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#FauciGate: la pubblicazione di (normalissime) mail del virologo manda Twitter in tilt

Francesco Gottardi

I media americani hanno pubblicato oltre 3.000 messaggi del consigliere medico della Casa Bianca: dalla Cina alle mascherine, si parla di tutto. E i fanatici delle dietrologie non vedevano l’ora. Breve parabola del complotto (che non c’è)

It’s #FauciGate! Un nuovo hashtag impazza su Twitter, scatenando le puntualissime orde di cospirazionisti da tastiera. Il social sentiment, in estrema sintesi: “Il leader della lotta alla pandemia negli Usa ha nascosto verità sconcertanti, come l’origine artificiale del coronavirus e l’inutilità delle mascherine; ora per fortuna sono uscite le mail che rivelano tutto”. Partenza da un evento reale, omissione di premesse fondamentali, distorsione di contenuti e contesto, comunicazione ingannevole. E una buona dose di paranoia, che non guasta mai: voilà l’ennesima teoria del complotto. Smontabile punto per punto.

 

Il fatto: le mail di Fauci

Nelle ultime ore il sito d’informazione BuzzFeed News e il Washington Post, uno dei più autorevoli giornali del mondo, hanno pubblicato circa 3.200 messaggi o estratti di pagine dalla casella di posta elettronica del virologo nel corso del 2020. Nessuna soffiata scandalistica: le due testate hanno fatto ricorso al Freedom of information act (Foia), la legge americana che permette a media e studiosi di accedere ad archivi di stato o documenti riservati di pubblico interesse. E Fauci all’epoca era il numero uno della task force anti-Covid durante l’amministrazione Trump, con cui entrò in aperto conflitto sulla gestione della pandemia.

 

Cosa contengono le mail

La semplice prova che, per diverse settimane, il capo dell’Istituto nazionale di malattie infettive è stata la persona più interpellata d’America. Su tutti i fronti. La corrispondenza descrive il continuo confronto con membri della salute pubblica, politici, comunità scientifica. Ma anche celebrità e semplici cittadini alla disperata ricerca di consigli: “Fino a mille messaggi al giorno”, sottolinea lo stesso Fauci. Difficile leggerli tutti. Vale per lui come per noi, oggi, e per i sedicenti scopritori della verità. Però sono due in particolare, le mail su cui in tanti si sono buttati a pesce.

   

 

5 febbraio 2020, a Sylvia Burwell, segretario della salute nell’amministrazione Obama: “Le tipiche mascherine che si comprano al supermercato non sono davvero efficaci per contrastare il virus”. 22 febbraio 2020, alla dottoressa del Niaid Cristina Cassetti: “Per favore occupatene tu”, inoltrandole la mail di Michael Jacobs. “Riteniamo possibile che il Covid-19 sia fuoriuscito da un laboratorio di Wuhan”, aveva scritto a Fauci il professore della Cornell University.

   

     

Perché non c’è nessun "Fauci gate"

Non è una novità: le mascherine chirurgiche, quelle “del supermercato”, non danno significativa protezione a chi le indossa ma solo – in modalità usa e getta – alle persone circostanti. E in quella mail Fauci non fa alcun riferimento alle Ffp2, efficaci in modo biunivoco, ma di cui ancora non si era valutato l’uso di massa nelle primissime fasi della pandemia. È poi vero che per tutto il 2020 il virologo aveva scartato pubblicamente l’ipotesi dell’origine artificiale del virus, salvo poi riesaminare la questione – sempre in termini di remoto evento incidentale, non di cospirazione cinese – solo in queste ultime settimane. Ma il dibattito, con reciprochi aggiornamenti, all’interno della comunità scientifica è sempre avvenuto su ampio spettro: un dubbio privato ha ben altro peso rispetto a qualsiasi affermazione pubblica. Tra l’altro le due parole di Fauci – “Please handle” – non lasciano intendere nemmeno quello.

 

Nel complesso, il materiale pubblicato è di sicuro interesse cronistico per ricostruire il dietro le quinte di tutte le criticità affrontate dal virologo nel momento clou. A partire dal sincero scambio epistolare con George Gao, controparte cinese nel settore sanitario: tra dichiarazioni d’intenti – “Lavoriamo insieme per scacciare il virus dalla Terra” – e solidarietà dopo i vari attacchi alla comunità scientifica – “Grazie per il gentile messaggio. Va tutto bene, nonostante qualche fuori di testa in questo mondo”. Il dossier rivela anche i toni molto più pacati nel privato tra il virologo anti-Trump e i politici repubblicani – “Devi continuare a essere un autentico narratore di scienza”, lo incoraggia un membro del Congresso. Poi la fragilità dell’uomo: “Sono cronicamente stanco, non dormo molto”, ammette Fauci in un’altra mail.

 

Dietrologie zero. Anzi, possono quasi sorprendere la pazienza e l’aplomb del professore nel trattare quello che resta comunque uno spazio personale. Quel “crazy people” è il massimo del suo lasciarsi andare. Lasciamo i nostri cellulari sul tavolo – avete mai visto ‘Perfetti sconosciuti’? – e troveremo di peggio. Tutto il resto viva e muoia su Twitter. Meno acido e più sorrisi, magari: “Avrei qualcosa da ridire sulla pizza con l’ananas. #FauciGate”.