La Shoah non è un museo L’inutile polemica fra Renato Brunetta e la comunità ebraica sul memoriale della Shoah a Milano è un “classico dell’antisemitismo del passato”, come è stato definito dagli storici. Poi c’è “l’antisemitismo fattivo”, l’odio politico, morale e religioso per gli ebrei vivi, la Shoah che lancia riverberi agghiaccianti sul presente. A Gaza, Hamas ha cancellato letteralmente lo stato ebraico dai suoi libri di testo scolastici. La Torah e il Talmud vengono definiti come “falsi” e Israele come un usurpatore da annientare. Redazione 20 DIC 2013
Il Mossad dice: ora potremmo marciare su Damasco in un giorno Martedì il gabinetto di sicurezza israeliano è andato in una sede del Mossad per ascoltare il rapporto annuale sulla sicurezza di Israele in medio oriente, scrive il quotidiano Yedioth Ahronoth. Il gabinetto di sicurezza è un Consiglio dei ministri ristretto a Difesa, Sicurezza interna, Finanze e Giustizia, con qualche aggiunta facoltativa. Secondo il rapporto del Mossad che è stato presentato al comitato, la posizione di Israele è migliorata perché molti stati arabi che sono suoi nemici tradizionali o potenziali in questo momento sono alle prese con sconvolgimenti interni. 29 NOV 2013
Nel punto cieco dell’occidente Alcuni giorni fa il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo si è recato a Nis, nel sud della Serbia, assieme ai rappresentanti cattolici, per una solenne cerimonia in occasione dei 1.700 anni trascorsi dall’Editto di Milano. A Nis nacque l’imperatore Costantino, che nel 313 d. C. emanò il documento che pose fine alle persecuzioni dei cristiani e segnò l’inizio della tolleranza religiosa moderna. Un documento che Bartolomeo ha definito “una svolta nella storia dell’umanità”. La cerimonia di Nis è stata scelta anche per denunciare l’“epurazione” dei cristiani del medio oriente. 26 OTT 2013
La grande sfiga E chissà se davvero, come raccontano, Laura Boldrini ogni tanto osserva quei ritratti, mischiati a vanvera da un disguido del destino, nella galleria dei presidenti, e attraversando il corridoio più sfortunato di Montecitorio, talvolta, posa uno sguardo pietoso sulla fotografia sorridente di Fausto Bertinotti, su quella compresa di Irene Pivetti, su quella cinerea di Gianfranco Fini. E allora la presidentessa della Camera, che i commessi chiamano Isidora, in onore dell’imperatrice di Bisanzio, circondata com’è sempre da uno scenografico codazzo d’assistenti, portaborse e addetti stampa, si fa sfuggire un sospiro. 13 OTT 2013
Basta soldi ai generali Bollettino di lunedì 7 ottobre 2013. A Ismailia sulle sponde del canale di Suez: un veicolo senza targa si accosta a un pick-up dell’esercito egiziano, uomini in passamontagna sparano e uccidono cinque soldati e un ufficiale. A Ismailia, di nuovo: bomba gettata sotto un furgone della polizia parcheggiato davanti a una centrale. A El Tor, capoluogo nel sud del Sinai, una località popolare tra i vacanzieri e i subacquei inglesi: un volontario suicida guida un’autobomba contro il quartier generale della sicurezza, uccide tre poliziotti e distrugge la facciata dell’edificio di quattro piani. 10 OTT 2013
Ecco perché Israele è contento del golpe egiziano del generale Sisi Con il suo consueto cinismo, ieri l’ex ministro della Difesa e premier israeliano Ehud Barak, parlando con Fareed Zakaria sugli schermi della Cnn, ha invitato “il mondo libero” a sostenere l’esercito egiziano e il suo generale, Fattah al Sisi. “A chi altro dovremmo rivolgerci?”, ha detto Barak, che ha definito Sisi “liberale”. Mohammed Morsi, il deposto presidente egiziano, secondo Barak stava trasformando il paese in “un regime totalitario di sharia”. Non è la prima volta che un alto ufficiale israeliano tesse elogi pubblici del generale golpista del Cairo. Secondo indiscrezioni di stampa, l’ambasciatore di Israele al Cairo, Yaakov Amitai, aveva definito Sisi “un eroe”. Ferraresi Il presidente senza randello 17 AGO 2013
Il giorno dei colloqui Scarcerazioni e nuove case, è la pre-tattica di Israele per i negoziati Le fotografie del prigioniero sono appese alle porte delle botteghe del villaggio di Deir Jreer, in Cisgiordania, a venti minuti d’automobile da Ramallah. Il viso sbiadito di un giovane è sull’enorme cartellone che ricopre la facciata della casa bianca e bassa che l’uomo ha lasciato nel 1993, a 16 anni, quando è stato incarcerato per complicità nel sequestro e omicidio di un cittadino israeliano, un abitante del vicino insediamento di Beit El. Le bandiere rosse del Fronte democratico per la Liberazione della Palestina, movimento marxista-leninista, sventolano sulla via principale e raccontano come la liberazione dei detenuti palestinesi avvenuta la notte scorsa vada indietro nel passato. Rolla Scolari 14 AGO 2013
Ricominciamo da Kerry I negoziati fra Israele e Autorità palestinese che si sono riaperti ieri dopo tre anni di silenzio con una cena al dipartimento di stato dureranno, almeno nelle intenzioni, circa nove mesi. E il segretario di stato, John Kerry, ambisce al ruolo di nutrice in un travaglio che sotto il suo predecessore, Hillary Clinton, non è arrivato nemmeno vicino alle doglie. Dal suo insediamento a Foggy Bottom l’ex candidato alla presidenza ha lavorato senza posa alla restaurazione delle condizioni per sedersi nuovamente attorno a un tavolo, e il voto del governo israeliano sulla progressiva liberazione di 104 prigionieri palestinesi nel corso dei negoziati è il primo frutto apprezzabile delle sei visite di Kerry nell’area. Redazione 30 LUG 2013
Lo scontro finale L’Egitto risponde in massa all’appello dei militari contro gli islamici di Morsi Gerusalemme. Due facce raccontano la frattura dell’Egitto, con le piazze antagoniste che s’affrontano in una gigantesca manifestazione. Piazza Tahrir – icona della rivoluzione del gennaio 2011, oggi sostenitrice di quei militari che il 3 luglio hanno deposto l’ex presidente Mohammed Morsi – si raccoglie attorno alle decine di bancarelle che vendono le bandiere nazionali, i poster e le immaginette del comandante in capo delle Forze armate, il generale Abdel Fattah al Sisi. Il suo viso, proposto e riproposto da quei manifestanti che a fine giugno sono scesi in strada a milioni per chiedere l’uscita di scena del rais islamista, si oppone a quello di Morsi, nascosto dietro la montatura di occhiali fuori moda. Rolla Scolari 26 LUG 2013