Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

Cattivi scienziati

Altre sciocchezze da pseudoscienziati sui rischi cardiaci post vaccino

Enrico Bucci

Non citano dati né fonti e fanno marketing per integratori di loro stessa produzione. Uno sguardo alle analisi scientifiche più recenti conferma invece l'entità trascurabile del problema (e nei rarissimi casi di morte non c'è alcun legame verificato con i vaccini)

Siccome hanno pescato su una rivista prestigiosa un abstract di tale dottor Steven Gundry, ex chirurgo cardiaco che oggi dirige una sua clinica privata e soprattutto vende supplementi e diete sulla base di una pseudoscienza di sua invenzione, i più fanatici fra gli oppositori della vaccinazione, prima negli Stati Uniti e poi anche in Italia, pretendono di avere la prova provata della pericolosità dei vaccini a Rna per il cuore, tale da superare ogni possibile beneficio.

 

Ora, come ho già discusso altrove, l’abstract in questione (che non è affatto un articolo scientifico revisionato, ma semplicemente l’estratto di un poster a un convegno) non è altro che un nuovo tentativo di vendere pseudoscienza, visto che è del tutto privo di dati a supporto (sono mostrati nel poster solo due risultati di un test di scarsa validazione, ma nessuna analisi reale né nessuna evidenza controllabile), manca di qualunque riferimento a bibliografia pregressa (la corrispondente sezione del poster è desolatamente vuota) e consiglia nelle conclusioni di assumere proprio uno degli integratori venduti dal soggetto in questione – la quercetina – senza che nessun supporto e soprattutto senza che nessun conflitto di interesse sia palesato, come si dovrebbe.

 

Tuttavia, il fatto che uno pseudoscienziato pubblichi sciocchezze su eventi cardiaci collegati all’assunzione di vaccini a Rna non significa affatto che tali effetti non debbano comunque essere indagati e studiati a fondo, come parte della farmacovigilanza successiva all’autorizzazione all’uso di tali prodotti. Per questo è interessante andare a vedere, di tanto in tanto, cosa dicono le analisi più recenti, senza mai smettere di controllare. È appunto appena stata pubblicata una revisione di tutta la letteratura e tutti i dati disponibili in tema, per ora solo sotto in un preprint, che però non sembra presentare difetti tali da invalidarne le conclusioni.

 

A partire da 3.457 pubblicazioni pertinenti, gli autori identificano 7 trial clinici (che comprendono da un minimo di 3.732 a un massimo di 44.325 individui) e 22 studi osservazionali su larga scala, i quali tutti contengono dati utili a una metanalisi degli effetti cardiaci correlati all’assunzione di vaccini a Rna, per un totale di oltre 12 mila miocarditi e pericarditi segnalate in tutto il mondo.

 

Con moderata affidabilità, l’incidenza di miocardite a seguito di vaccini mRna risulta bassa, probabilmente più alta nei maschi di 12-17 anni (da 55 [rischio a 7 giorni] a 134 [rischio a 30 giorni] casi per milione; specifico per Pfizer) e 18-29 anni (da 40 [rischio a 7 giorni] a 99 [rischio a 21-30 giorni] casi per milione). Con bassa affidabilità, l’incidenza è inferiore (<20 per milione) o nulla fra i più anziani e per le donne. L’evidenza disponibile invece per le pericarditi è di qualità molto bassa, con la gran parte dei casi non verificati, per cui nessuna conclusione è per il momento ottenibile dai dati. La stragrande maggioranza dei problemi cardiaci riportati (oltre l’84 per cento) si è risolta rapidamente con antiinfiammatori e/o poche altre semplici terapie di supporto; i rarissimi casi di morte sono risultati legati a cause non chiare e/o senza legame verificato con il vaccino.

 

Vi è, in aggiunta, una considerazione da fare: siccome gli autori non hanno stratificato i soggetti esaminati sulla base di preesistenti patologie e fattori di rischio, il rischio calcolato sulla base delle stime di incidenza riportate va considerato come una soglia massima, superiore al rischio effettivo, almeno nelle fasce di età studiate. E a proposito di età, i dati sin qui disponibili non permettono di trarre conclusioni su gruppi di popolazione ancora troppo poco vaccinata – per esempio, al di sotto di 12 anni di età; questo, tuttavia, non implica che vi siano più rischi, ma solo che, come già sta accadendo, è necessario il monitoraggio continuo dei nuovi gruppi da vaccinare.

 

Questi sono gli ultimi dati riguardo vaccini a Rna e rischi cardiaci disponibili; al contrario del poster di un venditore di integratori, qui abbiamo numeri controllabili e analisi ripetibili, il che significa eventuali errori identificabili. Partiamo da questo tipo di dati, e lasciamo perdere il resto.
 

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