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Saverio ma giusto

Tanti saluti. Come dirsi ciao senza infettarsi

Saverio Raimondo

Basta gomiti, dice l'Oms. Ma in tema di prevenzione dal Covid, si sono fatti più passi avanti sulla sfera sessuale che su quella del saluto

Dice l’Oms che dobbiamo smettere di salutarci coi gomiti: la lunghezza delle braccia non consente di mantenere la distanza fisica sufficiente – salvo che non vi stiate salutando con un gorilla, un orango o qualche altro primate dagli arti superiori particolarmente lunghi, oltre che particolarmente socievole – e il virus si può trasmettere anche attraverso la pelle. Non c’era bisogno di essere tecnico-scientifici per capire che il saluto col gomito non andasse bene, e per ragioni medico-sanitarie ben più evidenti: è da fine febbraio che come da indicazioni tossiamo tutti nei gomiti, quindi se ci salutiamo con lo stesso gomito poi quando andiamo a ritossirci dentro ci becchiamo i germi, i batteri e i virus degli altri – anche perché in questi mesi siamo diventati tutti competitivi nel lavaggio e igienizzazione delle mani, ma mai nessuno che dia una sciacquatina pure ai gomiti. Le pieghe tra braccio e avambraccio sono pericolosissime, specie in Italia: con il gesto dell’ombrello rischiamo di sollevare una nuvola di goccioline virali. Quindi? Dice l’Oms di salutarci mettendo una mano sul cuore – per i più ottusi: la propria mano sul proprio cuore. Il tutto senza necessariamente alzarsi in piedi e cantare l’inno nazionale.

 

Non so: non sono antiscientifico e ho tanti amici medici, ma questa storia del saluto mi pare abbia sconfinato nel ridicolo. E la mano sul cuore non è la soluzione: se uno si porta le mani al petto perché ha un infarto rischio di scambiarlo per un saluto caloroso, magari ricambio pure ma non lo soccorro. Nel mio caso poi, che sto sempre a mettermi la mano all’altezza del cuore – un po’ per controllare il battito, un po’ in cerca del portafoglio – temo che sarei continuamente frainteso e tacciato di saluto molesto. Ma farsi “ciao-ciao” a distanza con la mano no? Che fa, droplet? Spostamento d’aria? E l’inchino con le mani giunte? Troppo orientale? In tema di prevenzione dal Covid, si sono fatti più passi avanti (e in una direzione ben più razionale) sulla sfera sessuale che su quella del semplice saluto. Hanno fatto il giro del mondo i consigli delle autorità sanitarie canadesi, che per fare sesso al tempo del Covid “con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo” (vale a dire che ci sono deroghe per gli incesti) consigliano di indossare la mascherina durante il rapporto – che non a caso Ilaria Capua ha ribattezzato “il nuovo preservativo” (in merito, il virologo Pregliasco ha detto: “Temo che l’uso della mascherina per fare sesso sia poco applicabile nella pratica”. Si vede che non è mai stato in un locale per scambisti!).

 

In realtà, l’uso del dispositivo medico-sanitario è stato suggerito come estrema ratio: il vero consiglio delle autorità sanitarie canadesi per fare sesso evitando il contagio da Covid è “evitare baci e contatto viso a viso”: in due parole, sesso anale – o comunque da tergo, via. E se la regola di “dare le spalle” vale per il sesso, perché non per un semplice saluto in società? Quindi, d’ora in avanti, quando una persona vi saluta o voi volete salutarne una, voltatevi. Darsi la schiena is the new sorridere. Oppure, meglio ancora, come “l’attività sessuale con il minor rischio è con te stesso” come promulgato a giugno dal comune di New York in una guida al sesso sicuro, così il saluto: ignoriamoci. Quando ci si incontra per strada, si cambia marciapiede e via, senza tante cerimonie. Perché salutarsi? Non abbiamo mica niente da dirci. E per gli insulti, il dito medio va benissimo: non c’è contatto e offende anche a distanza.

 

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