Papa Francesco (foto di Andrew Medichini per Ap, via LaPresse)  

Roma capoccia - spina di borgo

Papa Francesco non ha mandato giù la rivolta contro “Fiducia supplicans” e lo fa sapere

Matteo Matzuzzi

Dopo la firma da parte del cardinale Fernández della dichiarazione che permette la benedizione delle coppie gay, il Papa è tornato sul tema ma la linea è traballante e illogica

Da un mese e mezzo, da quando cioè l’improvvido cardinale Fernández ha firmato Fiducia supplicans, la Dichiarazione che autorizza la benedizione delle coppie gay (tra le altre cose), il Papa in ogni intervista esclusiva non fa che tornare sul tema. Niente Cina, poca guerra, perfino meno migranti: è lì che il nervo è scoperto, perché mai si sarebbe atteso la ribellione degli episcopati di mezzo mondo, anche di cardinali e vescovi a lui sempre considerati vicini.

Un affronto che ha lasciato il Pontefice da solo con il suo attendente capo Fernández, di cui nel frattempo venivano svelate le pubblicazioni giovanili sulla teologia degli orgasmi. Il segretario di stato prendeva le distanze, il capo delle conferenze episcopali africane veniva a Roma, si piazzava a Santa Marta per rappresentare a Francesco lo sconcerto per Fiducia supplicans. Il Papa, nella miriade di interviste, ha scelto una linea traballante che sfugge a ogni logica: si benedicono le persone e non la “coppia”, visto che la benedizione non si nega a nessuno. Giusto, anche se è quel che si è sempre fatto. Nessun prete, prima di dare la benedizione, ha chiesto l’orientamento sessuale del richiedente. Ma se è tutto così scontato, perché il prode Fernández ha dovuto squassare la Chiesa con la sua Dichiarazione pre natalizia?

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.