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Ranieri Guerra (Oms): "Bisogna vaccinare il 70 per cento della popolazione"

"C'è ancora un terzo della popolazione che rifiuta in maniera aprioristica qualsiasi tipo di contatto col vaccino. Credo sia un elemento da considerare con grande cautela adesso", dice il direttore aggiunto dell’Oms. E sulla riapertura delle scuole: “Lo sforzo gigantesco che è stato fatto per metterle non può essere sperperato"

    La soluzione comincerà a gennaio, bisogna vaccinare il 70 per cento della popolazione", ha detto aBuongiorno, su Sky TG24, il direttore aggiunto dell’Oms Ranieri Guerra. "Sarà una montata progressiva, avremo una produzione industriale a livello globale, che sarà gestita in maniera equa. Il problema vero non sarà tanto nei paesi europei o Nordamericani, quanto in quelli in via di sviluppo, dove la mia organizzazione sta cercando di costruire un sistema di sicurezza per garantire che almeno due miliardi di persone siano vaccinate entro la fine dell’anno prossimo”. 

     

    I no-vax

    Secondo Ranieri Guerra “la cosa che un po’ ostica da capire in questo momento è come, avendo verificato la disponibilità al vaccino in vari paesi ci sia ancora un terzo della popolazione che sembrerebbe rifiutare in maniera aprioristica qualsiasi tipo di contatto col vaccino. Credo sia un elemento da considerare con grande cautela adesso, da risolvere subito, prima che il vaccino diventi disponibile”.

     

    Il Natale e la gestione della crisi nelle scuole

    “Questo non è un virus che scompare con le festività, non rispetta le domeniche, i pranzi o le cene in famiglia", ha aggiunto Guerra nel corso della trasmissione. "Nel momento in cui vedremo, come mi auguro, una diminuzione anche sostanziosa della curva di contagio, quello sarà il momento della massima cautela perché non si vada verso una terza ondata a gennaio o febbraio”. E sulla riapertura delle scuole “io sto dalla parte dell’evidenza", dice il direttore aggiunto dell’Oms. "In questo momento l’evidenza che abbiamo è che il livello di contagiosità, soprattutto dei bambini delle scuole primarie, è alquanto ambiguo, non abbiamo degli elementi definitivi. Certo è che lo sforzo gigantesco che è stato fatto per mettere in sicurezza le scuole in Italia non può essere sperperato. Credo che intorno alla scuola sia necessario creare un sistema di sicurezza analogo a quello che c’è all’interno delle scuole ed è lì probabilmente che bisognerebbe investire un po’ di più: trasporti, orari differenziati e così via. Ci sono delle strategie che consentono di tenere aperte le scuole, su questo credo sarebbe opportuno andare a fare un ragionamento molto più serio e articolato di quanto non sia la semplice chiusura, che è il rimedio estremo”.