ad Angela Merkel della “culona inchiavabile”, mettendo per l’ennesima volta in difficoltà la diplomazia italiana, qualcosa cambiò per sempre, ci rendemmo conto di quanto fosse inaccettabile che un epiteto dispregiativo potesse riferirsi a un sedere sovradimensionato. Poi arrivò Kim Kardashian e mise sulle copertine di tutto il mondo le sue enormi chiappe, inaugurando la stagione del di esse riscatto. Naturalmente, è stata accusata di appropriazione culturale della bellezza nera. 

 
Depilazione/epilazione
Ma chi ve lo fa fare? E per cosa? 

 
Dio 
Sicuri sia maschio? 

 
Emancipazione 
Liberazione da: canone, oppressione, ruolo, pregiudizio, stronzo. Da procedimento propedeutico alla libertà, è diventata scopo ultimo della libertà, venendo con essa confusa, a evidente scapito dell’ampiezza e delle possibilità di entrambe. 

 
Empowerment 

Declinazione progressista del superomismo. D’Annunzio applicato al life coaching: se hai stima di te, e devi avere una stima assoluta perché tu vali e sei unica ed eccezionale e ciascuno di noi è un capolavoro, puoi fare tutto, ti meriti tutto, non hai che diritti più un solo dovere, amarti subito e senza condizioni. 

 
Femminile 
Costruzione culturale. 

 
Fluid 
“‘Sei sicura di non essere un uomo?’, le chiedeva ansioso, e lei gli faceva eco: ‘Possibile che non sei una donna?’ e quindi dovevano verificarlo, senza ulteriori indugi. Perché ciascuno dei due era tanto sorpreso dalla subitanea simpatia dell’altro, ed era per entrambi una tale rivelazione che una donna potesse essere tollerante e schietta come un uomo, e un uomo bizzarro e acuto come una donna, che dovevano mettere subito la cosa alla prova”. Virginia Woolf, Orlando, 1928. Stiamo ancora mettendo alla prova la cosa. 

  
Mansplaining 
Quando un ingegnere spiega a un’avvocatessa che cos’è un rinvio a giudizio. Volendo, anche quando un anonimo di Twitter scrive a Lucia Annunziata quali domande dovrebbe fare ai suoi intervistati. In sostanza, il mansplaining è la trasposizione adulta e sessista di quello che fanno i padri quando portano lo zaino ai figli, anziché caricarglielo sulle spalle. Non è detto che a praticarlo siano solamente gli uomini – o almeno non lo era quando ancora il patriarcato non era l’origine di tutti i mali. 

  
Mamma 
Genitore di sesso femminile. Semper certa est, dicevano gli antichi, ed è ancora vero. Invece, non è più vero che di mamme ce n’è una sola ma caro figliolo di babbo uno solo non sempre ce n’è, diceva Guccini (“Opera buffa”, 1973). Da tempo, infatti, si possono avere due madri. A luglio del 2018, la Corte d’appello di Napoli riconosce lo stato di “mamma sin dalla nascita” anche alla madre non biologica di Lorenzo, un bambino di sei anni figlio di una coppia lesbica: il secondo genitore, scrive la Corte, “svolge tale ruolo da un momento precedente al concepimento, avendo contribuito alla sua generazione, non importa se solo con la prestazione del relativo consenso. Ella, ed è dato dirimente, se ne è assunta la responsabilità ab origine”.

 
Maschile
Costruzione culturale. 

 
Matria 
In un suo articolo pubblicato dall’Espresso nel novembre del 2017, Michela Murgia propose di abolire il concetto di patria e sostituirlo, anche solo per una prova momentanea, con quello di matria, poiché: “La patria non è una terra ma una percezione di appartenenza, un concetto astratto, tutto culturale, che si impara dentro alle relazioni sociali in cui si nasce e dentro alle quali, riconosciuti, ci si riconosce. Le madri nella parola patria non ci sono, non possono esserci perché nell’idea del patriottismo è innestata la convinzione profonda che la donna sia natura e l’uomo cultura”. 

