(foto Ansa)

la strategia

Di cosa parliamo quando parliamo di "dispersi del vaccino"

Gianluca De Rosa

Sono i cittadini che mancano all'appello delle prenotazioni per i vaccini. Alcune regioni come la Lombardia si sono messe in testa di andare a cercarli per accelerare la profilassi

Le metafore sul Covid e sui suoi effetti da ormai più di un anno si sprecano. La pandemia è una guerra, il virus un nemico, il vaccino l’arma segreta, i medici e gli infermieri eroi. Di “dispersi del vaccino” però nessuno aveva ancora sentito parlare. Almeno fino a questa mattina quando il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, parlando con Repubblica, ha tirato fuori la nuova questione degna di metafora tragico-guerresca. “Mancano molti cittadini all’appello delle prenotazioni per il vaccino”, ha spiegato Curcio. “Persone anziane o povere non raggiunte dalle informazioni? Vecchi senza figli che possano aiutarli? No vax? Possiamo chiamarli dispersi”. Poi l’impegno: “Una delle funzioni della Protezione civile è ritrovarli e portarli alla vaccinazione. Comuni e Ats della Lombardia ci stanno aiutando a farlo”.

In Lombardia, in effetti, dopo mesi di grandi difficoltà con la campagna vaccinale, recentemente è cominciata una lenta riscossa. Stop a qualsiasi corsia preferenziale e via secondo le indicazioni del governo: si procede per fasce d’età. Così domenica si è raggiunto un traguardo importante: 622mila over 80 vaccinati con la prima dose (la quasi totalità dei prenotati, mancano ancora 20mila anziani che dovranno essere vaccinati a domicilio). Per dare l’idea dell’accelerazione, un dato è abbastanza eloquente: per somministrare il primo milione di dosi la Lombardia ha impiegato 78 giorni, per il secondo ne sono bastati 28. I ritardi però si scontano ancora sugli over 70: per questa fascia d’età le vaccinazioni sono iniziate due giorni fa e siamo ancora sotto il 10 per cento di ultrasettantenni che hanno ricevuto la prima dose (regioni come il Lazio e il Veneto sono oltre il 30).

Comunque, ringalluzziti dal recupero, a palazzo Lombardia si sono messi in testa di fare ancora di più: andare a trovare anche quegli oltre 100mila ultraottantenni che non si sono prenotati e che così sono rimasti finora fuori dalla campagna vaccinale. Già settimana scorsa per un giorno gli over 80 hanno potuto recarsi ai punti vaccinali senza prenotazione. Una strategia seguita anche in Basilicata, regione che secondo l’ultimo report settimanale è la prima in Italia per over 80 vaccinati: oltre l’80 per cento con la prima dose e il 45 con la seconda. Adesso però l’obiettivo è fare ancora di più: scandagliare le liste e capire chi sono coloro che non si sono prenotati per la vaccinazioni e perché lo hanno fatto. A contattarli saranno i medici di base. “Per questioni di privacy è la cosa migliore”, spiegano dalla Regione. Poi se sarà necessario i cinque camper messi a disposizione dalla Protezione civile raggiungeranno le abitazione degli anziani per somministrare il vaccino.

 

L’operazione della Lombardia è senz’altro zelante, ma è comunque un di più. Già con la vaccinazione dei prenotati over 80 è stato vaccinato con la prima dose l’81 per cento di quella fascia di popolazione. Ecco perché i “dispersi”, almeno per ora non sono considerati da tutte le regioni un problema. Il tema però è destinato ad allargarsi. In Lazio, dove si procede spediti, gli over 80 prenotati sono il 76 per cento (mancano anche qui all’appello circa 100mila ultraottantenni) il tema per adesso non è stato posto. Si va avanti con l’apertura delle prenotazioni ai più giovani, si è arrivati ai 60enni. Il timore riguarda proprio quello che accadrà d’ora in poi. “Con gli over 80 è andata bene – spiegano dallo staff dell’Assessore D’Amato – il vero rischio è che scendendo con l’età aumentino coloro che non si prenotano perché non si fidano del vaccino. Quello che è stato con AstraZeneca è estremamente grave, la campagna funziona solo se si basa su libera scelta e fiducia dei cittadini”. Intanto le notizie del pomeriggio sul blocco americano al siero Johnson & Johnson promettono nuove grane.

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