l'annuncio

"Scuole chiuse fino a fine gennaio". Così De Luca aggira i veti del governo

Redazione

Il governatore della Campania proroga la chiusura di elementari e medie per tenere tutti a casa. Palazzo Chigi, irremovibile sulla didattica a distanza, fa sapere che impugnerà l'ordinanza 

Dopo settimane di pressione sul governo per far ripartire le attività scolastiche in Dad, dalle regioni arriva un primo segnale concreto di rottura. Ad aprire il fronte è il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, che con una delle sue consuete dirette Facebook ha fatto sapere che le scuole elementari e medie resteranno chiuse fino a fine gennaio. Non c'è ancora un'ordinanza, ma le strutture sanitarie, ha detto De Luca, stanno lavorando in queste ore per valutare la situazione in relazione ai contagi. Secondo il governatore, "non ci sono le condizioni minime di sicurezza e la possibilità di offrire collaborazione adeguata alle autorità scolastiche da parte delle autorità sanitarie", perché "le Asl dovrebbero fare in media tremila tamponi al giorno per accompagnare le autorità scolastiche nel controllo del contagio". Una missione impossibile, ha detto seduto dietro alla sua scrivania, per via della carenza di personale e per le tempistiche necessarie a processare i risultati dei tamponi. E si capisce che lo scontro con Roma è ormai inevitabile quando fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che un'eventuale ordinanza verrà subito impugnata. 

Così l'annuncio di De Luca apre uno scenario inedito che probabilmente il governo non aveva immaginato. Proprio per evitare partenze differenziate, il decreto approvato prima di Natale introduce un veto: i presidenti di regione non possono più disporre arbitrariamente deroghe alle attività in presenza, come spesso accaduto nella prima fase della pandemia. Possono farlo solo in zona rossa e arancione e "in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità". La Campania, in zona bianca, dovrebbe quindi attenersi al protocollo presentato dal ministro Patrizio Bianchi. E così, per aggirare il veto, De Luca ha deciso bloccare del tutto le attività scolastiche

I presidenti di regione non sono gli unici a chiedere al governo un passo indietro. A loro si sono uniti in coro i presidi e anche il presidente dell'Ordine dei medici. Ma la posizione di Palazzo Chigi e del ministro dell'Istruzione sembra al momento irremovibile. In mezzo a questo muro contro muro ci sono i ragazzi. Se prima il rischio era quello di fare lezione dietro a un computer, oggi è quello di non fare lezione affatto.