  
Medicalizzazione 
Eccesso di premura cui sottende un pregiudizio, un’idea di debolezza costitutiva. La gravidanza viene medicalizzata così che la donna si ficchi in testa sin da subito che fare un figlio richiede una sospensione e una alienazione di sé del novanta per cento almeno ed è incompatibile con palestra, manicure, aperitivi, danza classica/moderna/hip hop, cattiveria, esuberanza, sesso, hard rock, reggaeton, viaggi, amiche non madri o non gravide. E’ alla medicalizzazione della gravidanza che va ascritto quell’orrido vizio che molte madri hanno di dire alle non madri: non hai figli, non puoi capire. La controffensiva sta organizzandosi, con risultati talvolta pittoreschi ed eccessivi come le fit mom, scalmanate signore che si sottopongono ad allenamenti estenuanti fino a un attimo prima di partorire, al nobile scopo di dimostrare che una donna che aspetta un bambino non è né malata né menomata.  

 
Metoo 
Ancheiosonostatamolestata. 

 
No 
No. Capito? No. No means no. No significa no. Sempre. Tranne in un caso: quando mi chiedi se voglio la parmigiana e ti rispondo di no. Lo faccio per coazione alla dieta. Non badare a me: friggi.

 
Quote 
Soglia di rappresentanza minima delle donne in tutti i consessi professionali. Quando non la si raggiunge, rispetta, tiene in conto, si indispettiscono e infuriano tutti, inclusi quelli e quelle che detestano le quote rosa, trovandole o offensive o non risolutive. 
‘Il problema non sono le quote, ma cambiare nel profondo una società maschile”, ha detto Luciana Castellina. 

 
Rosa 
Colore primario. Va bene su tutto, tranne che sui giocattoli delle bambine. Dall’adolescenza in poi, sfina, sdrammatizza, ringiovanisce, politicizza. Le donne che sfilarono contro Trump, in marcia, subito dopo il suo insediamento, indossavano un cappellino rosa. A forma di vagina. 

 
Sesso 
Sopravvalutata attività agonistica. Molto rumore per quasi nulla. Ai ragazzi della Gen Z, che sono parecchio sorprendenti, non interessa affatto. Per loro è più eccitante abbracciare un albero che un coetaneo. L’albero, se sessualizzato, non riporta traumi. Il coetaneo, invece, sì. Conviene? 

  
Sessualizzare 
In biologia, dice la Treccani, “conferire caratteri e proprietà sessuali”. Fuori da un laboratorio di biologia, scienza invero assai contestabile e piuttosto retriva, è un crimine culturale assai grave, e deriva dal ceppo dell’appropriazione culturale. Un esempio recente: Rihanna che si fotografa, a mezzobusto, con addosso un ciondolo della divinità Ganesha, ha sessualizzato l’induismo. In India si sono molto molto arrabbiati. 

 
Soggetto 
Soggetta, prego. 

 
Tossico 
Lo è il maschio che corteggia con insistenza, che ridimensiona, che sessualizza, umilia, non ascolta, non vede, non spartisce oneri psicologici e pratici della quotidianità familiare, che ricatta, che pretende attenzione, che non pulisce dove ha sporcato, che non vuole complicazioni, che ama per possesso, che possiede per paura. Lo è il maschio. 

 
Vagina 
Bene di lusso. Organo sessuale per secoli trascurato, depotenziato, ridotto a comitato d’accoglienza di quello maschile, gode adesso di grande considerazione. Il femminismo della seconda ondata ne fece il simbolo di una delle sue intuizioni più importanti: il privato è politico. Il femminismo della quarta ondata la fa cantare, ballare, vestire da conchiglia e da pesca in uno spot della Nuvenia che dice: “Libera di osare”.

  
Vecchia 
Arcaismo. “Una vera donna non invecchia mai” (Cher, “Sirene”, 1990).

  
Vittima 
Persona cui credere senza l’onere della prova.

  
Zitella 
Ti querelo. 
 

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  • Simonetta Sciandivasci
  • Simonetta Sciandivasci è nata a Tricarico nel 1985. Cresciuta tra Ferrandina e Matera, ora vive a Roma. Scrive sul Foglio e per la tivù. È redattrice di Nuovi Argomenti. Libri, due. Dopodomani, tre.