Roma Capoccia
L'imbarazzo di Gualtieri sulla manifestazione pro Ue
Il Campidoglio in linea con il Nazareno tace sulla proposta di FIlippo Sensi (Pd) per una nuova piazza per l’Europa e Kyiv
“Se vogliono fare una manifestazione la facciano, di certo non saremo noi i capofila. Non è una nostra priorità. Abbiamo un sacco di cose da fare: l’inaugurazione delle metro, il termovalorizzatore, lo stadio…”. In Campidoglio c’è un certo imbarazzo. Tre giorni fa Filippo Sensi, senatore del Pd, sui social ha fatto un appello: “Sarebbe ora che venisse convocata una nuova manifestazione per l’Europa. Per dire dove siamo, chi siamo, per cosa vale la pena di combattere”. Una manifestazione per l’Europa, ma anche per Kyiv. “Una passeggiata dal Campidoglio al Colosseo con le bandiere europee”. Ma questa volta organizzata direttamente dal Pd e dal sindaco della capitale Gualtieri. Ma a Palazzo Senatorio hanno preferito far finta di non sentire. “Magari vediamo a gennaio”, spiegano. Bruciano ancora le polemiche che seguirono la manifestazione del 15 marzo scorso, lanciata dalle colonne di Repubblica da Michele Serra, ma poi organizzata in concreto dal Campidoglio. Una scelta che si rivelò pericolosa. Il centrodestra (ma anche il Movimento 5 stelle) si scatenarono contro il sindaco, accusandolo di aver utilizzato i fondi del comune per organizzare una manifestazione di partito.
“Siamo stati ingiustamente sulla graticola per due settimane”, ricordano a Palazzo Senatorio. Insomma, non si vuole replicare quella coda di insinuazioni. E poco importa che intanto Trump ogni giorni schiaffeggi la Ue e minacci di togliere il suo sostegno alla causa ucraina. Ma nei tentennamenti del Campidoglio non c’è solo questo. E’ questione di equilibrio. Anche interno al Partito democratico. L’appello di Sensi è caduto nel vuoto non solo in comune. Nel Pd non lo ha seguito nessuno. Dal Nazareno il silenzio è stato totale. Pesano diverse cose. Da un lato Schlein e i suoi fedelissimi temono che questa sia l’ennesima iniziativa della minoranza riformista per mettere in difficoltà la segretaria, dall’altro l’idea del Nazareno è che da qui al 2027 vadano sottolineate solo le cose che nel campo largo sono ampiamente condivise, evitando tutto ciò che invece divide. In particolare dal M5s. Difficile dunque immaginare oggi una piazza per Kyiv e per l’Europa proprio mentre il capo del Movimento, Giuseppe Conte ieri diceva: “Il governo italiano insieme ai governi europei hanno fallito. L’Europa è completamente disorientata. Quindi lasciamo che a condurre il negoziato siano gli Stati Uniti”. Insomma Conte è tornato Giuseppi, offrendo una versione dei fatti più trumpiana di quella che in teoria sono i trumpiani di Italia, i Fratelli d’Italia di Meloni. E così Gualtieri, che dentro al Pd cerca di essere un uomo di mediazione, senza nemici, fiuta l’aria e capisce che è il momento di tacere per non mettere in difficoltà il Nazareno. Anche perché anche per lui, che cerca il bis nel 2027, è essenziale tenere un buon rapporto con Conte che promette, nonostante Virginia Raggi, di portare i pentastellati dalla sua parte.
Eppure proprio Michele Serra, il giornalista di Rep che il 15 marzo scorso lanciò la mobilitazione, ieri spiegava: “In queste ore mi hanno chiamato diverse persone, anche politici” per chiedere “perché non proviamo a replicare?”. La risposta è stata negativa, e Serra spiega anche perché: “Oggi più di ieri – ha scritto – tocca alla politica organizzarla. Come fu evidente, l’opinione pubblica europeista esiste, esistono gli europei. Ma la loro rappresentanza politica non è ancora riuscita a mettere insieme pace e libertà in modo che siano la stessa speranza e lo stesso progetto”. Il promotore dell’iniziativa, Filippo Sensi, è perfettamente d’accordo: “Se la politica non è in grado nemmeno di convocare una piazza sull’Europa, non è una sconfitta dei partiti, ma la loro, la nostra bancarotta morale” dice. “Purtroppo ormai l’Europa è diventata un tema divisivo. Con Conte nel campo largo è così. Credo che questo dovrebbe farci riflettere tutti”.