Governo Leopolda Quell’asse col Quirinale che rassicura Renzi dalle rotture cuperliane Le rassicuranti parole registrate ieri sera durante il confronto avuto alla Camera con i gruppi parlamentari del Pd hanno dimostrato a Matteo Renzi che le improvvise dimissioni di Gianni Cuperlo rappresentano più una prova di debolezza che una prova di forza da parte dell’opposizione interna al Pd. Il segretario fiorentino – che lunedì, durante la direzione, aveva scazzottato con l’ex presidente del Pd, accusandolo di utilizzare in modo strumentale l’introduzione delle preferenze come discriminante per votare la legge elettorale – ieri ha esposto i punti della riforma ai deputati del Pd e nel valutare le posizioni delle varie correnti e correntine del partito ha capito che la legge elettorale non incontrerà grandi ostacoli in Parlamento. Leggi anche Merlo Il vecchiume di Letta - Sechi Prima di contestare Renzi, rileggetevi il Berlinguer del 1976 22 GEN 2014
Memorie di caserma Si sa, si dice: chi per il re non è buono, pure per la regina è scarso. Ed era nella caserma che il maschio italico – a racconto di reduci, a trame di film, a (in)sensibilità popolare – al meglio e più si palesava. E mica solo l’aviatore che faceva sognare le signorine nei romanzi di Liala, Gianni Morandi soldatino “in ginocchio da te” davanti a Laura Efrikian figlia del maresciallo Todisco, ma pure i marinai che Paolo Poli e Laura Betti andavano a rimorchiare strategicamente a piazza di Spagna – dannunzianamente frementi, “naviglio d’acciaio, diritto veloce guizzante, bello come un’arme nuda…”. Stefano Di Michele 13 GEN 2014
Dàgli allo sbirro Questore e colonnello fecero col magistrato inquirente il punto delle loro indagini. Il magistrato assunse aria di greve pensamento e poi disse: ‘Sapete che cosa penso? Che casuale per quanto si voglia, l’uomo della Volvo entrò nell’ufficio del capostazione, vide quel dipinto, se ne invaghì a colpo di fulmine, fece fuori i due e se lo portò via’. Questore e colonnello si scambiarono perplesso e ironico sguardo. ‘E’ un personaggio, questo della Volvo, per cui mi è venuta una immediata affezione. Difficilmente sbaglio, nelle mie intuizioni. Tenetemelo bene al fresco’. Massimo Bordin 13 GEN 2014
I guru In qualunque campo ce n’è almeno qualcuno. Impossibile evitarli. Spesso richiestissimi. Quasi sempre insopportabili. Che li frequentiate o li fuggiate, non mancate di dire come la pensate sui guru. Andrea Ballarini 10 GEN 2014
Una Leopolda a viale Mazzini Nomine, piani, diffidenze. Indagine su una Rai alle prese con il ciclone Renzi A Viale Mazzini, i dirigenti che hanno voglia di scherzare dicono che in Rai da quando Matteo Renzi è arrivato in cima ai vertici del primo partito italiano si sta un po’ tutti disorientati, confusi e preoccupati più o meno come d’autunno sugli alberi le foglie. E così, nelle stanze che contano della televisione pubblica, succede che oggi è tutto un che farà Matteo, che intenzioni ha Matteo, chi piazzerà Matteo. Formalmente, la strada scelta dal segretario per avvicinarsi all’irresistibile marmellata della tv pubblica è quella della prudenza e dell’ostentazione di un’indifferenza reciproca Dietro l’indifferenza, però, in Rai c’è un universo complicato e in ebollizione che cerca non solo di accreditarsi ma anche di orientarsi nel nuovo regime renziano. 28 DIC 2013
“Gratta il volto di Putin e scorgerai Gesù e Stalin”. Parla Bettiza Uno è l’eroe secentesco puritano che abbatté la monarchia nel nome della democrazia parlamentare e che riconquistò l’Irlanda all’Inghilterra, al costo di duecentomila vittime. L’altro è il leader dell’Unione sovietica al suo culmine e sul cui curriculum ci sono un indefinito numero di morti, milioni comunque. Ma per il presidente russo, Vladimir Putin, Oliver Cromwell e Josif Stalin pari sono. Alla domanda se avrebbe restaurato le statue a Mosca in onore del leader comunista, Putin ha detto: “In cosa è diverso da Cromwell? In niente. Redazione 25 DIC 2013
Quanto è renziano il Festival di Fazio Bisogna assolutamente essere contemporanei. Dopo il trionfo del Festival 2013, il commissario tecnico Fabio Fazio e il direttore generale Mauro Pagani non hanno dubbi: “La parola d’ordine per il 2014 è ‘contemporaneità’”. Punto di vista rispettabile ma, a scorrere la lista dei 14 titolari e delle 8 riserve viene piuttosto in mente la squadra che, l’11 luglio 1982, vince il terzo titolo mondiale battendo 3-1 la Germania Ovest. Come tutti ricordano, Enzo Bearzot puntava su 2 terzini veloci, con grande visione di gioco e piedi piuttosto buoni (Claudio Gentile e Antonio Cabrini). Giovanni Choukhadarian 19 DIC 2013
La regione in mutande verdi Fuori, i Forconi, gli antagonisti, i populisti, i sindacalisti, gli studenti che da giorni premono alle porte di Palazzo Lascaris come se fosse il Palazzo d’Inverno. Dentro, una maggioranza smarrita che cerca di tenere in piedi un governo regionale dai piedi d’argilla. Con un’opposizione divisa, di sinistra, che grida “Mandiamo a casa Cota” ma non ha il coraggio di dimettersi, perché non trova i numeri dei consiglieri necessari a far cadere la giunta e, in caso di nuove elezioni, teme la vendetta del voto antipolitico. Cristina Giudici 18 DIC 2013
La Oppo dei popoli Ho visto un fenomeno interessante nella casta accanto. Ci sono di mezzo un maître à penser, anzi due: parlo di Marco Travaglio e di Francesco Merlo. Litigano, ed è un godere. Le zuffe tra giornalisti sono spettacolari. Persino sexy. Ho in mente le memorabili reciproche incornate tra Enzo Biagi e Giorgio Bocca (tifavo Bocca). Lo sbudellamento a base di intercettazioni tra il medesimo Travaglio e Giuseppe D’Avanzo. Eccetera. di Renato Brunetta Redazione 11 DIC 2013
La libertà e quella porcellina maramalda della Oppo L’ho soprannominato dottor Gribbels, quando se la prende con una giornalista e annuncia liste di proscrizione metaforiche non posso certo solidarizzare con lui. Aveva cominciato con Marianna Rizzini, del Foglio, che dà del suo movimento e delle sue bizzarrie un resoconto puntuale, divertente, equilibrato e sempre pieno di ironia sottile. Dal palco patibolare di San Giovanni in Roma l’aveva additata alla pubblica esecrazione dei fans e in sostanza espulsa, del che ce ne siamo come sempre allegramente fottuti. 08 DIC 2013