Il rientro a scuola a Roma (Ansa) 

il mondo dalla sala insegnanti

Il prof. no vax che eccita gli animi e lo scienziato in fondo un po' noioso

Marco Lodoli

Il docente di filosofia, ammirato in rete, ha anche iniziato lo sciopero della fame per non vaccinarsi. Ma a scuola prevale il buon senso. Però abbiamo capito tutti come funzionano i dibattiti in tv, dove anche i migliori esperti finiscono per far sbadigliare

Il lunedì, quando si rientra a scuola, in sala prof è naturale scambiarsi qualche battuta volante su quello che è successo, il campionato di calcio, un film che qualcuno ha visto, un ristorante che vale la pena consigliare: ma naturalmente l’argomento dominante è sempre lui, il morbone che ci rende la vita difficile. I casi aumentano, com’era previsto, alcune classi sono semideserte perché parecchi studenti sono in quarantena e anche perché tanti preferiscono restare a casa in attesa di tempi migliori. Stavolta c’è anche da commentare il caso del professor Tutino, storia e filosofia, largamente intervistato dai giornali e dalle televisioni per le sue posizioni no vax e no green pass. In rete ha stuoli di ammiratori, i commenti sono quasi tutti a suo favore, perché appare come una persona ragionevole, garbata, colta, che vuole difendere i suoi diritti e i diritti di ogni italiano. Ha anche iniziato uno sciopero della fame che gli consente di evitare il vaccino, poiché i medici hanno certificato la sua attuale debolezza fisica.

  

Però nella nostra sala professori l’insegnante dissidente non incontra alcuna simpatia. “Io mi domando – dice il prof di educazione fisica – ma se mi si rompe lo scaldabagno o un tubo della doccia, da chi vado, a chi chiedo un intervento? Al prof di filosofia o all’idraulico? E se mi salta una capsula del molare, da chi vado? Dal dentista o da uno che ha letto bene Aristotele? E allora non capisco perché riguardo ai vaccini dovrei stare a sentire uno che non ne sa niente, gentile, simpatico, ma zappa totale sull’argomento…”. E una prof di sostegno aggiunge: “Ma non è una persona adorabile anche il nostro premio Nobel Parisi? Uno che da quarant’anni e più frequenta l’ambiente scientifico? E Parisi, come tanti altri premi Nobel, si è fatto serenamente la prima, la seconda e la terza dose del vaccino e ha invitato tutti a fare altrettanto… e allora di chi dobbiamo fidarci, di Parisi o di Tutino? La gente è strana, vuole per forza immaginare che ci sia un complotto, che tutti quei ricercatori che hanno lavorato per i vaccini siano al servizio di un’entità diabolica, impegnata nella distruzione del genere umano”. 

 

A me, a proposito di riferimenti filosofici, torna in mente la celebre frase di Kant, formulata nella Critica della ragion pratica: “Agisci in modo che la massima della tua volontà possa valere sempre come principio di una legislazione universale”: cioè che ogni nostra azione possa essere valida per tutti, che possa avere un valore assoluto e non solo privato, che possa essere un vantaggio per tutta la comunità umana. 

 

Il professor Tutino vorrebbe che, come ha fatto lui, tutti quanti ci liberassimo dal giogo dei vaccini, che la sua scelta fosse la regola implicita che porta al rifiuto netto di ogni possibile prevenzione medica. Nessun vaccinato, tutti allegramente malati e forse morti. Ho letto che ancora nel 1980 crepavano in Africa per il morbillo quasi tre milioni di persone. La diffusione massiccia del vaccino ha ridotto il numero delle vittime a meno di centomila all’anno. E quando venne scoperto il vaccino contro la poliomielite, negli Stati Uniti i movimenti di protesta, fomentati da fanatici che predicavano il totale dominio sul proprio corpo, furono talmente forti che  il governo dovette chiedere a Elvis Presley di andare in televisione per invitare tutti a vaccinare i loro bambini. Grazie alla scienza, al lavoro nei laboratori di quegli oscuri biologi che persone come Tutino e i cari amici di Casa Pound immaginano al servizio delle multinazionali farmaceutiche, l’aspettativa di vita è passata in meno di un secolo da sessantacinque a ottantacinque anni. Insomma, Kant direbbe al prof di filosofia: attento a quello che dici e che fai, perché potresti avere sulla coscienza qualche migliaio di morti, persone che hai convinto con le tue belle e gentili parole. 

 

Mi fa un po’ ridere anche l’idea della dittatura sanitaria: a me la scuola ha chiesto di mostrare il green pass il primo giorno, un’operazione durata meno di dieci secondi, e poi nessuno ha preteso più niente. Però ormai abbiamo capito come funzionano le trasmissioni televisive: c’è bisogno di contrasti, polemiche, litigi, altrimenti la gente gira canale. E allora va bene anche che chi non sa niente si opponga fermamente a chi sa tanto. Il professor Tutino e il Nobel Parisi valgono lo stesso, anzi, forse funziona meglio Tutino, perché il ribelle eccita sempre, mentre il grande scienziato in fondo è solo un uomo un po’ noioso.

 

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