(foto Ansa)

oggi in aula

La scuola ricomincia in presenza. Ma 200 mila classi rischiano la Dad

Redazione

L'avvio delle lezioni tra le polemiche. Ricciardi: "Ignorata l'evidenza scientifica". Il ministro Bianchi: "Possibile che manchi del personale". Oggi la conferenza stampa di Mario Draghi 

La scuola italiana riparte in presenza. Questa mattina è tornata a suonare la campanella negli istituti scolastici dopo le vacanze natalizie. Due settimane durante le quali si è molto discusso della possibilità di allungare il periodo di ferie visto l'aggravarsi della pandemia con la diffusione sempre più massiccia della variante Omicron nel nostro paese. Nonostante da più parti, in primis le regioni e poi i presidi, sia stata avanzata la proposta di tornare alla Didattica a distanza fino alla fine di gennaio, il governo non ha voluto contravvenire al principio di fare di tutto per tenere le scuole aperte. Così, anche grazie a un nuovo protocollo che permette alle famiglie di rivolgersi ai medici di famiglia per ottenere i tamponi, si è scelto di dare seguito all'usuale programma di rientro senza alcun tipo di rinvio.  

 

 

Ma non dappertutto andrà così. In Campania, per esempio, dove il governatore Vincenzo De Luca ha deciso di optare per la Dad fino al 29 gennaio per gli studenti di primarie e medie. "Non ci sono le condizioni minime di sicurezza e la possibilità di offrire collaborazione adeguata alle autorità scolastiche da parte delle autorità sanitarie", aveva spiegato il presidente della regione annunciando la misura. Contro cui però ha già fatto ricorso il governo: nei prossimi giorni dovrebbe arrivare il pronunciamento del Tar in merito. 

 

Anche la Sicilia ha deciso di rinviare (ma di soli tre giorni) il rientro in presenza. In tutta Italia, secondo una stima di Tuttoscuola, circa un migliaio di comuni e più di duecentomila classi utilizzeranno temporaneamente la didattica a distanza in sostituzione della presenza fisica. In alcuni licei di Milano è andata in scena la protesta di alcuni studenti. "Le scelte del governo sono incomprensibili, hanno chiuso quando potevano lasciare aperto e riaprono quando invece era meglio tenere chiuso. Così rischiamo di perdere un altro anno. Abbiamo diversi compagni positivi che sono a casa in Dad, non sappiamo cosa succederà nei prossimi giorni", le parole di alcuni di loro.

 

 

Anche il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, conferma i numeri di Tuttoscuola e dice che la previsione è di "200 mila classi in Dad entro una settimana da oggi". “A mio avviso – ha detto Giannelli intervistato da Rai News  – sarebbe stato preferibile rinviare di due o tre settimane l’apertura allo specifico scopo di raggiungere alcuni obiettivi che in questo momento non sono raggiunti: questo avrebbe consentito di essere abbastanza sicuri di non chiudere più"

 

Ricciardi: "Questa volta il governo non ha seguito l'evidenza scientifica"

La riapertura delle scuole è stata foriera anche di una certa contrapposizione tra chi sosteneva fosse utile rimandare di qualche settimana il ritorno nelle aule e chi invece crede che bene abbia fatto il governo a non fare dietromarcia. "Non si stanno prendendo decisioni sulla base delle evidenze scientifiche. In questo modo non si fermerà la pandemia. E le scuole chiuderanno de facto, perché con i contagi in classe scatterà la didattica a distanza", ha detto il consulente del ministro Speranza Walter Ricciardi in un'intervista al Messaggero. Solitamente espressione di una linea molto rigorista di contrasto alla pandemia. Mentre, sempre sulle pagine dei giornali, indirettamente gli rispondeva Donato Greco, epidemiologo membro del Comitato tecnico scientifico. Che in un'intervista a Repubblica ha spiegato che "non è la scuola a trainare il contagio e il Cts lo ha sottolineato già tante altre volte in passato". Greco ha però aggiunto che questa volta l'organo consultivo di cui fa parte non è stato chiamato a fornire un parere in via ufficiale sulla riapertura delle scuole. Cosa che per esempio ha chiesto anche oggi, ancora al governo, il presidente del Veneto Luca Zaia. Chissà che Draghi, che ne pomeriggio terrà una conferenza stampa per spiegare le nuove misure anti Covid, non risponda anche su questo. 

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