Foto di Rachel Scott Yoga, via Pixabay

Il guaio di Facebook è che somiglia a un gigantesco social barbecue

Annalena Benini

Dopo aver distrutto diversi matrimoni, il social network di Zuckerberg ha trovato il modo di farci fidanzare online

Dopo avere distrutto o almeno messo in crisi molti matrimoni, Facebook si propone di costruirne di nuovi. Vuole promuovere, facilitare, alimentare relazioni serie fra gli utenti, grazie a nuovi sistemi di incontro e di innamoramento. Ma dai, pure tu sei nel gruppo di quelli che odiano il weekend? Ma dai, ti piace Lucio Battisti? Anche tu sei nel comitato: salviamo i boschi! Ci si potrà scrivere, incontrare e fidanzarsi, e spero più che posso che non sia soltanto sesso, alla Tinder, ha detto Mark Zuckerberg. Poi ognuno farà come gli pare, l’importante è che gli amici di Facebook non vedano che si è scelta l’opzione di incontrare sconosciuti.

 

 

Anche se Facebook ha qualcosa di talmente famigliare, casalingo, rassicurante, che sembra impossibile che lì dentro esistano ancora gli sconosciuti e gli appuntamenti al buio. Ci sono gli amici in comune, i cugini degli amici, gli amici dei figli, le zie di terzo grado e i compagni del liceo. Il guaio di Facebook è che ci conosciamo tutti, e i gradi di separazione fanno pensare più a un gigantesco barbecue con i bicchieri di carta che a un luogo di appuntamenti. Però è vero che quasi tutti ci siamo iscritti, molti anni fa, per scoprire com’era diventato il nostro ex fidanzato del campeggio, e che fine aveva fatto la più bella della classe. E’ il posto giusto per i ripescaggi, per una seconda possibilità, e Facebook ci conosce talmente bene, avendo conservato memoria di tutti i nostri like, delle nostre foto di compleanno, dei piatti di carbonara che abbiamo condiviso e delle dure posizioni politiche che abbiamo espresso, che forse davvero potrebbe riuscire dove il destino ha fallito. E’ un progetto ambizioso: una relazione che duri nel tempo, più dello spazio di una chat di notte (su un canale parallelo a quello utilizzato per i soliti messaggi su Facebook, quindi dove non si può equivocare: chi scrive non sta cercando, come succede quasi sempre, di riunire tutta la classe di Ginnastica artistica del 1986, e non vuole nemmeno salvare i boschi, almeno non nell’immediato, non vuole neanche che mettiamo like alla sua pagina sulla riforma elettorale, grazie al cielo). Si chatta con la speranza che quella sia l’anima gemella, la persona a cui consegnare tutti i nostri dati ma volontariamente, solo per amore. Tutto quello che era nella zona grigia, in bilico tra gli auguri di compleanno e gli approcci di uno scocciatore che scrive ogni giorno: ciao che fai?, diventerà improvvisamente chiarissimo. Ma servirà un atto di coraggio e di responsabilità: sì, sono disponibile a incontrare ragazze che tifano Juventus e amano la pizza napoletana, ho intenzioni serie. All’insaputa degli amici, perché la vita parallela è sempre l’incentivo più forte.

Di più su questi argomenti:
  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.