Scott Moir e Tessa Virtue (foto LaPresse)

Cinquanta sfumature di ghiaccio. Scott e Tessa, né amore né sesso

Simonetta Sciandivasci

La coppia canadese vincitrice dell'oro nella danza sul ghiaccio alle Olimpiadi di Pyeongchang e i nostri desideri inconsci

Roma. Avevano appena finito, i due canadesi, di danzare sul ghiaccio il Moulin Rouge che ha stecchito tutta Peyongchang, quando Scott Moir ha abbracciato Tessa Virtue, stringendole un po’ il collo e l’avambraccio e le ha sussurrato qualcosa all’orecchio, e l’ha guardata come fosse una piscina di caramello, come la vedesse per la prima volta e lei fosse nuda, poi ha lasciato la presa e tutti hanno applaudito ancora più forte. Lì, abbiamo smesso di credere che tra lui e lei non ci sia nulla di più dei vent’anni che hanno trascorso insieme a pattinare e danzare sul ghiaccio, delle medaglie olimpioniche, dei record, della zia di lui che li piazzò uno di fianco all’altro quando erano bambini per farne due campioni mondiali.

 

  

Non che avessimo pensato “toh, che professionisti”, mentre ballavano sul ghiaccio, mezzi nudi, per niente ibernati e molto rosei e ridenti, accesi l’uno dall’altra, incastrandosi e liberandosi con una disinvoltura che non hanno neanche quelli che restano sposati per cinquant’anni vivendo in case separate, sicuri come se fossero circondati da maniglie invisibili. Mossa da un comprensibile turbamento così riassumibile “per l’amor di Dio, com’è possibile che non stiano insieme, che non facciano almeno un po’ l’amore”, Cari Romm di The Cut è andata da uno psicologo e gli ha chiesto come mai le risultasse tanto assurdo che quei due fossero colleghi e basta. Come mai fatichiamo, tutti, a credere che due ballerini possano danzare il desiderio tanto bene, suscitandone tantissimo, senza andare a letto, senza amarsi, senza possedersi. Risposta: “Non siamo programmati per distinguere relazioni reali e relazioni fittizie”. È qualcosa di più complesso del volere la favola e la malizia: ha più a che fare con il modo in cui pretendiamo che le nostre intuizioni e la realtà dei fatti combacino e siano congruenti. Più Moir e Virtue dichiarano “facciamo semplicemente il nostro lavoro”, più noi pensiamo “ma perché non capiscono che sono fatti l’uno per l’altra?“. Chi, davanti a Sofia Loren che si spoglia per Marcello Mastroianni in “Ieri, oggi, domani”, non ha pensato che fossero la coppia del secolo, anzi di tutti i tempi? Chi non ha pensato che il sesso tra due attori potesse avvantaggiare la loro interpretazione? E l’interpretazione, per i ballerini, in particolare per quelli che danzano sul ghiaccio, è quasi più importante dell’abilità tecnica.

 

Una giornalista di Slate ha confrontato i punteggi delle performance dei pattinatori su ghiaccio che hanno una relazione e quelli che, come Moir e Virtue, sono solo colleghi: è risultato che non c’è alcuna differenza significativa. Che tra loro ci vada di mezzo il sesso non avvalora né penalizza il risultato finale. Tuttavia, un dato che spariglia le carte c’è: stando all’analisi di Slate, le coppie che hanno una relazione più ambigua (sesso senza amore e combinazioni similari) registrano i risultati migliori. E così, non sono né il sesso né l’amore a caricare l’espressività, bensì la tensione, il mistero, il flirt, la cinquantunesima sfumatura di grigio, l’indefinitezza. Secondi a Moir e Virtue, sono arrivati i francesi Gabriella Papadakis e Guillame Cizeron (differenza di 79/100 di punto): alla povera Papadakis il vestito ha ceduto e tutto il mondo le ha visto le tette. “Era il mio terrore più grande”, ha dichiarato. La storia di corpetti che saltano sulle piste di ghiaccio è parecchio lunga e pure dolorosa (fa ridere, ma mettetevi nei panni di un’atleta che si allena per mesi, anni, rinunciando a tutto come certi eroi tragici e perde per colpa di un bottone che salta). Son sfuggite più tette, mutandine e patte alle Olimpiadi invernali che in certe camere matrimoniali. Nonostante questo, niente da fare: sul ghiaccio si pattina vestiti di scomodi straccetti, la regola non cambia. E magari è pure per questo che è meno facile innamorarsi, su quei campetti bianchi, di quanto crediamo noi che, dal divano, ammiriamo quella prossimità tanto erotica e armoniosa: non immaginiamo che la sola cosa che pensano, quegli umani volanti, è “Ti prego, Dio, fa’ che io non resti col culo per l’aria: la nonna ne morirebbe”.