Foto Ivan Radic via Flickr

Che fai, guardi un porno? Vergognati!

Simonetta Sciandivasci

Arriva Covenant Eyes, l’app che informa i tuoi amici se apri un sito hard

Roma. Esiste un’App – o una specie di – per farvi pentire di ogni istante che trascorrete online a guardare culetti e parti affini, in movimento o in posa. Evviva!

Ricostruiamo. Ricordate quando il motore di internet, cioè di tutto, era il sesso, e la sola regola valida, la sola alla quale la rete abbia mai obbedito, era la Rule 34 (“se una cosa esiste, ce n’è anche una versione porno online”)? Preistoria, archeologia, tutto finito. Il motore di ogni cosa, adesso, è la presentabilità, e tutti teniamo a non sederci dalla parte del torto, dove il sesso e il suo gigantesco culo, la pornografia, occupano sei o sette (mila) posti. Teniamo a mostrarci puliti, meglio se ripuliti; responsabili, meglio ancora se responsabilizzati. Tanto il sesso quanto la pornografia sporcano la nostra immagine più di un reato efferato, specie se commesso in flagranza di cattivo umore, e allora internet e i suoi messi e mezzi ci vengono in soccorso per disintossicarcene una volta per tutte.

 

Covenant Eyes (CE) può aiutarti a liberarti definitivamente dal porno”, è scritto sul sito di CE, l’applicazione che monitora quello che cerchi, indaghi, guardi su internet con il tuo telefono, e non appena scarichi un porno, o guardi un qualsiasi contenuto più o meno spinto, provvede ad avvisare i tuoi contatti (una rosa di fortunati che selezioni tu: gli “Alleati”), che vengono raggiunti da una notifica: ehilà, quel maluomo è in piedi da dieci minuti ed è già su Pornhub. Non che gli alleati debbano poi intervenire e allertare la polizia, o tua madre, o il tuo capo, o il tuo partner (insieme al quale, magari, hai sviluppato una dipendenza da consumo di film hardcore – invece di andare al festival di ufofemminismo e aperiumanesimo in una cascina fuori città, cafone che sei). Loro devono soltanto essere testimoni, e godersi il tuo sputtanamento. Chi ha creato il software di CE sa bene che niente ci corregge con maggiore efficacia del terrore di fare una brutta figura, di passare per maniaci sessuali, ed è questo che vende, da dodici mesi a questa parte: un Grande Fratello privato che fa sapere alle persone di cui più hai a cuore il giudizio, quante volte al giorno hai ceduto all’animale che ti porti dentro.

 

Attualmente, i possessori di questo brillante mezzo di auto denuncia quotidiana sono 300 mila (hanno fruttato ai creatori 57 milioni di dollari), e ogni tanto ad alcuni di loro capita di vedersi cerchiate in rosso e denunciate innocenti condivisioni di articoli su Melania e Donald Trump – mica male, tuttavia, poter sapere quante volte i nostri amici si collegano al Twitter del presidente degli Stati Uniti, magari ci aiuta a inquadrarli meglio, no? Di questi 300 mila squilibrati in cerca di redenzione, quasi nessuno ha un problema di dipendenza dal sesso (i medici s’affannano a sottolineare che non è una malattia e che, quindi, chiamarla così potrebbe essere fuorviante, ma non serve a niente, non depotenzia il desiderio di non avere desiderio).

Moltissimi, però, vogliono smetterla di guardare pornografia, e di avere il terrore che qualcuno prenda il loro telefono e ci trovi chissà cosa, e di chiedersi “come sarà a letto?” ogni volta che incontrano qualcuno, anche solo per un momento lungo due fermate di metropolitana.

 

Non il sesso, ma la sua censura traineranno il mercato? Un anno fa, quando Tumblr mise al bando le immagini pornografiche o soltanto erotiche (niente atti sessuali, e niente capezzoli o organi genitali, né fotografati né dipinti), in molti pensarono che avrebbe subìto un tale calo degli accessi che sarebbe finito disabitato, ignorato e poi chiuso. Invece, sebbene una riduzione del traffico sulla piattaforma sia stata registrata, Tumblr ha cambiato pelle e ha preso a farsi più appetibile. Ha scritto l’Atlantic che è diventato “meno rischioso” aprirlo e accedervi in presenza di altri: i contenuti zozzi non balzano in timeline facendo di te immediatamente, agli occhi del prossimo, un abbonato alla perversione. Taylor Swift, che a rispettabilità e accountability tiene più che al fatturato, sapendo che una corretta gestione di entrambe può triplicarlo, quest’anno il disco nuovo lo ha sponsorizzato soprattutto sul Tumblr ripulito, ufficializzandone la sicurezza.

Del sesso può fare a meno l’adolescente, il matrimonio, Raz Degan, la riproduzione, la seduzione, il post rock (e Mara Maionchi che a ogni puntata di X Factor non fa che urlare che un musicista non erotico non ha futuro, poverina lei e poverini noi, è uno dei dinosauri da distruggere), e adesso anche internet. Contenti, no?

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