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"Roma si è scoperta vuota al centro e piena in periferia”

Così la street art aiuta a trasformare le città in musei a cielo aperto. E cambia anche il turismo

Gabriele D'Angelo

Il festival E.P.ART e l'arte pubblica fuori dai percorsi più battuti. "Nell'anno in cui la cultura è vessata dall'epidemia, cresce un turismo leggero, basato su itinerari di arte urbana”, dice Wit Design Studio. Il presidente di Ecomuseo Casilino: "Il turismo non è la panacea e un murale non riqualifica un quartiere. Però innescano processi che, gestiti bene, possono creare risorse per i territori"

“L'offerta culturale in periferia è vasta, forse anche più che al centro. Roma si è scoperta vuota al centro e piena in periferia”, dice Claudio Gnessi, presidente di Ecomuseo Casilino, un’istituzione di comunità fondata per promuovere la salvaguardia del vasto territorio urbano del municipio V della Capitale. Per i prossimi tre anni, l'Ecomuseo ha avviato il festival E.P.ART, un progetto che nasce per innescare processi di musealizzazione diffusa nella periferia est di Roma attraverso la realizzazione di nuove opere di street art. Nel 2020 il progetto realizzerà due opere d’arte muraria a Villa Gordiani, con la curatela della Galleria Wunderkammern, una delle più importanti gallerie di street art in Europa. Autore delle opere sarà Tellas, artista di rilievo internazionale che è stato selezionato dai cittadini del quartiere in una rosa di nomi proposti dalla galleria. 

  

Alice Cosmai, del milanese Wit design studio, ci dice che "nel 2020 in particolare, c'è stata una sempre maggiore attenzione – da parte delle amministrazioni, dei policy maker, delle associazioni – al linguaggio della street art. Nell'anno in cui la cultura è stata vessata dall'epidemia, c'è stata una crescita di un turismo leggero, basato su itinerari di arte urbana, con passeggiate nel proprio quartiere. La pandemia ha velocizzato un movimento di apertura all'arte urbana che si respirava già negli anni precedenti". 
    
"Realizzare musei a cielo aperto, costruiti insieme alle comunità locali è prima di tutto un principio di realtà che serve ad allargare i diritti di chi quei territori li vive. Ma poi si possono generare flussi turistici, andando a incrociare il tema del lavoro, dellle economie locali”, aggiunge Gnessi. "Il turismo non risolve i problemi di Villa Gordiani, così come un murale non riqualifica un quartiere, ma innesca dei processi. Poi questi vanno gestiti nell'ottica di valorizzare e creare risorse per i territori".

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