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La gomma da masticare compie 150 anni

Maurizio Stefanini

Entrò in commercio nel 1871 ma ha origini molto più antiche, che risalgono a quasi seimila anni fa

Il chewing gum ha compiuto 150 anni. Il 28 dicembre del 1869 il dentista statunitense William Sample brevettò un prodotto masticabile che aveva realizzato nel proprio laboratorio di Mount Vernon, nell’Ohio. La gomma era stata da lui sciolta in una soluzione di nafta e alcol, e poi mescolata ad altri materiali, tra cui radici di liquirizia.

 

Il chewing gum, come fu chiamato, iniziò però a essere venduto solo due anni più tardi. Il prodotto si diffuse, fu migliorato con l’arricchimento di nuovi gusti, e nel 1928 Walter Diemer ebbe l’idea di un tipo di gomma che poteva formare piccole bolle d’aria e trasformarsi in palloncino. Era il bubble gum, che i soldati statunitensi avevano nelle loro razioni K durante la Seconda Guerra Mondiale. Era stato riempito di caffeina, per tenere su i combattenti durante le battaglie. Secondo i medici, teneva pulito l’apparato orale anche in assenza di dentifricio e aiutava a distendersi. Quattro erano i gusti: menta, cannella, menta piperita e pepsina.

 

Per gli europei divenne un simbolo della liberazione dal nazismo, un po’ come il boogie-woogie, la Coca-Cola o i film di Hollywood. Ma soprattutto fu un potente simbolo dell’America. I fratelli Ambrogio e Egidio Perfetti, creatori nel 1946 di quel Dolcificio Lombardo che fabbricava caramelle, liquirizie e confetti a Lainate vicino a Milano, quando nel 1956 lanciarono un chewing gum autarchico che conquistò i mercati gli diedero comunque il simbolo del ponte di Brooklyn. La famosa “gomma del ponte” dei Caroselli.  

 

 


Al chewing gum si è pensato come uno dei primi obiettivi di rappresaglia, nel momento in cui anche contro l’Ue Trump ha scatenato le sue guerre dei dazi. Forse però è un obiettivo ormai fuori tempo. Tra il 2010 e il 2018, secondo Euromonitor, il volume delle vendite è calato del 4 per cento a livello mondiale e addirittura del 23 per cento negli Stati Uniti. Abbastanza da meritare l’attenzione del Wall Street Journal, che da una parte ha informato dei tentativi di rilanciare il prodotto con nuovi approcci (dalla gomma per dimagrire a quella per addormentarsi più facilmente), dall’altra ha teorizzato che a danneggiare le gomme sia stata la diffusione degli smartphone, che oggi hanno la funzione rilassante che in passato era svolta dalle gomme.

 

Secoli e millenni prima del brevetto di William Sample l’umanità aveva consumato prodotti analoghi. Lo stesso chicle, termine spagnolo per chewing gum, viene dal un tziktli in nahuatl, la lingua degli aztechi. Sia gli aztechi che i maya masticavano la gomma naturale prodotta dal sempreverde Manilkara chicle, e l’invenzione di Sample non è in realtà che un adattamento di questo uso. Gli antichi greci a loro volta utilizzavano il mastice, tratto dalla resina del lentisco, che lo stesso Ippocrate consigliava, e che i romani mettevano nel vino. E, appunto, 5.700 anni fa anche un gruppo di cacciatori-raccoglitori danesi faceva qualcosa del genere con la pece di betulla. Da una cicca gli archeologi hanno recuperato un dna che ha permesso di individuare il genoma di una donna che è stata ribattezzata Lola, e di cui è stato pure ricostruito il volto: mora, ma con gli occhi azzurri. 

 

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