Procurato allarme

Luciano Capone

A Trani ci sono voluti più di tre anni per archiviare un’inchiesta su “vaccini e autismo” che neppure doveva essere aperta e che ha prodotto un danno di credibilità prima nei confronti della medicina e poi nei della magistratura

Roma. La procura di Trani sostiene di aver fatto un ottimo lavoro con l’inchiesta sui vaccini. Dopo la decisione del gip di archiviare il procedimento sul presunto legame – finora sempre smentito dalla scienza – tra vaccini e autismo, era intervenuto anche Enrico Mentana: “Il mondo tratteneva il respiro in attesa del responso” ha detto ironicamente il direttore del tg La7: “Conoscendo l’indole schiva dei pm di Trani, già verificata in anni di mirabolanti inchieste su tutto lo scibile umano, mi aspetto prossimamente l’apertura di fascicoli sulla possibile correlazione tra matrimoni e precipitazioni piovose e tra onanismo e cecità”. Il sarcasmo di Mentana non è piaciuto al pm Michele Ruggiero, prossimo super consulente della Commissione d’inchiesta sulle banche, che ha risposto dicendo che l’inchiesta era “doverosa”: “Il fascicolo è stato doverosamente aperto non per una qualche balzana curiosità personale del pm – scrive Ruggiero – ma su articolata e puntuale denunzia di due cittadini, genitori di bimbi autistici, che corredavano la loro segnalazione con una ponderosa consulenza medico legale”. Poi il pm afferma che l’archiviazione è arrivata su sua richiesta sulla base di una consulenza di un “pool di esperti”. “Quella che ormai denominiamo ‘disinformazione’ – prosegue il pm – non è solo la narrazione o diffusione di false notizie (le cosiddette fake-news), ma anche (e direi soprattutto) quella più subdola ed insidiosa attività di narrazione ‘incompleta e superficiale’ di notizie ‘vere’”.

 

Il Foglio, che si è occupato a lungo delle “mirabolanti inchieste” – come le definisce Mentana – della procura di Trani, non può che accogliere l’invito del pm a una narrazione completa e, quindi, a ripercorrere la genesi di questa assurda inchiesta. Tutto parte da un convegno dell’11 gennaio 2014 dal titolo “Vaccini e autismo, tutto quello che c’è da sapere”, organizzato da un politico locale e un noto medico antivaccinista, Massimo Montinari (che poi verrà sospeso dall’Ordine dei medici), a cui partecipa il pm Ruggiero. Durante l’incontro, che mette sotto accusa le vaccinazioni, anche il magistrato si sbilancia: “Dopo questa sera i vaccini facoltativi non li faccio fare più”, dice dal palco. Poche settimane dopo gli stessi relatori del convegno saranno i protagonisti dell’inchiesta sulla correlazione tra vaccini e autismo: l’organizzatore come denunciante, il medico Montinari come perito e Ruggiero come titolare del fascicolo. Si dirà che è l’obbligatorietà dell’azione penale, come si è giustificato Ruggiero, ma non è esattamente così. Intanto perché Montinari è un guru del mondo anti vax e poi perché è già stato protagonista di un analogo caso giudiziario antiscientifico: Montinari era noto per aver redatto la perizia del tribunale di Maglie (Lecce) che decretava “l’efficacia” della cura Di Bella.

 

Infine Ruggiero era stato anche avvisato della pericolosità di quel soggetto, ma ha ignorato l’allarme. Nel maggio del 2014, la regione Puglia presenta alla procura di Trani un esposto avanzato da tutti i direttori delle unità operative di igiene e sanità pubblica e contro “l’intensa campagna antivaccinale” in corso sul territorio pugliese. Nell’esposto c’era anche una dettagliata denuncia della direttrice dell’Osservatorio epidemiologico della regione sull’attività del medico antivaccinista, compreso il convegno a cui era presente il pm Ruggiero. Oltre a smentire ogni correlazione tra vaccini e autismo, la dottoressa Cinzia Germinario scrive che “Montinari sottoporrebbe presso il proprio ambulatorio molti bambini autistici a onerosi trattamenti. Inoltre, alle famiglie viene proposta, sempre a titolo oneroso, consulenza medico legale finalizzata all’ottenimento dell’indennità”. Proprio quello che era accaduto con la perizia già presentata a Trani. L’ufficio della regione scrive esplicitamente che si “potrebbero configurare ipotesi di reato”, ma la procura di Trani avrebbe dovuto aprire un nuovo fascicolo sul convegno a cui aveva partecipato Ruggiero, il pm che stava indagando sui vaccini. In questo caso niente obbligatorietà e doverosità: la denuncia della regione viene ignorata, quella degli anti vax va avanti. Ruggiero nomina un “pool” di quattro esperti in cui c’è una consulente di un’associazione della galassia “free vax”, un critico dei vaccini e un noto antivaccinista, Roberto Gava (che poi verrà radiato dall’ordine dei medici). Per fortuna il quarto è Giovanni Rezza, un esperto vero, epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità, e nella perizia tre su quattro escludono ogni responsabilità dei vaccini.

 

Alla fine l’inchiesta su chi diffonde l’antivaccinismo e lucra sulla salute dei bambini non è stata mai aperta. Mentre ci sono voluti più di tre anni per archiviare un’inchiesta su “vaccini e autismo” che neppure doveva essere aperta, che ha prodotto un danno di credibilità prima nei confronti della medicina e poi nei della magistratura. In questa vicenda giudiziaria non c’era nulla di obbligatorio.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali