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Cambia lo spirito del tempo

Annalena Benini

Quando Naomi Wolf denunciò la mano molle di Harold Bloom e Camille Paglia si infuriò

Lo spirito del tempo cambia di continuo, e vicende molto simili fra loro, spostate in avanti oppure all’indietro, vengono lette e commentate in modo diverso, provocano un sentimento mutevole, un turbamento di altro tipo, oppure anche nessun turbamento. Nel 2004 Naomi Wolf, già allora famosa e riconosciuta femminista americana, autrice de Il mito della bellezza, pubblicò un lungo e controverso articolo sul New York Magazine per raccontare le molestie sessuali subite vent’anni prima a opera di un professore molto potente, intimidatorio e carismatico, quando lei era una studentessa di Yale, non ancora laureata e piena di speranza.

   

Lui le aveva messo una mano pesante e molliccia sull’interno coscia, dopo una cena a casa con altre persone, che si erano dissolte: lei sperava che avrebbero parlato del suo manoscritto, appoggiato in bella mostra sul divano fra loro due. Lui aveva appoggiato quella mano, senza degnare di uno sguardo il libro, Naomi Wolf si era alzata barcollando, aveva balbettato, era andata fino al lavandino e mentre lui le si avvicinava pieno di aspettative, lei si era girata e in quel lavandino aveva vomitato, sconvolta. Il professore, che le disse poco dopo: “Sei una ragazza profondamente problematica”, era anche allora, nel 1983, una specie di monumento vivente, studioso di fama mondiale: era l’allora cinquantenne Harold Bloom, che dieci anni dopo avrebbe pubblicato il Canone Occidentale. Naomi Wolf ha raccontato che avrebbe voluto denunciarlo, ma non ne aveva le forze, perché Bloom era un intoccabile, anche se giravano molte voci su di lui. Si sentiva così sconvolta che tutta la fiducia che aveva prima nei suoi studi e nelle sue possibilità era svanita. Molti anni dopo, da Yale le dissero che erano scaduti i tempi per denunciare una molestia sessuale, e non risposero più alle sue email e alle telefonate. Così Naomi Wolf decise di rendere tutto pubblico, con un articolo intitolato “The silent treatment”: “il clima di collusione che aveva contribuito a tenermi buona venti anni fa è ancora intatto”. Tredici anni dopo, possiamo dire che il mondo è cambiato, che è tutto cambiato, anche le reazioni alle parole a alle rivelazioni, alle accuse, allo sconvolgimento di una giovane donna. Harold Bloom definì il racconto tormentato di Naomi Wolf “una schifosa bugia”. Ma disse di più: “L’ho ribattezzata la figlia di Dracula perché suo padre è il più noto esperto di Bram Stoker. E’ un mostro, una barzelletta internazionale, una bugiarda patologica al soldo dei politically correct. Non è mai stata una mia studentessa”. E intorno a quell’articolo ci sono state molte risposte di fastidio, e altrettante di dubbio sull’opportunità di una denuncia così tardiva. Camille Paglia, nemica ideologica di Naomi Wolf, accademica di Yale, ex studentessa di Yale ed ex studentessa di Harold Bloom, ha avuto per Naomi Wolf parole oggi inimmaginabili: “Mi sembra indecente che, se Naomi Wolf non ha avuto allora il coraggio di affrontare la questione, porti oggi queste accuse su un uomo di settant’anni, con problemi di salute. Mi sembra che ci sia una mancanza di proporzioni e di fair play”. Ma ancora di più: “Naomi Wolf, per tutta la vita, ha sbattuto gli occhi e agitato le tette, e ha fatto una professione dell’attirare l’attenzione degli uomini”. Nel 2004 le parole di Camille Paglia non sono sembrate a nessuno violente o a difesa di un possibile molestatore o di un sistema di prevaricazione maschile e di potere, sono state prese come i fuochi d’artificio di due femministe molto battagliere, e nemmeno la mano sulla coscia è stata considerata così grave. Forse il mondo è migliorato, da allora, e forse però è anche diminuita la libertà di discutere, e di litigare.

  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.