Un membro di un'organizzazione indù distribuisce panchagavya, una miscela rituale fatta di sterco di vacca e latte (foto di Yawar Nazir / Getty Images) 

cattivi scienziati

Anche noi abbiamo il nostro sterco di vacca per combattere il Covid

Enrico Bucci

Da omeopatia, agopuntura, biodinamica, chiropratica e altre pseudoscienze deriva una cecità dell’intelletto molto pericolosa, perché avvelena la nostra capacità di fare scelte informate e razionali

Di fronte alla comunicazione arrivata ieri secondo cui i medici indiani sono preoccupati e sono stati costretti a intervenire contro l’abitudine di cospargersi di sterco di vacca per difendersi da SARS-CoV-2, mi è immediatamente occorso alla mente che è facile condannare pratiche magiche lontane dalla nostra cultura, salvo però difendere pratiche altrettanto esoteriche che pratichiamo nei nostri paesi occidentali, promuovendole magari nelle farmacie, negli studi medici, nelle università e financo autorizzandole con appositi atti regolatori.

 

 
Si vorrebbe peraltro furbescamente tollerare tali pratiche, definendole complementari, non alternative: ma mentre il ricorso a un rimedio in più, a una manovra in più, a una procedura in più – purché non siano associate a rischi specifici – hanno come massimo effetto collaterale l’inutile dispendio di soldi del paziente (fatto salvo l’eventuale effetto placebo), la diffusione di modi di pensiero incompatibili con quanto stabilito mediante il metodo scientifico è una pericolosa attitudine.

 

Mi spiego: se stabiliamo che una soluzione ultradiluita porti memoria del soluto e abbia proprietà terapeutiche (omeopatia), oppure che sia possibile con tocchi “dolci” muovere le ossa del cranio e con ciò “riequilibrare” l’assetto del nostro organismo (osteopatia cranica), oppure che certe manipolazioni della spina dorsale rinforzino il sistema immune (chiropratica), oppure che le corna di vacca trasferiscano energia allo sterco con cui le si riempie, prima di seppellirle e usare poi il preparato a diluizione omeopatica nei campi (biodinamica), oppure che esistano meridiani energetici da stimolare opportunamente per provocare la guarigione (agopuntura), oppure che la pressione esercitata su particolari punti del piede abbia effetto terapeutico (riflessologia plantare), ebbene, in questi e in tantissimi altri casi che potrei elencare non stiamo più usando una pratica, sfruttandone l’effetto senza porci troppe domande (nemmeno circa la sua verifica sperimentale) e passando avanti, ma stiamo invece negando la chimica, la fisica, l’anatomia e ogni nozione scientifica acquisita negli ultimi tre-quattro secoli.

 

Nel far ciò, passa il pericoloso principio che, a seconda del nostro stato d’animo, il mondo fisico intorno a noi sia interpretabile ugualmente bene con una credenza infondata oppure con il metodo scientifico, e che si possano usare altrettanto bene l’analisi sperimentale, il formalismo matematico-logico ed il pensiero razionale da un lato, ed il pensiero magico (cioè la credenza irrazionale in qualcosa che asseriamo funzionare, perché così ci piace) dall’altro. 

 


La cecità dell’intelletto che ne deriva è molto più pericolosa di qualunque effetto indesiderato delle pseudoscienze proposte, perché avvelena la nostra capacità di discriminare e di fare scelte informate e razionali per risolvere come società i problemi sempre più complessi che abbiamo davanti. E così, finisce che facciamo le scelte per noi peggiori – per esempio, quelle che diminuiscono la nostra sicurezza alimentare e aumentano i pesticidi nei campi, rinunciando alle biotecnologie vegetali, oppure quelle che mettono a rischio la nostra salute, preferendo le medicine complementari, o persino quelle che introducono discriminazioni insensate tra gli esseri umani, a seconda che siano o meno sostenitori di un dio: senza un metodo che stabilisca quali sono le regole del gioco, ogni credenza che ci aggrada vale più o meno solo in base alla sua persuasività, non in base alla sua capacità di portare soluzioni a un problema.

 


Possiamo ridere degli indiani che nei filmati diffusi recentemente si cospargono di sterco e credono di essere al sicuro dalla pandemia; la realtà è che in altra forma nelle nostre farmacie, nelle nostre aule universitarie, negli ospedali, nei ministeri, ma anche e soprattutto nelle nostre case, stiamo semplicemente mettendo in atto le credenze in altre favole esoteriche, alimentandone il mercato e sempre più avventurandoci nella società dell’opinione disinformata.

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