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Potere della mascherina

Enrico Bucci

Come sappiamo almeno dal 1918 (con la Spagnola) costituiscono un presidio efficace

Un interessante manoscritto, sottoposto a Pnas, fa alcune semplicissime considerazioni sull’uso delle mascherine e sulla protezione che possono dare. Gli autori considerano due variabili: il potere delle mascherine di bloccare il virus (da 0 a 100 per cento, sull’asse delle x) e la frazione di popolazione che utilizza la mascherina (sull’asse delle y, da 0 a 100 per cento). Il colore del grafico è indicativo del valore assunto dal famoso parametro R per ogni coppia di valori possibile.

 

Nella zona blu, troviamo tutti i casi in cui R scende al di sotto di 1, e quindi l’epidemia si spegne. Una mascherina che filtri il virus al 60 per cento, adottata dall’80 per cento della popolazione, per esempio, determina un valore di R al di sotto di 1, che ricade nella zona blu del grafico; l’epidemia quindi si spegne. Una mascherina con 80 per cento di potere filtrante, adottata solo dal 10 per cento di popolazione, invece, ricade in una zona in cui R è superiore a 2. 

 

Ora, questo manoscritto, come tutti i lavori di questo genere, ha limiti molto precisi, principalmente dovuti all’estrema semplificazione nel modellare le mascherine su un solo parametro (il potere filtrante), che in realtà non è controllabile facilmente, perché dipende anche dal comportamento delle persone (quanto correttamente siano indossate le mascherine, la loro durata eccetera). Però, la lezione è molto chiara: le mascherine, come sappiamo almeno dal 1918 (Spagnola) costituiscono un presidio efficace. Sono limitanti del nostro comportamento, pesanti da un punto di vista sociale, forse pure non sostenibili nel lungo periodo; ma, finché circola il virus, aiutano eccome.

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