Foto LaPresse

O gli ogm o la dengue. Così le zanzare biotech potrebbero scacciare le epidemie

Giovanni Battistuzzi

L'Epa, l'Agenzia per la protezione dell'ambiente americana, ha approvato l'utilizzo degli insetti infettati in laboratorio dal batterio Wolbachia, capace di non far schiudere le uova dell'Aedes aegypti

Vaccini no, ogm no, test sugli animali no. L'ondata antiscientista ha invaso ormai tutto il mondo, il richiamo alla natura, al rispetto delle sue leggi, al suo status quo sembra essere quanto di più naturale possibile. Eppure a ogni crisi, a ogni ventilata possibilità di epidemia, vera oppure soltanto supposta, si guarda alla scienza e a lei si chiedono interventi, soluzioni, salvezza. La paura delle lobby farmaceutiche svanisce quando solo la medicina diventa scialuppa. Alla faccia della necessità di prevenzione sbandierata a ogni emergenza che appare nel suolo italiano, dalle inondazioni ai terremoti passando per slavine e quant'altro. Prevenzione che ha deciso di abbracciare nei giorni scorsi l'Epa, l'Agenzia per la protezione dell'ambiente americana, che ha approvato l'utilizzo di un prodotto della MosquitoMate, una società biotecnologica di base in Kentucky.

 

Di cosa si tratta? L'immissione nel suolo americano di un biopesticida capace di annientare, secondo le ricerche effettuate, le zanzare Aedes aegypti, quelle contenenti il vettore per virus del tipo di febbre gialla, dengue e zika. Biopesticidi, ossia zanzare maschili geneticamente modificate, dette Zap, e infettati dal batterio Wolbachia, uno dei microbi parassiti più comuni al mondo capaci di ridurre in maniera significativa la capacità riproduttiva dei suoi ospiti. Gli esemplari di Aedes aegypti non possono contrarre questo batterio in modo naturale, ma una volta che un'esemplare femmina si unisce con una Zap, le uova prodotte non riusciranno a schiudersi. Questo, secondo i ricercatori, porterebbero nel giro di un anno un sensibile calo della presenza di zanzare portatrici di malattie.

 

 

La vendita, a enti pubblici e privati, di queste zanzare, come ha detto l'entomologo Stephen Dobson, ceo di MosquitoMate, a Quartz, dovrebbe iniziare in estate e porterebbe a una sensibile riduzione dell'utilizzo di disinfestanti insetticidi.

 

Già nel gennaio 2016, nei mesi più duri della diffusione di febbre dengue e zika in Brasile, lo stato sud americano aveva deciso di utilizzare mosche e zanzare ogm uscite dai laboratori delle università per arginare il problema. I risultati ci furono, anche se non immediati a causa dell'elevato numero di Aedes aegypti e a quello insufficiente di specie da laboratorio. Risultati migliori furono ottenuti quando l'anno scorso in Cina, a Guangzhou, gli scienziati liberarono milioni di zanzare geneticamente modificate con il Wolbachia, prodotte nell'università locale.

 

In America sarà però il primo caso di utilizzo di zanzare ogm create da un'azienda privata, anche se sviluppata in collaborazione con il dipartimento di entomologia dell'Università del Kentucky. Sarà anche il primo caso di immissione nell'ambiente di una zanzara che non pungono, rendendo così l'aumento di insetti non fastidioso anche nel breve periodo.

Di più su questi argomenti: