Compensi, evasori e conduttori. I tecnici Rai alla pena del contrappasso “C’è un dio segreto che all’ultimo momento salva sempre la Rai”, dicono in Rai quando qualcosa ne disturba l’equilibrio. “Ma stavolta il dio doveva essere già arrivato”, dice con riso amaro un osservatore interno (né s’è visto, il dio, alla vigilia dell’incontro di oggi in commissione di Vigilanza, dove i vertici Rai incontreranno i loro “critici”). Ci sono stati anni più turbolenti (sotto Mauro Masi direttore generale e Paolo Garimberti presidente). Ci sono state polemiche più roboanti (vari casi Santoro, quando era in Rai). Leggi anche Buttafuoco Come e perché Rai1 ha messo la camomilla nelle trippe degli italiani 23 OTT 2013
La triste fine del portiere italiano e l’inizio del polemista indonesiano Non avendo mai avuto il campionato migliore d’Europa, voi italiani avete menato il torrone per una vita con la storia che almeno i vostri portieri erano i migliori, altro che gli inglesi inaffidabili, i tedeschi poco duttili, gli spagnoli inesistenti e i francesi bassi e pelati. Come premio di consolazione vi avrei lasciato più che volentieri la leggenda popolare sull’inossidabile scuola italiana che da generazioni sforna talenti a ripetizione ed è persino in grado di insegnare agli stranieri il mestiere, ma ve la siete bruciata da soli. Leggi anche Una telefonata, il figlio ammazzato, il calcio e lo specchio nero di José Anigo di Ronald Giammò Jack O'Malley 22 OTT 2013
L’ombrello de Dios E così la mano de Dios stampa il proprio certificato: “Sta cippa!”. Fabio Fazio intervista Diego Armando Maradona, l’argomento non è proprio il calcio – bensì quaranta milioni di euro, le tasse che lo stato italiano aspetta dall’ex calciatore – e quello, dopo aver mimato i Rolex al polso, doverosamente nascosti per non farseli sequestrare, la dice proprio chiara: “Tié!”. Fa il vaffanculo alle tasse e lo studio televisivo – nientemeno Rai3, nel frattempo che la crisi strozza l’Italia – fa la ola. Redazione 22 OTT 2013
I finanzieri di Brecht Shen Te era una ragazza che voleva fare del bene nel miserrimo Sezuan e tutti s’approfittavano di lei. Così, per salvare il suo negozietto decise di trasformarsi in Shui Ta, il cugino che seguiva la legge bronzea degli affari e interpretava la parte dell’orco. Giovanni Bazoli, uomo di sofisticata cultura e amante del teatro, deve aver visto la pièce di Bertolt Brecht messa in scena al Piccolo Teatro da Giorgio Strehler, prima di scegliersi il cugino cattivo e mettere gli occhi su Romain Zaleski. Che poi così cattivo non è perché nessun ritratto schematico s’addice al finanziere francese di origine polacca. Stefano Cingolani 16 SET 2013
Allarme concorrenza Se torna il monopolio pubblico sui treni, che flop per il capitalismo Su Italo s’è accesa una luce rossa. Il monopolista pubblico (le Ferrovie dello stato) ha usato tutta la sua potenza di fuoco per bloccare lo sfidante privato. Del resto, controlla la rete e le grandi stazioni, quindi è in grado di stringere la tenaglia. Prima ne ha fatto le spese un piccolo operatore locale, il piemontese Giuseppe Arena. Adesso, sotto tiro è un avversario ben più agguerrito, anche perché porta in grembo la compagnia ferroviaria francese che fattura 33 miliardi di euro contro gli 8 e poco più delle Fs. La concorrenza non s’addice all’Italia, tanto meno nei treni. Stefano Cingolani 14 SET 2013
Caso Abu Omar, ecco perché Seldon Lady ha chiesto la grazia a Napolitano “Se la magistratura italiana vuole arrestare e incarcerare Robert Seldon Lady, allora dovrebbe arrestare allo stesso modo Condoleeza Rice e molti altri vertici dell’amministrazione Bush. L’arresto di un leale soldato statunitense non sarà un bene né per gli Stati Uniti né per l’Italia”. È questa, in sintesi, la tesi di Thomas Spencer, avvocato difensore dell’ex capo della Cia a Milano condannato in contumacia a 8 anni di carcere nel processo sul sequestro dell’imam egiziano Abu Omar, avvenuto il 17 febbraio 2003 a Milano. Ferrara Da “bye bye Condi” a “bye bye Seldon Lady”, festa grande per la Cia di Ferdinando Calda Redazione 11 SET 2013