Salvate il contingente Unifil Il contingente italiano in Libano all’interno della missione Unifil è in pericolo, ha detto il ministro della Difesa Mario Mauro, mentre il generale Paolo Serra, comandante del contingente, afferma di avere colto in zona “segnali inquietanti”. Non è una sorpresa: da mesi, inascoltati, i nostri servizi segnalano il possibile avverarsi di molteplici minacce, ma il governo italiano non ha mai intrapreso l’unica strada conseguente e obbligata: discutere con gli alleati il senso della missione Unifil e prepararsi allo scenario probabilmente obbligato, l’evacuazione del contingente. Redazione 07 SET 2013
C’è una via politico-militare seria contro Assad, ma non è quella scelta da Obama Il peggior risultato con il massimo impegno: i raid che Barack Obama si accinge a lanciare sulla Siria non avranno un effetto decisivo sul piano militare, non daranno un aiuto concreto ai ribelli, non piegheranno Bashar el Assad, ma avranno conseguenze politiche e di immagine negative per gli Stati Uniti e l’occidente sulla scena mediorientale, incluse possibili ritorsioni missilistiche su Israele. La “mindless strategy” (copyright Donald Rumsfeld) della Casa Bianca prevede soltanto il lancio di missili su alcune decine di obiettivi militari per alcuni giorni e nulla più. Raineri Il fronte sud di Obama in Siria - Matzuzzi Il bellum iustum di San Pietro - Cerasa Cara Bonino, un vero Radicale non si nasconde dietro l’Onu. Parla Matteo Mecacci Carlo Panella 05 SET 2013
La bufala della “vittoria” Perché Assad è costretto a ricorrere alle armi chimiche a Damasco Il presidente siriano Bashar el Assad dice che le accuse contro di lui per le stragi con le armi chimiche sono illogiche. “Che beneficio avrei a usare le armi chimiche quando la nostra situazione sul terreno oggi è migliore dell’anno scorso? Perché un esercito, di qualsiasi stato, userebbe armi di distruzione di massa proprio nel momento in cui sta facendo progressi con le armi convenzionali?”, ha chiesto lunedì all’intervistatore del Figaro. Il governo siriano preme su questa narrativa: ha recuperato l’iniziativa militare e sta vincendo, quindi non avrebbe bisogno di usare il gas. 04 SET 2013
Obama chiede i superpoteri Il 9 settembre l’Amministrazione Obama chiederà al Congresso di approvare il testo di una Autorizzazione per l’uso della forza militare (Authorization to use Military Force, d’ora in poi: Aumf). Se approvata nella sua interezza, darà alla Casa Bianca poteri amplissimi, che vanno molto al di là degli strike limitati di cui si è parlato finora. Nel testo originale dell’Aumf non c’è nessun limite specifico sull’identità dei bersagli e questo vuol dire che il presidente Barack Obama potrà bombardare non soltanto l’esercito di Bashar el Assad, ma anche fazioni dei ribelli siriani, se per esempio sono in possesso di armi chimiche o stanno per entrarne in possesso. 02 SET 2013
Ritratto di Leon Wieseltier, il polemista che sferza le anime belle Un "guerrafondaio umanitario" nell'arena delle idee Quando la New York Review of Books ha piazzato in copertina il titolo “Stay out of Syria!”, con una certa enfasi da punto esclamativo compulsivo, Leon Wieseltier ne ha proposto una parafrasi velenosa: “Ignoriamo l’uccisione di centomila persone e il massacro di bambini e l’uso di armi chimiche e il bombardamento della popolazione civile da parte del suo stesso governo e i milioni di profughi fuori dalla Siria e i milioni di profughi dentro la Siria e la destabilizzazione di Turchia, Libano e Giordania e l’aggressione di Hezbollah e l’ascesa dell’Iran!”. 02 SET 2013
Le fregnacce intollerabili sulla Siria Un minimo di chiarezza nel dibattito sulla strage con armi chimiche in Siria e sull’intervento internazionale che potrebbe seguire. Ecco cinque argomenti infondati che circolano molto. C’è chi dice: “Assad non è stupido, non avrebbe attaccato con armi chimiche proprio quando c’era una squadra di ispettori Onu a Damasco”. Damasco ha completamente gestito la situazione. E’ vero che gli ispettori dell’Onu alloggiavano al Four Seasons, un hotel a cinque stelle nel centro della capitale distante tra i quindici e i venti chilometri dai siti colpiti con armi chimiche e sarebbero potuti andare sul posto in meno di un’ora di automobile. 31 AGO 2013
L'America è pronta ad attaccare la Siria "Non ripeteremo l'errore dell'Iraq": lo ha detto, a proposito di un possibile intervento militare in Siria, il Segretario di Stato Usa, John Kerry, nel corso di una conferenza stampa trasmessa dai media americani. ''Il lavoro dell'intelligence è stato molto accurato, sappiamo che reparti del regime hanno ricevuto l'ordine di attacco, sappiamo dove i razzi sono stati sganciati e – ha aggiunto Kerry – ci sono delle informazioni che possiamo divulgare e altre no''. Ferraresi I “falchi umanitari” sussurrano a Obama (e ai giornali) ma il Congresso chiede una strategia - Raineri Coalition of the unwilling Redazione 30 AGO 2013
Doppio strike: prima Assad, poi il jihad La paura degli strike americani mette pressione all’establishment di Damasco e apre le prime crepe tra i lealisti del presidente Bashar el Assad. Da due giorni c’è traffico in uscita sulla corsia preferenziale dell’autostrada che corre tra la capitale e Beirut – è la corsia militare usata dai vip siriani, che saltano i posti di blocco e i controlli (è la stessa usata anche dal gruppo libanese Hezbollah). La bolla di sicurezza che protegge il centro di Damasco, dove la vita continua a svolgersi nella normalità anche adesso, al terzo anno di guerra, ora non è più considerata invulnerabile in vista dei possibili bombardamenti, scrive Martin Chulov, inviato del Guardian a Beirut. Ferraresi Obama in guerra è un maledetto dettaglista e ignora gli imperativi morali - Carretta Multilateralista, a moi? Hollande è pronto ad andare in Siria senza Onu - L'editoriale Bonino e le basi della politica estera 29 AGO 2013